Grandi inchieste Vaccino contro il Covid-19

Perché le minacce legali dell’Ue contro AstraZeneca sui vaccini cadranno nel vuoto

Judging by clauses contained in the unredacted vaccine procurement contract between the EU and AstraZeneca, the European Commission’s case against the Anglo-Swedish pharmaceutical company seems hopeless. We've asked legal experts for their verdict.

Pubblicato il 17 Febbraio 2021 alle 14:01

Le minacce di azioni legali della Commissione europea contro AstraZeneca per il ritardo nella consegna delle dosi di vaccino contro il Covid-19 rischiano di cadere nel vuoto. A sconfessarle sono diverse clausole del contratto concluso con la casa farmaceutica anglo-svedese, di cui abbiamo ottenuto la copia integrale (priva degli omissis) e che abbiamo sottoposto ad alcuni giuristi specializzati del settore. 

La disposizione più cruciale, tra quelli annidate negli omissis del documento reso pubblico  il 27 gennaio gennaio, recita testualmente che “la Commissione europea e gli stati membri rinunciano a qualsiasi rivendicazione verso AstraZeneca per i ritardi nelle consegne”.

Secondo Colin McCall, partner dello studio legale internazionale Taylor Wessing, questo non lascia alcun dubbiosull’infondatezza dei reclami in sguito altaglio del 60 per cento delle dosi previste per il primo trimestre 2021 annunciato da AstraZeneca il 22 gennaio. Concorda Clive Douglas, avvocato e mediatore commerciale presso Nexa Law.

astrazeneca-APA-without-omississenza-metadata-2

A questo punto di margini di manovra del team della presidente dell'esecutivo di Bruxelles, Ursula von der Leyen, sembrano assai ristretti. La Commissione dovrà precisare se ce ne sono e quali essi siano, rispondendo a un’interrogazione presentata a fine gennaio da un gruppo di eurodeputati del gruppo dei Socialisti e democratici. Uno di loro, Andrea Cozzolino, annuncia che il responso dovrebbe arrivare ai primi di marzo.  “Non sarei sorpreso se la stessa clausola liberatoria fosse presente anche nei contratti firmati con le altre aziende farmaceutiche”, continua McCall, “data la natura sperimentale dei vaccini, è improbabile che i produttori abbiano accettato scadenze vincolanti”. L’art. 5.1 afferma che l’azienda farà “il Massimo Sforzo Ragionevole” per consegnare tra le 80 e le 100 milioni di dosi da gennaio e marzo. 

L’impegno a compiere il “Massimo Sforzo Ragionevole”, ripetuto in diverse sezioni dell’accordo, è il cavillo (una vaga nozione riconducibile alla buona fede) a cui si aggrappa la Von der Leyen per far valere l’inadempimento della società anglo-svedese. “L'inclusione della parola "approssimativamente" implica che le date di consegna non sono precise”, puntualizza l’esperto di Nexa Law, riferendosi al calendario (incluso nell’accordo) che indica i quantitativi pattuiti mensilmente, “peraltro, l’obbligo del Massimo Sforzo Ragionevole non è specificamente citato per le date di consegna”.

Secondo il giurista londinese, la valutazione definitiva sugli obblighi e le limitazioni di responsabilità spetta al tribunale belga, indicato come foro competente. Resta inoltre il nodo del modulo d’ordine, parte integrante del contratto, mediante il quale gli stati membri dovevano richiedere espressamente la consegna delle dosi allocate a ciascuno. L’ordine andava firmato 10 giorni dopo la ripartizione delle quote da parte della Commissione.

“Il modulo d'ordine, così come riportato nell’accordo, non contiene alcuna informazione aggiuntiva sui tempi di consegna”, spiega Douglas, “pertanto, a meno che i governi non abbiano negoziato condizioni particolari nei loro moduli d'ordine individuali, si applicano quelle del contratto”. Contenute negli articoli 8.1 e 8.2, che consentono ad AstraEeneca di fissare autonomamente quantitativi e date di consegna in corso d’opera. “I governi hanno il diritto di interrompere i pagamenti (ma non invocare penali) solo per la tardiva ricezione delle dosi man mano notificate dal fornitore, ma non per la mancata spedizione dell’integralità delle dosi concordate per un dato mese”, conclude Douglas.

Questo articolo è parte del progetto “Who is cashing in on the Covid-19 pandemic” sostenuto da Investigative Journalism for EU.

Il meglio del giornalismo europeo, ogni giovedì, nella tua casella di posta

Ti è piaciuto questo articolo? Noi siamo molto felici. È a disposizione di tutti i nostri lettori, poiché riteniamo che il diritto a un’informazione libera e indipendente sia essenziale per la democrazia. Tuttavia, questo diritto non è garantito per sempre e l’indipendenza ha il suo prezzo. Abbiamo bisogno del tuo supporto per continuare a pubblicare le nostre notizie indipendenti e multilingue per tutti gli europei. Scopri le nostre offerte di abbonamento e i loro vantaggi esclusivi e diventa subito membro della nostra community!

Sei un media, un'azienda o un'organizzazione? Dai un'occhiata ai nostri servizi di traduzione ed editoriale multilingue.

Sullo stesso argomento