Rifugio per rom à Uhříněves. Romove.radio.cz/Mark Wiedorn

L'esclusione dei rom comincia a scuola

Un terzo dei bambini rom cechi finisce in scuole per disabili mentali. Un'assurdità che finisce per ritorcersi contro lo stato, che deve subirne i costi sociali ed economici.

Pubblicato il 8 Dicembre 2009 alle 16:03
Rifugio per rom à Uhříněves. Romove.radio.cz/Mark Wiedorn

Recenti stime della Banca mondiale indicano che i rom costano ogni anno alla Repubblica Ceca non meno di 16 miliardi di corone. Da un certo punto di vista potremmo dire che la responsabilità non è tanto dei rom, quanto del loro "disadattamento". Secondo gli esperti, questo fenomeno ha come causa principale il basso livello di istruzione che riceve la maggior parte dei bambini rom, che li priva di qualunque possibilità di trovare un lavoro decente. E lo stato perde del denaro, perché i rom disoccupati non creano valore economico, non pagano le tasse e ricevono sussidi sociali. Inoltre le cifre della Banca mondiale non tengono conto dei costi dovuti alla mediocre qualità di vita dei rom socialmente emarginati, all'aumento delle tensioni sociali, ai conflitti etnici, alla criminalità e così via.

Ormai sono quasi venti anni che le organizzazioni non governative, nazionali e internazionali, avvertono che troppi bambini rom finiscono nelle scuole speciali. Una realtà confermata di recente dalla prima inchiesta sociologica ordinata dal ministero dell'istruzione ceco. Il 30 per cento dei bambini rom frequenta infatti scuole per disabili mentali. Il tasso per gli altri bambini è del 2 per cento, che corrisponde alla media mondiale. La grande maggioranza del resto dei bambini rom frequenta le "scuole gitane", dove i risultati non sono molto migliori di quelli delle scuole per disabili.

Pressioni xenofobe

A Brno la segregazione scolastica è nota alla popolazione locale. Ma il comune di Brno dice di ignorare completamente questa realtà. Secondo un consigliere municipale non esistono "classi per rom", e tutti i bambini frequentano la scuola che corrisponde al loro domicilio.

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La pressione esercitata dalla popolazione per aumentare la segregazione è sempre più forte: gli abitanti di Brno, come la maggior parte dei cechi, sono convinti che i bambini rom siano più stupidi e indisciplinati dei loro figli e più inclini alla violenza. E come scrivono gli autori di una petizione, "visto che dobbiamo vivere con loro, almeno non fateceli incontrare a scuola".

La pressione segregazionista è legata anche a un'altra realtà: ogni anno quasi un terzo dei bambini rom non ha la possibilità di frequentare una scuola elementare "gitana", e dopo una diagnosi di ritardo mentale viene messo in una scuola cosiddetta "specializzata". La repubblica Ceca ha un numero quattro volte maggiore di bambini che frequentano scuole speciali rispetto all'Austria e cento volte superiore rispetto alla Svezia. La percentuale di rom cechi "ritardati mentali" è dieci volte superiore al normale. Due sono le possibili spiegazioni: o i rom cechi sono meno intelligenti di quelli degli altri paesi, o la nostra società è razzista e li obbliga sistematicamente fin dall'infanzia all'inferiorità.

Da trent'anni lo psicologo Petr Klima lavora in uno studio di consulenza psicologica per bambini di cui oggi è il direttore. Sono gli studi come il suo che raccomandano l'iscrizione dei rom alle scuole "speciali".

In base alla sua esperienza, Klima afferma: "I bambini rom ottengono risultati molto bassi ai test. Non sono io a dirlo, è un fatto dimostrato, l'80 per cento di questi bambini sono al limite del ritardo mentale". Secondo Klima le famiglie rom dovrebbero essere riconoscenti dell'esistenza delle scuole speciali, perché è solo grazie a esse che i bambini possono acquisire le basi dell'alfabetizzazione.

La solidarietà conviene

In tutta la Repubblica Ceca decine di studi medici dispensano gli stessi consigli. "Penso che la maggior parte dei miei colleghi faccia queste raccomandazioni in buona fede", osserva Jana Zapletová, psicologa e direttrice dell'Istituto di consultazione psicologica. "Dobbiamo cambiare questa mentalità, ma non sarà facile".

Per Zapletová il cambiamento di metodi passa attraverso una trasformazione delle scuole primarie. Ed è indispensabile aumentare i fondi a loro disposizione, per creare delle classi più piccole, formare gli insegnanti, assumere degli assistenti e seguire i bambini in modo individuale.

Non dimentichiamo il freddo calcolo degli economisti, che dimostra come ogni anno la Repubblica Ceca perda 16 miliardi di corone a causa di un sistema educativo che sforna milioni di disoccupati. Da questo punto di vista investire miliardi di corone nel miglioramento del sistema educativo sarebbe una scelta economica decisamente più intelligente.

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