Intervista Verso un’Europa federale

Thomas Piketty e la riforma dell’Ue: “Le decisioni fiscali e di bilancio siano prese da un’assemblea europea di rappresentanti nazionali”

In questa intervista esclusiva per Voxeurop, l'economista francese parla di una delle principali lotte del think tank T-Dem per riformare il funzionamento dell'Unione Europea e renderla più egualitaria e democratica: un bilancio comune europeo.

Pubblicato il 8 Aprile 2021 alle 16:00

Il T-dem (trattato di democratizzazione), il cui manifesto si può leggere qui, è un progetto per un nuovo modello sociale più giusto, più equo e più sostenibile: T-dem si si basa sull’idea di un bilancio comune europeo per ridurre le disuguaglianze tra i paesi, che può essere votato da un'assemblea democraticamente eletta dagli europei.

Voxeurop: La riforma della governance che lei cita spesso è contenuta nel famoso T-dem, di cui lei è uno dei facilitatori, insieme ad altri, tra cui Antoine Vauchez, Anne-Laure Delatte e Guillaume Sacriste. Ha avuto un riscontro nel mondo politico europeo?

Thomas Piketty: Vorrei insistere sul fatto che sulle questioni di riforma della governance dell’Ue, nessuno ha una proposta miracolosa. Stiamo lavorando con colleghi e cittadini, non solo in Francia ma in molti paesi europei: abbiamo raccolto più di 100mila firme di politici, eurodeputati e deputati nazionali di molti gruppi politici diversi, dal centrodestra e centrosinistra a quelli più a sinistra. È vero, non abbiamo molti firmatari di estrema destra, ma comunque appartenenti a gruppi molto diversi.

Prendiamo il problema alla radice: la questione è come uscire dalla regola dell'unanimità. Attualmente, se vogliamo adottare una tassa o un bilancio in Europa, ogni paese all’interno del Consiglio europeo deve approvare l’intero piano proposto all’interno del Consiglio ECOFIN (dei Ministri dell’economia e delle finanze). Supponiamo di essere d’accordo nel voler passare alla regola della maggioranza. Come funzionerebbe? La soluzione più semplice sarebbe quella di dire che le decisioni continuerebbero ad essere prese nel quadro istituzionale attuale, dal Consiglio europeo e il Consiglio dell’Ue da una parte, e dall’attuale Parlamento europeo dall'altra. Ma all’interno del Consiglio europeo e del Consiglio dell’Ue si applicherà la regola della maggioranza qualificata (cioè il 55 per cento degli Stati che rappresentano il 65 per cento della popolazione dei paesi) piuttosto che la regola dell’unanimità.

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