Attualità Guerra in Ucraina | La resistenza

Come si è organizzata la resistenza ucraina nei territori occupati dalla Russia

Se l’esercito ucraino tiene testa all’invasione militare russa, la resistenza nei territori si occupa di bloccare, sabotare e lottare conto l’occupazione. Il giornale ucraino Hromadske racconta come lavorano i partigiani ucraini.

Pubblicato il 31 Agosto 2022 alle 21:02

A Kherson l'auto di un ufficiale russo, Dmytro Savlučenko, è stata fatta esplodere: l’uomo è rimasto ucciso nell’operazione; vicino a Melitopol, è saltato in aria un ponte ferroviario che i russi usavano per trasportare armi. In Crimea, i partigiani hanno diffuso volantini con minacce ai militari russi.

Il movimento di resistenza all’invasione si è diffuso nei territori occupati dalla Russia: "L'attività dei partigiani in ucraina lavora per rendere difficile alle autorità russe il consolidamento nelle aree occupate", si legge nel rapporto dell'American Institute for the Study of War dello scorso 20 giugno.

Washington parla di una "importante rete di resistenza" che rende difficile per i russi gestire e fornire i servizi di base, come l'acqua o lo smaltimento dei rifiuti. Avril Haines, direttrice della Central Intelligence Agency statunitense, ha dichiarato che il Cremlino deve affrontare "una crescente attività partigiana nell'Ucraina meridionale".

"La mia città è stata occupata quasi subito. La resistenza all'occupazione ha preso la forma di proteste nelle piazze della città. All'inizio eravamo numerosi e abbiamo pensato che tutto si sarebbe risolto. Ci siamo poi resi conto che le proteste si stavano affievolendo: in pochi venivano, erano miei amici, amici di amici e nuovi amici. Abbiamo deciso che era giunto il momento di continuare la resistenza in una forma diversa, più informale". A parlare è un uomo, le spalle alla telecamera.

L’uomo racconta di essersi unito al movimento di resistenza in una delle città occupate dell'Ucraina. Non dice il suo nome né quello della città per motivi di sicurezza. Il video è stato registrato, su richiesta di Hromadske, dal Centro nazionale della resistenza, che coordina la resistenza nei territori occupati: Hromadske ha consegnato le domande e il Centro ha registrato le risposte.

L'uomo nel video racconta che, dopo essere entrato in clandestinità, il suo gruppo ha iniziato ad usare slogan e simboli filo-ucraini per le strade, diffondendo volantini con minacce agli invasori o con incoraggiamenti agli ucraini e, soprattutto, a trasferire informazioni sui movimenti delle truppe russe.

"Abbiamo affisso i nostri volantini, scritto lungo le rotte di pattugliamento russe. Abbiamo mostrato loro che erano nemici in città.", dice l'uomo. Inoltre, aggiunge, il movimento di resistenza ha spinto altri cittadini ad agire: sono aumentate le azioni di sabotaggio e nuovi centri di resistenza.

Segreto di stato

La legge sulla Resistenza nazionale è stata adottata dai parlamentari ucraini poco prima dell'invasione, il 27 gennaio. I legislatori hanno stabilito che le componenti della resistenza sono la difesa del territorio, il movimento di resistenza e la preparazione dei cittadini alla resistenza stessa. L'ultimo elemento è quello che sta facendo il Centro nazionale della Resistenza, creato a marzo. Il suo compito è  ambizioso: preparare tutti gli ucraini adulti a resistere agli invasori.

Le Forze per le operazioni speciali dell’esercito ucraino coordinano il movimento di resistenza. Nella maggior parte dei casi si tratta di militari professionisti che svolgono compiti nei territori occupati: sono probabilmente loro ad aver sabotato la ferrovia di cui sopra o ad aver organizzato l’azione contro il militare russo.  Le informazioni sui loro compiti sono un segreto di Stato: solo una volta, il comando delle Forze per le operazioni speciali ha diffuso un’azione: l'esplosione di un ponte nel sud dell'Ucraina.


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Negli altri casi è impossibile identificare gli autori.

Dopo il 24 febbraio ci sono state esplosioni in tutte le principali città occupate. Di tanto in tanto, si vede del fumo sopra il porto di Berdjansk, nell'Oblast' di Zaporižžja. Il 24 marzo le forze armate ucraine hanno affondato una nave da sbarco Saratov. Anche Kherson è spesso nelle news: un collaboratore e capo della Colonia n. 90, Yevgenij Soboliev, e il deputato Alexej Kovalyov, che si è recato a Kherson e ha cominciato a collaborare con i russi, sono stati feriti durante le esplosioni.

"Il Movimento di resistenza è in comunicazione con le forze di sicurezza e con le forze armate dell'Ucraina", afferma il sindaco di Melitopol, Ivan Fedorov. Oggi, il fenomeno è più che altro finalizzato a contrastare l'aggressione militare della Federazione: il suo obiettivo principale è quello di paralizzare la circolazione dei trasporti ferroviari nella Federazione russa, la consegna di munizioni, equipaggiamento militare e, naturalmente, tutto ciò che rende scomoda la permanenza dei rashists [Contrazione di “Russian” e “fascists”, ndr] sul nostro territorio".

I partigiani di Melitopol sembrano riuscirci: il settimanale britannico The Economist ha definito la città, la capitale non ufficiale della resistenza ucraina. Il 3 luglio, ignoti hanno fatto esplodere un ponte ferroviario tra Melitopol e Tokmak, utilizzato dai russi per il trasporto di armi. I servizi segreti ucraini hanno riferito che 70 militari russi sono stati uccisi a Melitopol durante i pattugliamenti notturni.

"Ci sono prove che si tratti del lavoro del movimento di resistenza ucraino", hanno dichiarato i rappresentanti della direzione principale dell'intelligence del ministero della difesa.

Il sindaco di Melitopol è molto cauto quando parla di chi esattamente prende parte al movimento partigiano in città, definendoli "persone con qualifiche diverse". Questa cautela è dovuta alle repressioni: ogni azione del movimento è seguita da arresti, aggiunge Fedorov.

I russi hanno intensificato la loro azione anche a Enerhodar, dice il sindaco, Dmytro Orlov. La situazione è tesa, e il movimento partigiano non è così massiccio: ci sono molti russi in città e la maggior parte dei giovani è partita, spiega Orlov. Inoltre, i russi hanno preso il controllo del sistema di videosorveglianza e possono facilmente tracciare i loro movimenti.

"È difficile per i membri del movimento di resistenza, sono sotto pressione. Molti di loro sono stati portati nei sotterranei. Li liberano in modo che uno denunci l'altro e li ricattano minacciando le famiglie", dice Orlov.

La reazione indica che gli occupanti hanno paura: alcuni a Kherson hanno cominciato a usare giubbotti antiproiettile e guardie di sicurezza. Il cosiddetto "capo dell'amministrazione popolare" di Enerhodar Andrij Shevčyk, nominato dai russi, è stato ferito durante l'esplosione del 22 maggio. Ora ha raddoppiato le guardie del corpo e gli artificieri sono sempre con lui, dice Orlov.

Il governatore russo di Melitopol, Yevhen Balytskij, si è trasferito idopo un'esplosione avvenuta il 30 maggio nei pressi della sua abitazione. Ma il nuovo indirizzo è ben noto alle forze di sicurezza ucraine, avverte Ivan Fedorov.

"Ora hanno paura di lasciare i loro appartamenti: il nostro obiettivo principale è assicurarci che la terra gli bruci sotto i piedi. E finora ci siamo riusciti", dice il sindaco di Melitopol.

"Ognuno dovrebbe diventare un partigiano, a seconda di quello che fa, che sia un addetto alle pulizie, o il direttore di qualche istituzione comunale": così il rappresentante del Centro nazionale della Resistenza descrive la sua missione. Chiede di non rivelare il suo  per motivi di sicurezza: lui, come altri membri del movimento di resistenza, è conosciuto da cinque o dieci persone, cosa necessaria perché se una persona del gruppo viene arrestata, è impossibile risalire agli altri.


“Ognuno dovrebbe diventare un partigiano, a seconda di quello che fa, che sia un addetto alle pulizie, o il direttore di qualche istituzione comunale” – Un portavoce del Centro nazionale della Resistenza


Le Forze per le operazioni speciali hanno creato un sito in cui insegnano le diverse forme di resistenza e spiegano come garantire la propria sicurezza nei territori occupati. Sul sito si può scoprire come usare una VPN o come comportarsi se catturati o come rubare un carro armato russo o organizzare un'imboscata.

Ecco come le Forze per le operazioni speciali consigliano di prepararsi per organizzare azioni di resistenza.

  • Sempre avere un alibi. Pensa ad un alibi in anticipo. Deve essere semplice e diretto.
  • Cerca di realizzare azioni per le quali diverse persone potrebbero essere responsabili. Ad esempio, il sabotaggio per strada dopo il tramonto, che puoi compiere contro un veicolo militare o un camion, è un altro esempio di azione quasi impossibile da attribuire.
  • Dovresti cercare di danneggiare solo oggetti e materiali che vengono utilizzati dal nemico: in primo luogo carburante, cibo, medicinali.
  • Dopo aver compiuto un sabotaggio, resisti alla tentazione di rimanere ad osservare il risultato. Gli osservatori hanno maggiori probabilità di destare sospetti.

Il Centro ha lanciato SABOTAGEVLOG su YouTube, dove insegna diversi modi per rendere più difficile la vita dell’esercito nelle zone occupate. 

Ecco uno degli esempi di sabotaggio suggeriti: "Lavori come idraulico o addetto alle pulizie? I tuoi interventi precedenti sugli impianti fognari o idrici ti permetteranno di avere un motivo legittimo per accedere all'abitazione dell'occupante, e persino su suo invito o incoraggiamento. Non è necessario installare fili d'inciampo o telecamere: è troppo rischioso. Hai modo di nascondere il tuo telefono? Imposta una sveglia con una bella registrazione di un pezzo minaccioso nella camera da letto. Sfortunatamente, un'azione del genere sarà probabilmente una tantum, e il telefono non sopravviverà".

Al Centro nazionale della Resistenza dicono che il loro compito è quello di spiegare che chiunque può resistere: un idraulico, un artista, un contabile o un addetto al personale di un comune. Il Centro indica solo la direzione a chi vive nei territori.

"Si possono lasciare i dadi delle ruote allentati, non rabboccare l'olio in modo che l'auto si rompa. Puoi ottenere il risultato migliore perché sei un esperto. L'idraulico sa come chiudere male uno scarico in modo che si intasi in quattro giorni e che l’ufficio dei russi si ritrovi a galleggiare nella merda. Un funzionario sa come tenere cinque riunioni in un giorno, uscire per una pausa sigaretta, comunicare con qualcuno e inviare un documento con cinque firme per la riapprovazione. Tutto questo è sabotaggio. Noi diamo suggerimenti, i fondamentali e spieghiamo le misure di sicurezza: come si deve comportare una persona durante una perquisizione o una comunicazione, come deve essere settato il telefono", dicono al Centro nazionale della Resistenza.

Resistenza non violenta

La resistenza nonviolenta si è diffusa anche nei territori sotto occupazione russa dal 2014. A Donetsk sono apparsi graffiti filo-ucraini. I partigiani in Crimea attaccano volantini con allusioni alla distruzione del ponte di Crimea e minacce. Una vernice gialla e blu è stata gettata sull'edificio amministrativo di Jevpatorija. Sconosciuti hanno creato un canale su Telegram, "Crimea, la terra della gloria partigiana", dove pubblicano informazioni sulla resistenza nella penisola.

Al Centro nazionale della Resistenza spiegano che il livello di resistenza nelle città occupate può sembrare diverso perché dipende dal numero di persone: più sono i residenti, più grande è il movimento partigiano. "È più difficile per le informazioni uscire dai territori che sono sotto l'occupazione russa da otto anni, ed è più difficile per le persone attuare azioni di questo tipo. Il regime di polizia è già pienamente funzionante e i pericoli sono tanti. Nei territori occupati dopo il 24 febbraio è in atto una feroce resistenza. A Mariupol i russi hanno condotto un'operazione di pulizia a cui è seguito un periodo di calma. Ora stanno iniziando le prime azioni dei nostri nelle retrovie. Le persone hanno già una maggiore comprensione di come resistere", continuano dal Centro.

Anche i residenti dei territori occupati ricorrono al sabotaggio. Secondo il ministero dell'istruzione, a Kherson solo due presidi su 60 hanno accettato di collaborare con i russi. La maggior parte degli imprenditori della città si è rifiutata di lavorare con i rubli, e i responsabili dei condomini non hanno fornito gli elenchi delle persone che hanno lasciato la città e gli appartamenti sfitti, afferma il vicepresidente del Consiglio regionale di Kherson, Yurij Sobolevskij.

In alcune aree della regione di Zaporižžja, gli occupanti non hanno ricevuto liste aggiornate della popolazione per tenere un “referendum”, perché gli organi municipali le hanno distrutte, dicono al Centro nazionale della Resistenza. La resistenza della popolazione ha costretto i russi a rinviare per la terza volta il falso processo di adesione dei territori alla Federazione Russa. Un rappresentante del Centro nazionale della Resistenza spiega che quando il Cremlino ordina al suo generale di tenere un "referendum" in primavera, e lui fallisce, Mosca lo rimprovera, il processo si ritarda e questo abbassa il morale dei russi, che devono ricominciare la trafila. 

Secondo le Forze per le operazioni speciali, la resistenza pacifica dei residenti è un'aggiunta importante al lavoro dei partigiani combattenti: "Una cartolina, un graffito, un canale Telegram, una minaccia su un pezzo di carta, messa sull'auto. Non sembra niente di grave, non è come far saltare in aria un'auto. Credetemi, quando per tre mesi un soldato o un ufficiale vive in una città dove tutti lo vogliono morto, dove è senza la sua famiglia, dove non riesce a lavorare e comando lo umilia perché non riesce a portare a termine i compiti…. è un duro colpo al morale", dice il portavoce del Centro nazionale della Resistenza. La sua speranza? Che quando le Forze armate ucraine libereranno le città occupate, i russi si ritireranno più velocemente sotto la pressione del movimento di resistenza nelle retrovie.

Il movimento di resistenza non solo demoralizza i russi, ma incoraggia i cittadini ucraini che vivono da quattro mesi sotto occupazione. "Sconforto" è una parola spesso usata nelle conversazioni.

"Le persone in qualche modo si abituano alla nuova realtà", afferma il giornalista di Kherson Ivan Antypenko. “La narrativa secondo cui l'Ucraina, visto che non è ancora ‘arrivata’, ci ha abbandonato, si diffonde sempre di più. E funzionerà. Si tratta di un ragionamento molto semplice, che nei villaggi le persone faranno: ‘Sì, è difficile, ma non sparano’, dicono per esempio, nel distretto di Heničes'k. ‘Beh, i prezzi sono cambiati: ci sono rubli, alcune persone se ne sono andate. C'era qualcosa da mangiare, è stato piantato un orto e sono state avviate delle attività commerciali. Si può portare la verdura in Crimea. Si può vivere’. Non possiamo permettere che questa narrazione funzioni".

👉 L'articolo originale su hromadske.ua in ucraino e inglese 

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