La caduta dell’incorruttibile Galko

Il ministro della difesa slovacco aveva intrapreso una lotta all'ultimo sangue contro la corruzione. Ma il suo zelo gli è stato fatale: le intercettazioni telefoniche da lui ordinate gli sono costate la poltrona.

Pubblicato il 30 Novembre 2011 alle 15:43

Se il ministro slovacco della difesa Lubomír Galko avesse studiato meglio i meccanismi della democrazia, il suo destino forse sarebbe stato diverso. La settimana scorsa, quando la Slovacchia è stata scossa da uno scandalo dalle conseguenze devastanti, il premier Iveta Radičová l’ha congedato per aver violato “i principi fondamentali dello stato di diritto e della democrazia”.

Lo scandalo era esploso il 21 novembre, dopo che i quotidiani slovacchi Pravda e Nový čas hanno rivelato che l’intelligence militare aveva intercettato le conversazioni di alcuni giornalisti. Le trascrizioni di telefonate ed email hanno iniziato a circolare sui media, e poco alla volta si è scoperto che anche i funzionari del ministero erano sotto sorveglianza e che esisteva addirittura uno schedario dal nome in codice “Dame” che raccoglieva informazioni sulla Radičová.

Com'è possibile un tale abuso di potere in un sistema democratico? Galko ha fornito la sua spiegazione: i servizi segreti combattevano la corruzione, che è riuscita a ritorcere contro di lui il suo stesso operato. Quando il primo ministro gli ha comunicato che i servizi segreti non sono competenti in materia e che soltanto la polizia ha il potere di svolgere indagini, sembra che non avesse capito affatto come stavano le cose. Galko è sempre stato convinto che la lotta contro la corruzione rivestisse un’importanza tale che era suo dovere non sottomettersi a nessuna regola, scritta o non scritta.

Lo scandalo si è allargato fino ad assumere proporzioni gigantesche. I leader politici hanno convocato una conferenza stampa dopo l’altra, dibattiti e discussioni sono dilagati nei media e nei social network, mentre i direttori dei cinque quotidiani nazionali hanno firmato una dichiarazione congiunta per difendere l’indipendenza dei media.

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Soltanto due partiti politici non si sono uniti al coro delle condanne: il partito nazionalista Sns di Ján Slota, noto per il suo disprezzo nei confronti della democrazia e dei media, e il partito liberale SaS di cui è vicepresidente lo stesso Galko.

L’affare Galko è la riprova che la lotta alla corruzione può essere rischiosa per la democrazia quanto la corruzione stessa. All’inizio per la maggior parte dei media Galko era una specie di eroe: un uomo dall’aspetto fragile che aveva coraggiosamente deciso di combattere la piovra della corruzione in seno alle forze armate e comunicava regolarmente i risultati delle sue indagini organizzando conferenze stampa. Poco alla volta, però, si è ritrovato sopraffatto da ciò che combatteva: come tutti i rivoluzionari, ha iniziato a credere che tutti quanti, media inclusi, fossero implicati nelle maglie della corruzione e in complotti orditi contro di lui.

Cavaliere solitario

A quanto pare è stato nell’aprile scorso, quando Radičová ha respinto la sua richiesta di maggiori poteri per i servizi segreti, che ha deciso di combattere la sua battaglia come un cavaliere solitario.

Quando lo scandalo è arrivato alle orecchie della procura, i danni che Galko aveva commesso sono apparsi molto gravi. L’etica della lotta alla corruzione è stata compromessa: immersa fino al collo nelle maglie della corruzione, la vecchia guardia politica si presenta oggi col volto di una seria assemblea di democratici. I giornalisti, le principali vittime di Galko, devono rassegnarsi a veder circolare le trascrizioni delle loro conversazioni telefoniche su Facebook. E il loro contenuto non li mette affatto in buona luce.

Il livello di fiducia e indipendenza dei media, già particolarmente debole, è stato quindi ancor più scalfito, e la crisi dei valori va inasprendosi. Secondo un sondaggio online condotto dal quotidiano Sme, per la maggior parte dei lettori Galko avrebbe dovuto restare al suo posto.

È difficile prevedere quali saranno le conseguenze di questo scandalo sulle prossime elezioni, previste nel marzo 2012, ma anche se il partito di Galko dovesse ottenere seggi in parlamento probabilmente resterà isolato. Da tempo tutti i partiti politici hanno reso noto che a causa del suo euroscetticismo non vorrebbero associarsi a lui in nessuna coalizione. Lo scandalo delle intercettazioni non migliorerà la sua posizione. (traduzione di Anna Bissanti)

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