Attualità Lavorare dopo la pandemia

L’Europa post Covid: integrazione economica o sociale? 

In un’Europa attraversata dalla crisi sociale, sulla scia di quella sanitaria, una questione pare evidente: la ricchezza è distribuita in modo sempre più iniquo. E in diversi paesi, tra cui Francia, Germania e Regno Unito, le rivendicazioni sociali e politiche ripartono dagli scioperi.

Pubblicato il 3 Maggio 2023 alle 09:31
Questo articolo è riservato alle persone abbonate

“Regressione delle conquiste sociali”, “precarizzazione del lavoro”, “riconoscimento delle difficoltà lavorative” nelle strade di Francia non mancano i motivi per denunciare la riforma delle pensioni del governo Macron. E la situazione francese non è certo unica nel continente. 

"Riforme simili sono già state avviate in altri paesi europei. Il movimento di protesta collettiva francese si inscrive nella storia dei questo paese, si la  reazione è paragonabile a quelle legate alla ‘crisi del costo della vita’ nel Regno Unito o in Germania, ad esempio, paesi meno inclini agli scioperi", osserva Nicola Countouris, direttore di ricerca di ETUI (European Trade Union Institute), che ha appena pubblicato il suo rapporto annuale, Benchmarking Working Europe 2023.

"In effetti queste riforme strutturali non hanno niente di soggettivo o nazionale, poiché sono una domanda della Commissione europea nel quadro della governance economica", conferma Emmanuelle Mazuyer, direttrice di ricerca al Centro nazionale della ricerca scientifica francese (CNRS) e specialista di diritto sociale europeo. Il progetto di integrazione europea rimane fondamentalmente incentrato sull'integrazione dei mercati, soprattutto dopo la creazione della zona euro e della moneta unica. 

"La priorità è sempre sullo stesso versante, quello dell'economia e della riduzione dei deficit pubblici, che sono il dna dell'Unione europea", aggiunge la ricercatrice. "In questo contesto tutte le altre transizioni – comprese quella ecologica, digitale ed economica – devono seguire il ritmo”, aggiunge Nicola Countouris.

Sempre più precari in Europa

Questa riflessione avviene in un momento in cui i paesi dell'Ue stanno attraversando una crisi sociale ed economica che segue quella del Covid-19. Una cosa salta agli occhi: la ricchezza viene distribuita in modo sempre più iniquo. Secondo il rapporto dell'ETUI, "oggi la precarietà non riguarda solo coloro che svolgono lavori a bassa retribuzione e temporanei, definiti da Guy Standing (2011) ‘precariato’, ma anche una classe professionale più ampia che comprende insegnanti, infermieri, dirigenti, badanti e avvocati". Nel marzo 2023, l'INSEE, l'Istituto nazionale di statistica francese, ha riferito che l'aumento dei profitti delle aziende in Europa ha contribuito all'inflazione nel 2022.


Il meglio del giornalismo europeo, ogni giovedì, nella tua casella di posta

Dopo la crisi finanziaria del 2008 l'Unione europea non ha imparato nulla?  "L'Ue è davvero a un bivio. Può continuare sulla scia degli sforzi che ha fatto per affrontare la crisi del Covid-19, cercando questa volta di orientare la sua azione non più verso le emergenze, ma verso riforme fondamentali. Oppure può ritornare verso il paradigma di austerità pre-pandemica e ignorare la questione sociale. Riteniamo che questo secondo approccio sia destinato a fallire, e che senza una transizione sociale tutte le altre transizioni rischino ugualmente di fallire", concorda Nicola Countouris.

I momenti di crisi, invece di generare un progresso sociale collettivo, tendono a provocare regressioni nei diritti sociali. "All'inizio, vediamo i paesi ritirarsi nei loro modelli sociali nazionali. Poi, visto che la politica sociale è costosa, la priorità viene data alla riduzione dei deficit pubblici e dei debiti sovrani", analizza Emmanuelle Mazuyer. 

Così, dopo aver liberalizzato il contratto di lavoro e reso più flessibili i rapporti di lavoro, i governi affrontano ora il sistema di protezione sociale: riducendo i sussidi di disoccupazione, aumentando l'età pensionabile e privatizzando i sistemi attraverso l'uso dei fondi pensione. "Si attivano le protezioni solo quando servono anche agli interessi economici, come il recente aumento dei salari per c…

Sei un media, un'azienda o un'organizzazione? Dai un'occhiata ai nostri servizi di traduzione ed editoriale multilingue.

Sostieni il giornalismo europeo indipendente

La democrazia europea ha bisogno di una stampa indipendente. Voxeurop ha bisogno di te. Abbònati!

Sullo stesso argomento