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ENIAC, il primo computer, all'Università della Pensilvania nel 1946.

Il settore decolla, ma le donne rimangono al palo

L’impatto positivo che può portare l’aumento dell’occupazione nel settore informatico e delle comunicazioni sulla discriminazione di genere in ambito lavorativo può essere compromesso, se non si affrontano le attuali tendenze.

Pubblicato il 2 Maggio 2018 alle 16:01
ENIAC, il primo computer, all'Università della Pensilvania nel 1946.

Il settore delle tecnologie informatiche e delle comunicazioni è sempre più percepito come un settore in rapida espansione, un ambito promettere per l’occupazione futura anche per il suo carattere fortemente innovatore. Tuttavia, è ancora segnato dalla discriminazione di genere, in linea con quanto possiamo trovare negli altri ambiti lavorativi.

Il motivo è da rintracciare senza dubbio tra i pregiudizi culturali, come evidenziato in un recente studio: le innovazioni propose da donne sono accettate più di frequente dai responsabili degli archivi, ma solo se il sesso dell’autore non viene rivelato. Lo squilibrio tra uomo e donna in questo settore comincia dall’istruzione, che a sua volta colpisce la situazione occupazionale.

Un settore in rapida espansione

L’occupazione nel settore dell’informatica e delle comunicazioni (1) sta approfittando di una crescita molto rapida nell’Unione europea, grazie digitalizzazione che si sta diffondendo in tutto il mondo del lavoro, conferendogli nuove forme. Il settore è indubbiamente ampio: annovera figure professionali molto diversificate, come gli analisti di sistema, gli sviluppatori di software, gli ingegneri delle telecomunicazioni, gli esperti di vendite informatiche, i grafici e gli ideatori di contenuti multimediali.

Gli esperti in questo settore molto promettente solo fortemente richiesti, come rivela l’Eurostato che spiega come l’occupazione in questo settore sia aumentata otto volte in più della crescita media dell’occupazione nell’Ue. Molte aziende nei paesi europei segnalano difficoltà nel trovare esperti informatici, in particolare in Repubblica Ceca, Slovenia, Lussemburgo, Austria, Belgio ed Estonia, stando agli ultimi dati Eurostat sui posti vacanti difficilmente occupabili nelle imprese. In conseguenza di questo trend, nel 2020 l’Europa raggiungerà la cifra di 500mila esperti informatici mancanti.

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Finora però, il settore è sempre stato caratterizzato da una decisa discriminazione di genere, con meno di due donne ogni dieci posti di lavoro. La discriminazione risulta molto evidente se consideriamo le posizioni di comando: il seguente grafico mostra la percentuale di donne che rivestono ruoli da esperte in ambito informatico nei paesi europei. Gli esperti nelle tecnologie informatiche e della comunicazione sono figure professionali che hanno la capacità di sviluppare, utilizzare e gestire sistemi informatici e tecnologici e per i quali ciò costituisce la maggior parte del lavoro; ciò li pone gerarchicamente più in alto rispetto ai tecnici informatici.

Solo in Romania e Bulgaria le donne occupano il 25 per cento di questi ruoli, mentre negli altri paesi europei rappresentano meno di un quarto degli esperti.

I dati risultano un po’ meno cupi se consideriamo il tasso di occupazione generale del settore: comprendendo anche le posizioni gerarchiche medie e basse (i tecnici informatici, in viola nel grafico sottostante), la distribuzione di genere appare più bilanciata, soprattutto nei nuovi stati membri.

Le donne non sono sempre rimaste fuori da questo settore. In particolare in Francia e negli Stati Uniti, la quantità di donne raggiungeva dei livelli più alti negli anni ‘70 e ‘80. Ciò si spiega col fatto che la maggior parte dei posti di lavoro veniva considerato di basso profilo e d’ufficio per sua stessa natura.

Con l’avvento dell’industria dei personal computer e lo sviluppo di Internet, lo status del settore è cambiato, così com’è successo per l’immagine unisex del tecnico informatico: “I ruoli non specializzati incentrati sull’inserimento di dati e l’analisi sono stati progressivamente trasferiti all’estero o automatizzati”, spiega l’Istituto europeo per l’uguaglianza di genere (Eige) nel suo ultimo rapporto, “mentre lo status superiore ha condotto molti uomini in questo ambito”.

I concetti di “geek” o “hacker” sono oggi fortemente associati alla mascolinità. Secondo l’Eige, sono tre i fattori principali che spiegano il basso coinvolgimento delle donne: “[la loro] relativa mancanza di interesse e qualifiche attinenti al settore, i percorsi professionali che favoriscono gli uomini, e i fattori culturali che rafforzano l’associazione tra settore informatico e mascolinità”.

L’impatto positivo che può portare l’aumento dell’occupazione nel settore informatico e delle comunicazioni sulla discriminazione di genere in ambito lavorativo può essere compromesso, se non si affrontano le attuali tendenze. L’informatica e le comunicazioni sono considerate un’area-chiave per l’Ue, poiché è essenziale per la crescita economica e lo sviluppo di un’economia basata sulla conoscenza.

Di recente, la sua importanza strategica e la crescita promettente hanno portato il Commissario europeo per l’economia e le società digitali Mariya Gabriel ad annunciare azioni che saranno implementate nel corso dei prossimi due anni per facilitare la partecipazione di un maggior numero di donne nel settore digitale, promuovendo lo sviluppo delle abilità digitali, l’istruzione superiore in aree legate alle tecnologie informatiche e le start-up.

La discriminazione di genere nel mercato del lavoro compromette le scelte formative e di vita, alimenta il divario retributivo tra uomo e donna e perpetua gli stereotipi in un circolo vizioso senza fine.

Come si può superare la discriminazione di genere nel mercato del lavoro?  

Il divario di genere comincia nella fase della formazione

Il divario di genere nel settore digitale è motivo di preoccupazione, dato che l’Europa prevede una carenza di abilità digitali dal 2020: nonostante la domanda crescente di esperti di tecnologie informatiche e profili digitali, la percentuale di europei con una formazione legata a questi ambiti è in calo. Nonostante sia una tendenza comune per entrambi i sessi, il numero di donne che intraprende un percorso formativo o lavorativo inerente alle tecnologie informatiche è più basso rispetto agli uomini.

Secondo l’Eige, in Europa gli uomini con una formazione inerente sono il quadruplo rispetto alle donne, e la situazione non sembra dare segnali di miglioramento, se consideriamo la quota di donne laureate in tecnologie informatiche nel 2016, mostrata nella seguente tabella.

Un’altra forma di discriminazione evidenziata dall’Eige è che “nella maggior parte degli stati membri, le donne nel settore delle tecnologie informatiche tendono ad aver conseguito livelli di formazione maggiori. All’interno dell’Ue, il 73 per cento delle donne e il 66 per cento degli uomini impegnati in questo settore possiedono un’alta formazione. Dunque le donne hanno ancora bisogno di qualifiche maggiori per essere accettate nel settore rispetto agli uomini.

Questo rientra nelle tendenze più grosse per quanto concerne le scelte di studio, che possono rafforzare il divario di genere: solo un terzo dei laureati in Scienze, Tecnologie, Ingegneria e Matematica sono donne. L’aspirazione a lavorare in un determinato settore inizia a svilupparsi presto per i bambini, e “i bambini e le bambine sono già esposti a un mondo del lavoro fortemente discriminante, con pregiudizi di genere nei curriculum scolastici e una forza lavoro di insegnanti dominata dalle donne”. I dati dell’Oecd, raccolti all’interno del quadro del test Pisa, mostrano che le aspettative di carriera prendono forma ad uno stadio iniziale:

Anche la fiducia comincia a costruirsi nei primi anni d’età, e bisognerebbe concentrare l’attenzione nel ridurre la differenza tra ragazze e ragazzi nell’ambito della tecnologia. Ad esempio, l’Eige sottolinea che “già all’età di 15 anni ragazzi e ragazze possiedono livelli differenti di fiducia e abilità nell’uso di strumenti digitali (...). Ad esempio, la maggior parte dei maschi che ha un problema con uno strumento digitale comincia a risolverlo da solo o comunque si sente più a suo agio rispetto alle ragazze nell’uso di dispositivi con cui non sono familiari.

Un’opportunità per le donne, un’occasione per l’economia

A partire dal presupposto che la qualità del tempo di lavoro ha l’effetto più forte nell’equilibro vita-lavoro (come mostrato nell’ultimaindagine Eurofond, le donne possono trarre grandi benefici dal lavoro in un settore in cui la qualità delle mansioni è più alta rispetto ad altri importanti settori, sia in termini di flessibilità dell’orario di lavoro sia di ambiente sociale. Il settore delle tecnologie informatiche, uno di quelli col mio più alto livello di reddito, può essere uno strumento per ridurre il divario retributivo di genere: un alto numero di donne nel settore contribuirebbe in modo determinante a ridurlo.  

L’Eige ritiene che attrarre più donne nei settori Scienze, Tecnologie, Ingegneria e Matematica “porterebbe a crescita economica, quindi più posti di lavoro (+1,2 milioni entro il 2050) e aumenta il Pil sul lungo periodo (+820 miliardi di euro entro il 2050).

Per farsi sì che la crescita circoscritta al settore in questione abbia un impatto positivo sull’occupazione femminile, molto può essere fatto sia in ambito normativo sia nel panorama dei pregiudizi culturali. Ad esempio, la Bulgaria vanta la più alta proporzione di donne all’interno del settore nella Ue (35 per cento), data dalla combinazione di politiche nazionali e iniziative locali guidate da donne.

Le Ong che vogliono ridurre la discriminazione di genere nel settore della tecnologia informatica e nei filori Scienze, Tecnologie, Ingegneria e Matematica possono anche rivestire un ruolo importante, come in Germania, dove la quota di donne che è impiegata nel settore in questione sta aumentando in modo più solido rispetto agli altri paesi negli ultimi anni, grazie alle attività di soggetti come la Kompetenzzentrum Technik-Diversity, che crea un ponte solido tra formazione e impiego.

Questi casi particolari suggeriscono che le decisioni pubbliche, giustamente combinate con iniziative concepite dal basso e con il coinvolgimento di associazioni locali, potrebbero costituire la chiave per proteggere il settore da dinamiche di discriminazione di genere, tutte troppo comuni nella maggioranza dei settori economici.

  1. Secondo l’Oecd, l’occupazione nel settore informatico viene definito quell’insieme di persone che lavorano nel settore delle tecnologie informatiche e della comunicazione. L’indicatore è misurato come una percentuale dell’occupazione del settore.

Cet article est publié en partenariat avec the European Data Journalism Network

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