Relitto a Vama Veche (Romania). Oaspetele de piatra/Flickr

Futuro grigio per il Mar Nero

Un tempo ricco di specie marine, il bacino rischia di veder scomparire storioni, squali e delfini. Le cause? Inquinamento, pesca eccessiva e traffico illegale.

Pubblicato il 10 Novembre 2009 alle 16:27
Relitto a Vama Veche (Romania). Oaspetele de piatra/Flickr

Alcune specie di pesci del Mar Nero rischiano l'estinzione in tempi assai brevi, denuncia l’Istituto di ricerche marine Grigore Antipa di Bucarest. Lo storione è il più minacciato, insieme ai pesci che vivono nelle acque costiere poco profonde come il rombo e lo squalo. “La Turchia ha proibito la pesca dello storione nei corsi d’acqua dolce nel 1990, l’Ucraina ha fatto altrettanto nel 1996, mentre la Bulgaria l'ha proibita in mare nel 1995. Ma la Romania ha proibito la pesca allo storione soltanto nel 2005, in mare, nel delta dei fiumi e nel Danubio. Pur trattandosi di provvedimenti validi, la situazione non è migliorata” dichiara Simon Nikolaev, direttore generale dell’Istituto di Bucarest. I maggiori pericoli sono rappresentati dal bracconaggio e dall’inquinamento, che hanno gravemente danneggiato l’habitat di queste specie: per deporre le uova, infatti, lo storione ha bisogno di letti di ghiaia molto ben ossigenati, che si trovano soltanto in acque limpide e pulite.

“Le specie più ricercate sono anche le più care sul mercato. Per esempio, un chilogrammo di storione d’allevamento costa tra i 12 e i 13 euro, e il rombo si vende intorno ai 9 euro al chilogrammo. A Istanbul i prezzi sono più alti e si aggirano sui 16 euro” aggiunge Nikolaev. Il vero problema è che i banchi di pesci in via di estinzione si esauriscono più velocemente del loro ciclo di vita. Lo storione, per esempio, arriva tardi alla piena maturità, verso i 12 anni, e il rombo intorno ai 4-5. Per garantire la sopravvivenza delle riserve ittiche, ogni esemplare dovrebbe arrivare a riprodursi parecchie volte. Per quanto riguarda lo storione, invece, oltre la metà delle circa 30 specie censite rischia l’estinzione. Soltanto negli ultimi decenni la popolazione di esemplari molto giovani è scesa di oltre il 70 per cento. Secondo uno studio del programma del Wwf Traffic, a Mosca l’80 per cento dei negozi di caviale usa certificazioni false. Dal 1998 al 2003 sono state esportate illegalmente oltre 1.200 tonnellate di uova di storione, la metà delle quali destinata all’Ue.

Bisogna agire subito

Anche gli squali, i cavallucci marini e i delfini sono a rischio di estinzione. I delfini, in particolare, perché si "suicidano": “Delle poche decine di migliaia di delfini che vivono ancora nel mare, moltissimi restano inavvertitamente impigliate nelle reti per la pesca dei rombi, attirati dalle loro vibrazioni. Una volta impigliati nelle reti, i delfini soffocano. Ogni anno questo fenomeno uccide migliaia di delfini. In Romania la pesca dei delfini è proibita dal 1967”. Negli ultimi trenta anni parecchie specie di pesci che popolavano le acque del Mar Nero sono già scomparse: le foche, i gamberetti e alcune ostriche, oltre a parecchie decine di altre specie vegetali e animali. Questo spopolamento è evidente nei dati del pescato annuale: se alla metà degli anni ottanta superava le 15mila tonnellate, nel 2008 è arrivato appena a 500.

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Dal 1990 la quantità di pesci pescati in mare non ha fatto altro che calare. L’ecosistema marino è fragile e occorrerebbero svariati decenni perché il Mar Nero ritrovasse l’equilibrio naturale che aveva fino a cinquanta anni fa. Ciò potrà avvenire soltanto se si ridurrà da subito l’inquinamento e lo sfruttamento delle risorse ittiche. “Il peggio è che l’inquinamento va di pari passo con l’assottigliarsi dei banchi: si tratta di una mare quasi chiuso e le sostanze tossiche vi si accumulano e non si smaltiscono. È vero che dopo la scomparsa delle industrie pesanti negli anni novanta il Mar Nero ha visto un lento miglioramento della qualità dell’acqua, ma non è sufficiente” ha dichiarato Nikolaev. Oggi l’Istituto Gigore Antipa ha lanciato una campagna per la raccolta di fondi da destinare alla ricerca marina: con questi finanziamenti il direttore spera di poter attrezzare un laboratorio e avviare il ripopolamento delle specie più minacciate.

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