Sascha Lobo, il più odiato di internet

Per quanto riguarda il web la Germania è ancora un paese arretrato e spaventato dalla novità. Ecco perché uno dei suoi blogger più famosi suscita tanta invidia e antipatia.

Pubblicato il 22 Maggio 2012 alle 10:43

Perché tutti odiano Sascha Lobo? Nel corso di questa intervista ho dovuto fare una sola domanda. Il resto è venuto da solo. Sascha Lobo propone di incontrarmi alla Soho House di Berlino, l'ex sede del Sed [Partito socialista dell'ex Ddr]. È un pomeriggio brutto e piovoso nella Torstrasse, la strada più brutta di Berlino ma anche la più di moda. In primo luogo parliamo del modo di rivolgerci gli uni agli altri su internet, in altre parole di quello che è permesso dirsi o meno.

Sascha afferma: “La lingua di internet è una lingua a parte. L’insulto ne è parte integrante. Esiste una poesia dell'insulto”. Internet non è ancora completamente capita in Germania: “Si ha l'impressione che la gente pensi: ‘se mi espongo sulla rete, verrò preso in giro’”. La sola cosa da sapere è che sul web non bisogna comprare nulla, dice ridendo. Da questo punto di vista la Germania è ancora un paese in via di sviluppo, spaventato dalla novità.

Le risposte di Sascha sono chiare e precise. Si esprime in qualità di Sascha Lobo, di figura del web, di ambasciatore. Per lui rispondere alle interviste è diventata un’abitudine, quella di parlare e di essere sempre in ascolto. Ha semplicemente assimilato le regole del gioco: vendere, divertire, farsi notare. L’intervista si svolge nel migliore dei modi, di fronte a un interlocutore il cui discorso sembra già scritto.

Il successo di Sascha testimonia una mancanza. Internet è un mondo a parte, modellato da specialisti e blogger. Il resto della società si adatta volentieri a un uso passivo di internet. La società digitale tedesca è una monarchia, una riserva di caccia personale dove Sascha regna da signore assoluto o quasi.

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Quindici anni di internet hanno cambiato tutto e nessuno sa cosa questo implicherà per noi. Solo due tipi di persone sanno quello che ci attende: gli appassionati di informatica e chi traduce per il grande pubblico quello che questi esperti stanno architettando. Questi traduttori sono gli esperti della rete.

Su internet i blogger hanno le loro abitudini e rimangono fra di loro. Il risultato è che le comunità virtuali tedesche presentano una certa consanguineità. In altre parole c’è un mondo per gli iniziati e un altro per i profani. Più le Cassandre ci mettono in guardia contro il cattivo web, ritenuto responsabile del declino culturale, più gli ottimisti si battono in favore della nuova strada digitale.

Difficile trovare un personaggio più attivo nel decifrare il mondo per il grande pubblico. Sascha scrive blog, discute, spiega, twitta e firma articoli su molti siti internet. E proprio perché è qui da molto tempo che riesce a divertirsi nel trovare la formula vincente e che gli permette di guadagnarsi tranquillamente da vivere.

Ma quest'uomo è anche oggetto di un odio feroce. Invidiato dai blogger concorrenti, disprezzato dai media analogici perché interpreta al loro posto una parte essenziale del mondo e rinnegato dal grande pubblico che diffida dei movimenti di massa. Se si digita “Sascha Lobo Arschloch” [stronzo] su Google si ottengono novemila risultati.

Bisogna dire che il nostro uomo non fa nulla per farsi amare dalla gente: il suo marchio di fabbrica è una cresta da irochese tinta di rosso. Ma la pettinatura potrebbe pure andare, se non fosse che Sascha ripete in continuazione che la porta solo per ragioni di marketing. Per essere riconosciuto. Molti vi vedono una forma di decadenza e cinismo.

L’autoironia e il distacco fanno parte integrante della strategia di comunicazione di Sascha: “Internet ci mette continuamente di fronte alle nostre incoerenze”. Tutto quello che viene detto online incontra un’eco enorme. Per qualunque cosa vi è sempre un’opinione, una reazione, una critica, un rimprovero, una replica. Viviamo nell’era della democrazia scritta. Ma la democrazia deve ancora essere fatta su internet, dove i commentatori rappresentano una forma di “Camera del popolo”.

L’età dell’oro

In una democrazia il potere esecutivo deve tenere conto dei risultati elettorali e di prese di posizione di cui farebbe volentieri a meno. Su internet quelli che in passato erano seduti in ultima fila e non osavano alzare la voce, adesso hanno la possibilità di essere ascoltati, inclusi i matti e gli ipercritici.

Questo modo di comunicazione rimette in discussione la nozione di verità assoluta. Non esiste né verità né bugia, ma solo un dibattito continuamente ripreso. Le nostre incoerenze sono ridicolizzate pubblicamente. Secondo Sascha “non è colpa di Google se la gente legge solo le prime dieci righe di una ricerca”.

La prima generazione di giovani che è nata nell'era digitale già comincia a lamentarsi a scuola dei propri professori, ritenuti troppo antiquati, e qualunque studente è capace di piratare il computer o l’iPhone del suo professore di biologia. Forse un giorno si dirà di questo periodo: era una fase di transizione straordinaria. A quei tempi si potevano ancora guardare gratuitamente film su internet, era un’età dell’oro, anche se un punk era costretto in continuazione a spiegare tutto agli imbecilli.

Forse un giorno Sascha Lobo diventerà un simbolo di questa era di transizione, di questa epoca in cui è cambiato tutto. Del resto questo ragazzo con la cresta rossa ha qualcosa di preistorico.

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