Dati alla mano Invasione dell'Ucraina

In Ucraina la guerra si combatte anche in treno

Evacuazione di civili, trasporto di truppe, esportazioni di merci, le ferrovie ucraine sono in prima linea nel conflitto. Contro la Russia si sta organizzando una grande strategia ferroviaria: l’analisi di Alternatives économiques.

Pubblicato il 19 Maggio 2022 alle 10:53

È il primo datore di lavoro del paese: con i suoi 230mila dipendenti, la compagnia ferroviaria ucraina Ukrzaliznytsja si è ritrovata coinvolta nella guerra fin dalle prime ore dell'invasione russa.

"Il primo obiettivo è stato evacuare dal paese i civili. Abbiamo privilegiato la sicurezza, facendo circolare i treni molto lentamente. Il nostro scopo era quello di permettere al numero più alto possibile di persone di spostarsi. Per questo motivo non c'è stato bisogno di biglietto per salire a bordo dei treni", spiega Alexandr Kamyshin, direttore generale di Ukrzaliznytsja.

Dall'inizio della guerra più di 3 milioni di persone sono fuggite in treno, il più delle volte per trasferirsi nella parte occidentale del paese. Alcuni poi hanno continuato il loro viaggio verso altri stati europei. L’evacuazione via treno è stata però ostacolata dai bombardamenti russi.


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"Purtroppo fin dai primi giorni del conflitto il collegamento ferroviario con Mariupol è stato interrotto", continua Kamyshin. "In compenso siamo riusciti, finora, a mantenere i treni per il Donbass". Quello con il Donbass è un collegamento molto importante a causa dell'intensificarsi dell'offensiva russa in questa parte del paese.

L'Ucraina conta in tutto quasi 23mila chilometri di linee ferroviarie ed è la terza più grande rete d'Europa. Ma anche se il numero di treni che trasportano civili è progressivamente diminuito nelle ultime settimane, permettendo alla compagnia di ripristinare il biglietto a pagamento, altre priorità si sono rapidamente imposte.

"Di fronte al blocco dei porti del Mar Nero, il trasporto merci deve ormai essere fatto su rotaia e questo rappresenta una sfida enorme in termini di infrastrutture", osserva Michael Kloth, portavoce dell'International Transport Forum, l'organizzazione intergovernativa che riunisce 63 paesi membri fra cui la Russia e l'Ucraina.

Vie della seta bloccate

I prodotti da esportare sono diversi, tra cui cereali, olio di girasole e metalli: "Si tratta di cierca una dozzina di milioni di tonnellate di merci all'anno", stima Kamyshin. "Per permettere il loro trasporto attraverso l'Europa, abbiamo bisogno di un'ulteriore cooperazione con le compagnie europee. E da questo punto di vista la tedesca Deutsche Bahn è un partner di primo piano. Abbiamo meno legami con la Sncf (la compagnia francese, ndr), anche se di recente i suoi responsabili ci hanno scritto una lettera per conoscere le nostre esigenze".

Da Berlino le compagnie tedesche e polacche hanno organizzato un ponte ferroviario con l'Ucraina per consegnare aiuto umanitario.

La guerra ha modificato completamente la geografia del trasporto ferroviario delle merci. "L'Ucraina è al centro di una delle principali direttrici delle nuove vie della seta fra la Cina e l'Europa. Ma ormai i prodotti cinesi non possono più transitare lungo questa linea, perché la frontiera fra la Russia e l'Ucraina è chiusa. Le sanzioni impediscono inoltre il transito attraverso la Russia. Di conseguenza, per le esportazioni la Cina privilegerà sempre di più la via marittima", dice Bernard Aritua, specialista del trasporto ferroviario delle merci presso la Banca mondiale e autore di The Rail Freight Challenge for Emerging Economies

Ormai i prodotti ucraini hanno un solo mercato possibile, l'Europa occidentale. Ma gli ostacoli sono numerosi, in particolare il diverso scartamento fra i binari ucraini (1.520 mm) e quelli degli altri paesi europei (1.435 mm), un'eredità della Russia zarista. Questo significa che alla frontiera bisogna trasferire le merci su altri vagoni o cambiare gli assi dei treni. Una situazione che richiede operazioni di diverse ore.

I ferrovieri bielorussi e il sabotaggio

La guerra ha provocato anche una nuova attività per le ferrovie ucraine: il trasporto di personalità ufficiali. "Di recente il primo ministro inglese Boris Johnson o la sindaca di Parigi, Anne Hidalgo, sono venuti a Kiev in treno. E a questo scopo abbiamo preparato dei convogli specifici", spiega Kamyshin.

Ma la questione principale riguarda il trasporto ferroviario delle truppe e del materiale militare. Per ragioni di sicurezza il direttore di Ukrzaliznytsja si rifiuta di entrare nei dettagli, e si limita solo a citare il coraggio dei ferrovieri bielorussi, che hanno condotto delle operazioni di sabotaggio per impedire il passaggio dei convogli russi attraverso la Bielorussia.

Nella sua volontà di annessione dell'Ucraina, anche la Russia punta sulle ferrovie. Dopo l'invasione della Crimea nel 2014, Mosca ha organizzato dei treni che collegano direttamente le grandi città russe con la penisola, senza passare per il resto dell'Ucraina.

Per facilitare questi collegamenti un ponte di 18 chilometri è stato costruito sullo stretto di Kertch per un costo di tre miliardi di euro. Vladimir Putin in persona ha inaugurato questo ponte nel dicembre 2019 viaggiando nella cabina del macchinista. A loro volta tutte le ferrovie che collegavano la Crimea al resto dell'Ucraina sono state interrotte alla frontiera.

 La grande strategia ferroviaria europea

Il trasporto ferroviario esaspera più che mai le tensioni geopolitiche regionai  fra Mosca e i suoi vicini. Attualmente l'Unione europea finanzia il progetto "Rail Baltica", che vuole collegare la Polonia alla Finlandia. Lo scopo è quello di permettere ai paesi baltici di non essere più dipendenti dalla Russia in materia di trasporto ferroviario. Questa nuova linea ferroviaria, la cui apertura è prevista nel 2030, utilizzerà lo scartamento europeo. 

La linea trasporterà sia merci che passeggeri, per un costo stimato di 5,8 miliardi di euro. La Russia ha denunciato un progetto che autorizzerebbe lungo le sue frontiere il trasporto di truppe e di materiale bellico militare della Nato. È interessante notare che anche la Cina è coinvolta nella Rail Baltica contribuendo al finanziamento di un tunnel sottomarino fra l'Estonia e la Finlandia. Questa colossale infrastruttura dovrebbe facilitare gli scambi commerciali delle nuove Vie della seta. Si assiste così, alle porte dell'Europa, allo sviluppo di grandi strategie ferroviarie.

Dall'inizio della guerra in Ucraina l'esercito russo colpisce regolarmente le infrastrutture ferroviarie. L'8 aprile un bombardamento ha colpito la stazione di Kramatorsk uccidendo 52 persone.

"Non ho l'impressione che la Russia colpisca di più le stazioni degli ospedali o dei parchi per bambini. Per loro tutto sono tutti bersagli leciti", osserva Kamyshin. "Ma i russi devono rendersi conto che non appena colpiscono dei binari o dei ponti ferroviari, noi li ricostruiamo subito. Siamo diventati molto rapidi".

Ma tutto questo ha un prezzo: dall'inizio di febbraio 95 dipendenti delle ferrovie ucraine sono morti e 103 sono stati feriti. "La ricostruzione della rete, delle infrastrutture sarà un obiettivo fondamentale", sottolinea Kloth. Il prossimo Forum internazionale dei trasporti si svolgeva dal 18 al 20 maggio a Lipsia e nel corso di questo incontro si è tenuta la riunione dei ministri dei Trasporti dell'Unione europea. L'Ucraina è stata ovviamente al centro delle discussioni.

Kloth ricorda che "il Forum internazionale dei trasporti è nato subito dopo la Seconda guerra mondiale con l'obiettivo di ricostruire le reti di trasporto dopo il conflitto. E oggi per la nostra organizzazione si tratta di un tragico ritorno alle origini".

👉 Articolo originale su Alternatives économiques
In collaborazione con European Data Journalism Network

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