A Scarabeo trionfa la Germania

Questa settimana la rassegna linguistica di cafebabel.com prende in esame le parole più lunghe d'Europa. Non c'è gara: il tedesco infatti vince per distacco.

Pubblicato il 25 Settembre 2009 alle 09:54

Come occupare dieci minuti in metropolitana con una sola parola? Provate a pronunciare, se non padroneggiate la lingua germanica “Rindfleischetikettierungsüberwachungsaufgabenübertragungsgesetz” (la traduzione, poco affascinante, è “la legge sul trasferimento delle obbligazioni di sorveglianza dell’etichettatura della carne bovina”). Sull’altra riva del Reno sono molto bravi per le parole allungate. Il segreto: il genitivo sassone. Una piccola “s” tra le parole, che permette di unirle, quasi all’infinito. Per dire la stessa cosa in francese ci vogliono almeno quattordici parole! In Francia e in Spagna, il primo premio è di solito attribuito a “anticonstitutionnellement” e “anticonstitucionalmente”. Meno di 26 lettere… Punteggio ridicolo se confrontato al polacco “dziewie´cdziesieciodziewiecionarodowo´sciowy” che significa “essere di 99 nazionalità”. Parola difficilmente pronunciabile per un profano della lingua!

Categoria humour, la statuetta è conferita all’Inghilterra: la battuta consiste nel dire che la parola più lunga è “smiles” perché tra la prima e l’ultima “s” c’è “mile” (“miglio”, ossia 1609 metri). Tra le perle di queste parole allungate dalla pronuncia dolorosa, il neologismo “Supercalifragilistichespiralidoso” (in francese, tedesco, spagnolo e inglese), del film Disney, Mary Poppins. La baby-sitter perfetta, scesa dal cielo grazie al suo ombrello, con una locuzione indiscutibile, ci sfida canticchiando questa parola che ci ha creato tanti problemi. Le parole della canzone spiegano che pronunciandole “Avrai un successo strepitoso”. Mah… Nella categoria “Paradosso”, l’Oscar della parola più lunga va a “Hippopotomonstrosesquippedaliophobie”, che troviamo in inglese, in spagnolo e in tedesco, e che significa “la paura di pronunciare delle parole troppo lunghe”.

France Dutertre, traduzione di Enrica Bracchi

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