Atene, marzo 2010. Manifestazione contro il piano di austerity

I danni collaterali di Atene

Diversi paesi osservano con apprensione l'evolversi della situazione economica della Grecia: alcuni perché molto legati economicamente ad Atene, altri perché la crisi greca rischia di rinviare la loro adesione alla moneta unica. 

Pubblicato il 12 Aprile 2010 alle 15:38
Atene, marzo 2010. Manifestazione contro il piano di austerity

Nei Balcani "il sostegno alla Grecia rappresenta una boccata di ossigeno", osserva Die Presse dopo il via libera dei paesi della zona euro a un piano di salvataggio delle finanze pubbliche greche. La Grecia controlla infatti gran parte dei loro mercati finanziari, spiega il quotidiano viennese. In Bulgaria il 30 per cento delle banche appartiene a società greche, mentre in Albania il 50 per cento del settore finanziario è in mano a banche greche. La Grecia è stata per molto tempo un modello e un motore di crescita per i Balcani. I greci hanno investito diversi miliardi di euro nella regione e mentre 17mila bulgari lavorano per imprese greche nel loro paese, più di 100mila posti di lavoro in Bulgaria dipendono dagli investimenti greci. Anche le esportazioni bulgare sono minacciate poiché la Grecia è il quarto importatore di prodotti bulgari. "La crisi greca dovrebbe avere pesanti conseguenze sui lavoratori stagionali", aggiunge Die Presse. In Bulgaria sono 150mila, in Albania 650mila. "Intere famiglie dipendono dagli stipendi di camerieri, colf e braccianti provenienti dai Balcani".

"La crisi greca porrà nuovi ostacoli all'adesione di alcuni paesi alla zona euro? Gli stati dell'Europa centrale che si sono comportati in modo responsabile e che rispondono ai criteri dell'euro si vedranno opporre un rifiuto a causa della Grecia? Il rischio è che i greci saranno salvati e quindi ricompensati per la loro irresponsabilità, mentre gli estoni e i bulgari pagheranno per le colpe altrui", scrive il settimanale romeno Dilema Veche, per cui tra i danni collaterali provocati dalla crisi greca ci sarà il probabile rinvio dell'adesione dell'Estonia, della Bulgaria e della Romania alla zona euro, nonostante questi paesi abbiano tenuto un comportamento relativamente virtuoso.

In realtà anche la presunta buona condotta della Bulgaria ha ricevuto un duro colpo con le recenti rivelazioni sul suo deficit. Secondo euobserver.com il governo bulgaro ha annunciato di aver scoperto dei "contratti nascosti" ereditati dall'esecutivo precedente che hanno fatto crescere il deficit pubblico per il 2009 dall'1,9 al 3,7 per cento del Pil, al di là quindi della soglia del 3 per cento richiesto per i membri della zona euro e per i paesi candidati. Così la Bulgaria passa da "paese modello" del gruppo dei candidato all'adesione alla zona euro a una situazione di incertezza. "L'11 aprile", continua il sito, "il ministro delle finanze ha dichiarato che le rivelazioni non comportano il blocco definitivo ma solo una pausa nella procedura di entrata nella zona euro". (adr)

Visto dalla Grecia

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La telenovela è finita

La più grande campagna della stampa ellenica si avvia alla conclusione. Nel panico degli ultimi mesi, con i mercati in ginocchio a causa della crisi finanziaria del paese, i giornali greci hanno fatto di tutto per "spingere l'Europa a dotarsi di un'arma di difesa", scrive il quotidiano progressista Ta Nea, "Adesso il fucile è sul tavolo, carico e pronto ad essere utilizzato in qualsiasi momento", afferma il quotidiano riferendosi al meccanismo di aiuto economico alla Grecia. L'undici aprile i paesi dell'eurozona si sono messi d'accordo sull'ammontare dell'aiuto al paese ellenico. Ta Nea coglie l'occasione per fare il punto sul "verdetto 45" e spiegare che "il meccanismo d'aiuto scaturisce dalla collaborazione tra Ue e Fmi. I membri dell'eurozona contribuiranno per il 2010 con 30 miliardi di euro, mentre il Fondo aggiungerà 15 miliardi, a un tasso del 5 per cento." "È stato un momento di aggregazione e autocoscienza per l'Europa", scrive To Ethnos, convinto che la partecipazione del Fmi "potrà arrivare a 50 miliardi di euro". Eleftherotypia parla di "aria fresca nei polmoni della Grecia", e ricorda che "i prossimi mesi saranno un test, sia per i mercati che per i paesi coinvolti. Il piano d'austerità del governo greco continua a suscitare il malcontento generale. Il prossimo 22 aprile è in programma uno sciopero indetto dai sindacati degli statali, e si attende ancora la presa di posizione dei sindacati privati".

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