Tassi d’interesse

“Che sta combinando la Bce?”

Il 7 novembre la Banca centrale europea ha tagliato di un quarto di punto il suo tasso di riferimento portandolo al minimo storico dello 0,25 per cento. La decisione ha sorpreso tutta la stampa europea.

Pubblicato il 8 Novembre 2013 alle 13:47

“Gli interessi in Europa tendono verso lo zero”, titola Die Presse ricordando che lo 0,25 per cento “è il tasso più basso dalla creazione dell’euro”.Secondo il quotidiano viennese con la sua decisione la Bce intende combattere il rischio di deflazione (una riduzione dei prezzi che può provocare un calo dei consumi) considerato che l’inflazione è già ai livelli più bassi dal 2009 (0,7 per cento). La Commissione europea si aspetta un aumento dei prezzi dell’1,5 per cento nel 2013 e nel 2014 nell’eurozona. Secondo il quotidiano

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numerosi esperti prevedevano un calo dei tassi, e la Bce non ha fatto altro che tenere fede alla promessa di proseguire la politica del denaro a buon mercato. Tuttavia il fatto che abbia agito così rapidamente è sorprendente. […] Apparentemente il taglio non lascia molto margine verso il basso, ma secondo il presidente Mario Draghi la Bce non ha ancora sparato le sue ultime cartucce.

Con il taglio del tasso di riferimento “la Bce promette di mettere a disposizione denaro a basso costo per i mercati finanziari, […] ma gli effetti positivi della misura sono discutibili”, spiega la Süddeutsche Zeitung sottolineando in prima pagina che “il denaro non è mai stato così a buon mercato”. Secondo il quotidiano tedesco

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questa decisione apparentemente astratta avrà conseguenze dirette sulla vita dei risparmiatori. Il denaro a basso prezzo potrebbe far scattare l’inflazione e svalutare i risparmi di milioni di europei, che presto non riceveranno più interessi per i depositi sui conti correnti classici.

“La Bce taglia i tassi a sorpresa”, titola Il Sole 24 Ore. Secondo il quotidiano economico la decisione di Francoforte veicola due messaggi, uno indirizzato ai mercati e l’altro ai leader politici:

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Da un lato, la Bce è una banca centrale indipendente, la cui politica monetaria continua ad essere orientata alla stabilità, ma è attenta al rischio deflazione, per cui non ha paura di scontentarsi sia i falchi amanti della moneta che le colombe affamate di droga monetaria. Dall'altro lato, la politica della Bce continua a cozzare contro l'incapacità delle cancellerie nazionali e di Bruxelles di disegnare le uniche politiche nazionali ed europee efficaci per la crescita: quelle strutturali.

“La Bce si mobilita contro la deflazione e l’euro forte”, titola il francese Les Echos. Il quotidiano economico elogia Draghi, a cui riconosce “un certo talento per smentire i pronostici dei mercati provocandone allo stesso tempo la soddisfazione”. Secondo Les Echos

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un quarto di punto può sembrare poco, e non basterà a dare slancio a un’economia europea anchilosata. Ma è un passo importante e una nuova dimostrazione del “metodo Draghi”, uno stile molto diverso da quello dei suoi predecessori alla guida della Bce, al contempo più attivo, più pragmatico, più sottile e più incline a giocare con i limiti del mandato della Banca centrale. […] Di sicuro la Bce non ha finito di sorprenderci, perché contrariamente a quanto si pensa ha ancora molte carte da giocare.

“Il tasso d’interesse è ancora più basso. Che sta combinando la Bce?”, si domanda De Volkskrant. Il quotidiano olandese sottolinea che la mossa avrà conseguenze negative per il vantaggio concorrenziale dei paesi dell’Europa del nord, e ricorda che per la prima volta

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la decisione sui tassi d’interesse non è stata unanime. Alcuni dei 23 membri della Bce hanno votato contro. Quassi sicuramente gli oppositori vengono dall’Europa del nord, e tra loro c’è il presidente della Bundesbank Jens Weidmann.

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