Noi Europei dobbiamo combattere due virus, simultaneamente e con altrettanta determinazione: il Covid-19, che attacca il nostro corpo ed un’altra infezione grave che colpisce i nostri ideali e le nostre democrazie.
Il 30 marzo 2020, il Parlamento ungherese ha approvato una legge che autorizza il governo a sospendere l’entrata in vigore di alcune leggi mentre di altre non saranno rispettate le disposizioni già in vigore, nonché ad introdurre con decreti e per una durata illimitata, ulteriori misure d’emergenza, con nuove limitazioni per i media e l’informazione.
Una tale concentrazione di potere non ha precedenti nell’Unione europea. Non serve per combattere il Covid-19 o le sue conseguenze economiche; apre invece la porta ad ogni tipo di abuso, con beni pubblici e privati ormai alla mercé di un esecutivo che ha ampiamente perso di credibilità.
È l’ultimo atto della decennale deriva dell’Ungheria verso l’autoritarismo, ed è pericoloso.
Nell’ultimo decennio abbiamo assistito con preoccupazione crescente al graduale spostamento effettuato dal primo ministro Viktor Orbán che poneva il suo paese su di un binario ben lontano dalle regole e dai valori europei. L’attuale presa di potere in risposta al Covid-19 è solo un nuovo e allarmante capitolo di un lungo processo di regressione democratica.
L’opposizione politica, il dialogo sociale e la libertà di parola sono stati progressivamente messi a tacere, mentre varie università, centri culturali, gruppi imprenditoriali ed organizzazioni della società civile patiscono il peso dell’autoritarismo di Viktor Orbán.
Il parlamento europeo ha analizzato e condannato due volte questa deriva antidemocratica con i rapporti degli onorevoli Tavares e Sargentini, rispettivamente nel 2013 e nel 2018.
Per coloro che credono nello stato di diritto e nella democrazia, l’inazione non è una possibile opzione.
L’Unione rischia di screditare tutti i suoi sforzi nella promozione dei processi democratici, dello stato di diritto, della trasparenza, della solidarietà e del dialogo sociale non solo in tutti gli Stati membri, ma anche tra i paesi candidati.
Per far fronte a questa pandemia che colpisce una intera generazione, tutti i paesi dell’Unione devono adottare misure difficili che, in una certa misura, limitano i diritti civili dei loro cittadini. Tuttavia, queste misure rimangono proporzionate, giustificate e di natura temporanea. Legiferare per decreti e per un tempo indeterminato è invece una misura sproporzionata che costituisce una grave violazione dei trattati dell’Ue, della Carta dei diritti fondamentali e della Convenzione europea dei diritti umani.
Per questo motivo, denunciare e sanzionare l’attacco di Orban alla democrazia è oggi più che mai cruciale.
Chiediamo quindi a tutte le parti interessate – istituzioni europee, istituzioni nazionali, cittadini, società civile e mezzi d’informazione – di essere il più attenti possibile. È il momento di una mobilitazione diffusa e di un’azione collettiva.
Invitiamo i media nazionali a seguire da vicino la situazione ungherese, anche quotidianamente se necessario. E chiediamo loro di garantire ai cittadini ungheresi, in quanto cittadini europei, il libero accesso ai loro contenuti, perché fonti di informazione pluralistica e indipendente.
Chiediamo poi alla Commissione, quale guardiana dei Trattati, di reagire con urgenza e di proporre sanzioni proporzionate alla gravità di tale inaccettabile violazione delle regole e dei valori europei. Il Parlamento Europeo ed il Consiglio dovranno immediatamente adottare tali sanzioni.
Il Covid-19 deve essere e sarà sconfitto grazie a processi democratici, ad azioni trasparenti e ad un’informazione pluralistica. È difendendo questi valori che mobiliteremo la maggioranza della popolazione europea e faremo in modo che la nostra comune strada verso la ripresa goda del più ampio supporto possibile.
Chiediamo infine a tutti i cittadini europei di non considerare ciò che sta accadendo in Ungheria come un qualcosa di lontano da loro bensì come una grave minaccia al nostro bene comune. È tempo per tutti noi di unirci in questa lotta. La posta in gioco non è solo la nostra salute, ma anche i nostri ideali comuni e la sopravvivenza della nostra Unione e delle nostre democrazie.
L’iniziativa è dei fondatori del movimento Civico Europa:
Laszlo Andor (HUN), economista ed ex commissiario europeo; Guillaume Klossa (FR), copresidente di Civico Europa, ex direttore dell’UER e ex consigliere del gruppo di riflessione sul futuro dell’Europa; Francesca Ratti (IT), copresidente di Civico Europa, ex vicesegretaria generale del parlamento europeo; Guy Verhofstadt (BE), ex primo minstro, deputato europeo
Insieme agli amici di Civico Europa:
Gian-Paolo Accardo (IT), Editor in chief of Voxeurop; Brando Benefei (IT), MEP; Carl Bildt (SE), former Prime Minister; Andras Bozoki (HU), Professor, former Minister of Culture; Jean-Pierre Bourguignon (FR), mathematician, former President of the European Research ; Saskia Bricmont (BE), MP; Franziska Brantner (DE), MP, former MEP; Philippe de Buck (BE), former DG Business Europe; Jasmina Cibic (SLO), Artist; Tremeur Denigot (FR), Director of communications CIVICO Europa; Mladen Dolar (SLO), Philosopher; Paul Dujardin (BE), BOZAR Director General; Pascal Durand (FR), MEP; Uffe Ellemann-Jensen (DK), former Minister of Foreign Affairs; Michele Fiorillo (IT), Philosopher, Responsible for civic movements network CIVICO Europa; Cynthia Fleury (FR), Philosopher, Psychoanalyst; Markus Gabriel (DE), Philosopher; Sandro Gozi (IT), MEP, President of the European Federalist Union, former Secretary of State for European Affairs; Ulrike Guerot (DE), Political scientist; David Harley (UK), Writer, former Deputy Secretary General of the European Parliament; Gábor Hórvat (HU), Journalist; Srecko Horvat (HR); PhilosopherDanuta Hübner (PL), MEP, former Member of the European Commission; Tvrtko Jakovina (HR), Historian; Miljenko Jergovic (HR), writer and journalist; Jean-Claude Juncker (LU), former Prime Minister, former President of the European Commission; Jyrki Katainen (FI), former Prime Minister, former Vice-president of the European Commission; Aleksander Kwasniewski (PL), former President of the Republic; Christophe Leclercq (FR), Founder Euractiv; Christian Leffler (SE), former Deputy Secretary General of the European External Action Service; Sándor Léderer (HU), Co-founder and Director of K-Monitor; Bernard-Henri Lévy (FR), Philosopher; Sven-Otto Littorin (SE),Sven Otto Littorin (SE), former Minister of Employment; Henri Malosse (FR), 30th President of the European Economic and social Committee; Joelle Milquet (BE), former special Adviser of the President of the European Commission, former Deputy Prime Minister; Alexandra Mitsotaki (GR), President of the World Human Forum; Carlos Moedas (PT), former Member of the European Commission; John Monks (UK), Member of the House of Lords, former Secretary general of the European Trade Union Conference; Jonathan Moskovic (BE), Adviser in democratic innovation; Niklas Nordstrom (SE), former Mayor of Lulea and former Chairman of Business Sweden; Stojan Pelko (SLO), former State Secretary for culture; Rosen Plevneliev (BU), former President of the Republic; Magali Plovie (BE), President of the French-speaking Brussels Parliament; Miguel Poiares Maduro (PT), former Minister for Regional Development; Wojciech Przybilski, Editor of Visegrad Insight (PL); Vesna Pusic (HR), Sociologist, MP, former Deputy Prime Minister and former Minister of Foreign Affairs; Nina Rawal (SE), Entrepreneur; Michel Reimon (AT), former MEP; Maria Joao Rodrigues (PT), former Minister, former MEP, President of the Foundation for European Progressive Studies (FEPS); Petre Roman (RO), former Prime Minister; Taavi Roivas (EE), former Prime Minister; Lavinia Sandru (RO), Journalist; Fernand Savater (ES), Philosopher; Roberto Saviano (IT), Writer, journalist; Seid Serdarević (HR) publisher, Fraktura; Majda Sirca (SLO), former Minister for Culture; Denis Simonneau (FR), President of EuropaNova; Claus Sorensen (DK), former Director General at the European Commission; Gesine Schwan (DE), former Dean of the Frankfurt Viadrina University, former candidate to presidency of the Federal German Republic; Vladimir Spidla (CZ), former Prime Minister, former Member of the European Commission; Farid Tabarki (ND), Journalist, producer; Rui Tavares (PT), Writer, historian, former MEP; Zeljko Trkanec (HR), Editor in Chief Euractvi.hr; Monika Vana (AT), MEP; Alvaro de Vasconcelos (PT), former Director of the European Union Security Institute; Cedric Villani (FR), Fields Medal, MP; Pietro Vimont (FR), Cofounder of CIVICO Europa; Margot Wallstrom (SE), former vice-president of the European Commission; Sasha Waltz & Jochen Sanding (DE), respectively Choreographer and Director of the Sasha Waltz Company; Josef Weidenholzer (AT), Professor, former MEP; Marlene Wind (DK), Professor, writer; Slavoj Zizek (SLO), Philosopher; Alenka Zupancic (SLO), Philosopher.
Cet article est publié en partenariat avec Civico Europa