Presto, un bailout!

Come ci si aspettava da tempo, il governo di Nicosia sta per chiedere l’aiuto dell’Ue, stimato in 3-4 miliardi di euro, per ricapitalizzare le sue banche, minacciate dal debito greco. Ma il tempo è agli sgoccioli.

Pubblicato il 13 Giugno 2012 alle 14:25

Ora che non escludiamo più l’eventualità di chiedere un bailout all’Ue, forse dovremmo pensare al momento in cui farlo, che potrebbe rivelarsi di importanza cruciale. Dato che abbiamo accettato di prendere questa decisione, prima lo faremo meglio è, anche se ciò contrasta con la filosofia del governo di lasciare sempre tutte le decisioni importanti all’ultimo momento.

In teoria, avremmo dovuto farlo contemporaneamente alla Spagna, così saremmo stati trattati in modo analogo. Avremmo in ogni caso dovuto prendere provvedimenti – probabilmente ci avrebbero detto di tagliare gli stipendi del settore pubblico – ma quanto meno ogni cosa sarebbe avvenuta in modo controllato.

Avendo sprecato questa occasione, il governo avrebbe dovuto presentare richiesta prima delle elezioni parlamentari che si terranno in Grecia domenica, dopo le quali la zona euro potrebbe precipitare nel caos – se la vittoria di Syriza, la sinistra che si oppone al bailout, preludesse alla prospettiva di un’uscita della Grecia dall’euro e portasse lo scompiglio nei mercati. È una possibilità che nessuno può escludere, dato che i sondaggi di opinione attestano che il margine di distacco tra Syriza e Nuova democrazia che propendono per il bailout è estremamente ridotto, quasi inesistente.

Allora cosa sta aspettando il governo? È risaputo che l’emissione di azioni della Laiki Bank che ha sottoscritto non si avvicinerà affatto ai 1,8 miliardi di euro necessari a ricapitalizzare la banca. Sappiamo anche che i bond statali non sono accettati dalla Bce ai fini della ricapitalizzazione (come è inevitabile, del resto, quando i titoli di uno stato hanno il rating di spazzatura), il che significa che è quasi certo che il bailout sarà chiesto entro la fine del mese.

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Ma il governo crede davvero di riuscire a ottenere un prestito entro la fine del mese ed evitare il meccanismo di supporto, come sta lasciando intendere il portavoce? Sicuramente, ormai avrebbe dovuto abbandonare la speranza e prepararsi a entrare nel meccanismo di supporto adeguando il pacchetto di misure che dovrebbe varare. Si sarebbe così risparmiato l’imbarazzo di negoziare i termini del bailout proprio quando il 1 luglio assumerà la presidenza a rotazione dell’Ue.

Giunge notizia da Bruxelles che il governo ha già informato la Commissione della sua intenzione a entrare nel meccanismo del fondo salva stati, ma non è chiaro quando presenterà effettivamente la domanda. Noi speriamo che il governo - per una volta – dimostri di aver capito quanto ciò sia urgente e lo faccia subito, meglio che poi.

Bailout

Modello spagnolo o irlandese?

Il salvataggio di Cipro, il cui settore bancario rappresenta 7,5 volte il peso totale dell’economia del paese, non dovrebbe seguire il percorso “classico” adottato per Grecia, Irlanda e Portogallo, sostiene Nrc Handelsblad. Secondo il quotidiano olandese “due precedenti suggeriscono che l’operazione si svolgerà in modo diverso da come molti paesi sperano”.

Il primo è quello della Spagna, che è riuscita a ottenere un aiuto europeo senza dover avere a che fare con i "Men in Black" della troika Ue-Fmi-Bce, che invece sono arrivati in Grecia, Irlanda e Portogallo. Il secondo è quello dell’Irlanda, che come Cipro ha una tassazione per le imprese molto attraente (rispettivamente 12,5 per cento in Irlanda e 10 per cento a Cipro) il cui mantenimento è stato negoziato con la troika.

Questi precedenti, in cui abbiamo visto i debitori discutere con decisione le condizioni dei prestiti, potrebbero spingere la Grecia a rinegoziare a sua volta il piano di salvataggio se la sinistra radicale dovesse vincere le elezioni del 17 giugno. Se Cipro si comporterà nello stesso modo per ottenere i 4 miliardi di euro di aiuti stimati, potrebbe scatenare la rabbia degli irlandesi, aggiunge Nrc:

Perché gli irlandesi sono stati posti sotto tutela complessa, mentre la Spagna, per ora, se la cava con un salvataggio che lascia Madrid abbastanza tranquilla?

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