Il presidente russo Dmitri Medvedev e quello della Commissione europea José Manuel Barroso al summit Ue-Russia 2009 a Khabarovsk (Russia).

Un incontro atteso a lungo

Il vertice Ue-Russia si apre a Rostov in un contesto di crisi economica e di timido avvicinamento tra i due blocchi. Da un lato l'Europa vorrebbe che Mosca adottasse il suo modello economico, sociale e politico; dall'altro il Cremlino punta sulla cooperazione con l'Europa per modernizzare la propria economia. 

Pubblicato il 31 Maggio 2010 alle 15:27
Il presidente russo Dmitri Medvedev e quello della Commissione europea José Manuel Barroso al summit Ue-Russia 2009 a Khabarovsk (Russia).

"Solo George W. Bush era riuscito a dividere gli europei come ha fatto la Russia", afferma José Ignacio Torreblanca su El País mentre si apre a Rostov il 25° vertice Ue-Russia. Le divisioni tra i Ventisette hanno permesso a Mosca di dominare i paesi europei, "ricompensandone alcuni, ignorandone altri e facendo pressioni su altri ancora", grazie a una diplomazia che ha applicato la vecchia regola del "divide et impera". Gli europei hanno creduto che "i russi con il tempo si sarebbero avvicinati ai parametri occidentali, fino al giorno in cui questo paese si sarebbe trasformato in una democrazia rappresentativa dotata di un'economia aperta e di politiche allineate a quelle dell'Ue. Ma così non è stato", osserva il quotidiano spagnolo citando l'analista Gleb Pavlosky.

Come sottolinea la Frankfurter Allgemeine Zeitung, mentre gli europei puntavano su questa "modernizzazioni sistemica", "i leader russi invece hanno seguito un approccio selettivo, che si è limitato a una modernizzazione dell'economia. Il loro obiettivo non è la democratizzazione, ma il mantenimento dello status quo e del potere", conclude la "Faz".

"Per modernizzare la sua economia, la Russia ha bisogno di un'iniezione di tecnologia", scrive Dziennik Gazeta Prawna, per la quale l'aiuto dell'Ue è indispensabile. Il nuovo approccio pragmatico della diplomazia russa, fatto di accordi bilaterali con i vicini europei, non modifica però gli obiettivi strategici di Mosca: "Migliori relazioni con l'Ue dovrebbero facilitare la ripresa delle compagnie energetiche europee da parte dei giganti russi del settore, in particolare nelle repubbliche baltiche".

Per la sua connazionale Gazeta Wyborcza, il "partenariato per la modernizzazione" fra l'Ue e la Russia che deve essere firmato a Rostov "non funzionerà se l'Unione si limiterà a offrire tecnologia alla Russia senza chiedere in cambio delle riforme". "I russi impongono abilmente un programma di cooperazione su misura: vogliono tecnologia ma rimangono silenziosi sugli altri problemi, come la sicurezza energetica o lo sviluppo della società civile", spiega un diplomatico polacco. Alcuni osservatori sottolineano che in questo momento il Cremlino ha realmente bisogno dell'Europa.

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E per questo motivo ritengono che l'Unione possa presentare alla Russia delle richieste consistenti. Il problema, conclude Gazeta Wyborcza, è che l'esigenza di avvicinamento è reciproca: anche gli europei vogliono un migliore accesso al mercato russo e che la Russia entri a far parte del "nuovo occidente", offrendo in cambio il loro sostegno nella competizione con la Cina. "Ma questo approccio di modernizzazione ridotto ai minimi termini – il sostegno a un modello che fa fatica a riformarsi – non porterà a nulla ed è destinato a fallire", spiega sul quotidiano polacco Katinka Baryshm del Centre for European Reform.

La Russia ha bisogno dell'Ue per favorire la propria modernizzazione in tempi rapidi, osserva la Süddeutsche Zeitung. Secondo il giornale tedesco "dopo aver fatto per anni dell'economia uno strumento politico, la Russia sembra adesso fare il contrario: adatta la sua politica alle esigenze economiche. E questa è una buona notizia per l'Europa".

Il rafforzamento dei legami con l'Unione è "sia strategico che tattico", osserva il politologo bulgaro Ivan Krastev su Le Monde: "La Russia ha analizzato il cambiamento di potere seguito alla crisi economica. Questa crisi ha infatti cancellato una sua grande ambizione: diventare una potenza emergente. Mosca comincia a provare lo stesso sentimento degli europei, l'emarginazione del continente".

Per Krastev la Polonia è la chiave di volta dei nuovi rapporti fra Mosca e l'Europa. Il processo di riavvicinamento "è cominciato con la visita di Putin a Gdansk nel settembre 2009, in occasione dell'anniversario dell'inizio della seconda guerra mondiale. L'incidente aereo di Smolensk non ha cambiato la strategia, anzi l'ha accelerata. Il triangolo Polonia-Germania-Russia è fondamentale per negoziare un nuovo ordine europeo", osserva Krastev.

Avvicinamento alla Polonia, ma anche alla Germania, osserva România liberă, per il quale la crisi greca ha messo in evidenza la debolezza dell'Ue spingendo Berlino ad allontanarsi dal suo partner tradizionale, Parigi, per avvicinarsi a Mosca, "la sua prima fonte di approvvigionamento di gas" e un "fornitore importante di manodopera qualificata". L'accordo sull'abolizione dei visti per i russi che si recano in Germania, che sarà discusso il 31 maggio, "modificherà l'equilibrio regionale dell'Europa orientale in favore dei russi".

Insomma, anche se limitato al settore economico, l'Ue ha comunque "un ruolo importante da svolgere" nella modernizzazione della Russia, osserva ancora Torreblanca. Ma a condizione che agisca in modo unito e che non dimentichi che lo scopo principale di Mosca non è di entrare a far parte dell'Europa, ma di diventare un "centro di potere" in un mondo multipolare. Con Catherine Ashton e Herman Van Rompuy a capo della diplomazia europea, questo vertice è un"ottima occasione" per verificare fino a che punto l'Ue sia "capace di rilanciarsi e gestire le divisioni interne". (adr)

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