Parco eolico a Caurel-Saint Mayeux, in Bretagna. (AFP)

Venti di corruzione

Le centrali eoliche, punto di forza della strategia europea contro il riscaldamento globale, sembrerebbero al di sopra di ogni critica. Ma con oltre 4 miliardi di euro di budget più le tangenti, il settore delle rinnovabili attira "ambientalisti" assai dubbi, rivela l'International Herald Tribune.

Pubblicato il 16 Dicembre 2009 alle 15:52
Parco eolico a Caurel-Saint Mayeux, in Bretagna. (AFP)

I venti che dal nord spirano sulle isole Canarie attraggono da anni i surfisti più audaci, ma adesso le raffiche da 60 chilometri orari si portano dietro anche le gigantesche turbine eoliche e i relativi milioni di euro di investimenti. Con le loro pale rotanti, le 55 turbine allineate oltre la spiaggia di ghiaia grigia di Pozo Izquierdo sono gli imponenti simboli di un’industria sempre più importante, che ha tutte le potenzialità per produrre energia pulita e corruzione in abbondanza.

La cittadina di Santa Lucía Tirajana è stata investita quest’anno da un vero e proprio tornado: un’indagine condotta dalla Guardia Civil ha messo in luce le irregolarità del progetto di una nuova centrale eolica. Adesso il sindaco, cinque funzionari locali e due responsabili della centrale sono sotto accusa per reati penali vari, tra i quali abuso di potere, confisca illecita dei terreni e corruzione. Il movente? Fino a 40 milioni di euro di sussidi dall’Unione Europea.

Questa e altre inchieste in corso in Europa gettano luce sull’approccio spesso troppo permissivo di un’industria eolica in rapida espansione. Ci sono oltre 4 miliardi di sussidi strutturali e agricoli per le energie rinnovabili da allocare fino al 2013, una somma che costituisce una bella tentazione per un settore giovane e che secondo gli esperti merita fiducia, tanto da superare qualsiasi critica politica.

Le autorità affermano che è impossibile quantificare il livello di corruzione e truffa nella spesa pubblica per l’energia eolica, perché le indagini sono ancora in corso in vari paesi. Secondo i più critici oppositori di questo sistema, i ricchi finanziamenti e i controlli a macchia di leopardo allettano un’ampia gamma di politici e imprenditori corrotti.

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Le indagini della polizia si sono intensificate negli ultimi mesi. Quest’anno cinque cittadini corsi sono stati arrestati e condannati a una multa per aver intascato fino a 1,54 milioni di sussidi dell’Unione Europea destinati alle centrali eoliche. In Italia – dove sono attualmente in corso tre indagini di questo tipo – il mese scorso sono state arrestate 15 persone, nell’ambito di un’indagine che le autorità hanno battezzato in codice “Via col vento”, che ha rivelato una truffa mirata a ottenere almeno 30 milioni di euro dall’Ue.

Un piatto ricco, anche senza vento

La tentazione è dovuta al fatto che la costruzione di una turbina standard da 2 megawatt costa circa 2,75 milioni di euro, ma produce 275mila euro l’anno di elettricità. Ma questa cifra può arrivare fino a 500mila euro grazie agli incentivi statali pagati dalle società elettriche come bonus per le energie rinnovabili. In molti paesi i produttori di energia eolica ricevono le cosiddette feed-in tariff - bonus speciali ben al di sopra del prezzo di mercato e destinati proprio alle energie rinnovabili – o ancora tassi speciali, se firmano contratti da 15-25 anni.

Secondo Richard Robb, ha investito in centrali eoliche in Francia e Germania, anche quando manca il vento queste tariffe rappresentano un ammortizzatore. In Germania la sua centrale eolica si qualifica per una feed-in tariff di circa 83,6 euro per megawatt l’ora, mentre il prezzo di mercato è compreso tra i 30 e i 70 euro, e questo gli consente di avere un margine garantito di guadagno pari al 15 per cento circa.

Nelle isole Canarie, dove sorgono già 44 centrali eoliche, funzionari pubblici e imprenditori sono stati inchiodati grazie a migliaia di cimici che hanno permesso agli inquirenti della Guardia Civil di intercettare le conversazioni tra gli imprenditori responsabili della centrale di Santa Lucía e le autorità municipali, tutti accusati di complottare un accordo segreto per confiscare terre private nei pressi della spiaggia di Pozo Izquierdo per trasformarle in suolo pubblico, in modo da ottenere più facilmente i sussidi. In gioco, in pratica, c’erano fino a 40 milioni di euro, provenienti da un fondo che ripartisce gli aiuti dell’Ue nelle regioni dei territori spagnoli d’oltremare.

Vecchie truffe per un nuovo business

Indagini simili sono in corso anche in Sicilia, dove si concentra la produzione di energia eolica in Italia. Nell’operazione denominata “Via col vento” le autorità hanno scoperto uno schema molto complicato in funzione del quale – come ha spiegato il colonnello Mario Imparato della Guardia di Finanza – era possibile intascare una buona parte dei sussidi allocati dall’Ue. Del complotto facevano parte un banchiere – che si occupava dei documenti necessari a ottenere i sussidi – e una complessa rete di centrali eoliche. In pratica, dopo aver fatto richiesta di finanziamento all’Ue se ne utilizzava soltanto una piccola parte per costruire la centrale e poi si inviava la cifra restante a una società all’estero, ha spiegato il colonnello Imparato. In seguito, le aziende all’estero spostavano i fondi in un’altra società ancora, che partecipava alla richiesta di ulteriori sussidi.

Un’altra indagine, condotta in Sicilia occidentale e denominata “Operazione Eolo”, ha portato all’arresto di sette persone che saranno processate a gennaio. In questo caso i procuratori ipotizzano che la criminalità organizzata abbia semplicemente adattato tecniche di vecchio stampo – corruzione e tangenti – al nuovo business, passando a un membro della commissione una mazzetta da 75mila euro e una Mercedes perché intervenisse a favore dell’approvazione della centrale eolica.

“A dettar legge è sempre il denaro” ha commentato Andrew Campanelli, ispettore forense per Deloitte Financial Advisory Services. “In un’economia in recessione c'è bisogno di più contanti e molti guardano alle energie pulite come a un facile meccanismo per utilizzare capitali ottenuti in modo fraudolento.

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