Borsa di Francoforte, maggio 2010.

Tempi duri per gli avvoltoi

Gli hedge fund accusati di remare contro l'euro sono in crisi. Non è solo il risultato delle misure adottate dall'Unione: ad azzerare i loro profitti ha contribuito anche il maggio più nero per le borse mondiali degli ultimi decenni.

Pubblicato il 7 Giugno 2010 alle 16:03
Borsa di Francoforte, maggio 2010.

Contro tutte le attese, nel mese di maggio la crisi dell'Europa non ha prodotto nessun guadagno per i titoli accusati di aver manovrato per approfittarne, i fondi d'investimento che si alimentano della fluttuazione dei tassi d'interesse e della svalutazione del debito statale. Gli hedge fund, titoli specializzati in questo tipo di operazioni e che applicano la cosiddetta strategia "global macro", secondo l'agenzia statunitense Hedge fund research hanno registrato in maggio una perdita dello 0,92 per cento. Dall'inizio dell'anno questi fondi, che in teoria dovrebbero guadagnare grazie alla crisi, hanno fatto perdere l'1 percento del capitale investito ai loro clienti, mentre i fondi d'investimento alternativi hanno conservato in media il loro patrimonio (-0,3 per cento). "Non è una catastrofe. Fluttuazioni di rendimento del genere sono la norma per i fondi 'macro'", precisa Eric Bissonnier, uno dei responsabili di Eim, società con base a Nyon specializzata nella selezione degli hedge fund.

Malgrado tutto, a metà aprile Louis Bacon – figura leggendaria della finanza e capo della Moore Capital – confidava ai suoi clienti che "l'investimento più interessante" era collegato "al potenziale crollo dell'unione monetaria europea". Secondo un investitore nelle prime settimane di maggio il titolo vedetta della Moore ha invece subito perdite vicine all'8 per cento. L'agenzia Bloomberg rivela che nelle prime tre settimane di maggio il titolo principale della Brevan Howard, il gigante europeo degli hedge fund, non ha registrato alcun guadagno. Inoltre il fondo Advantage di John Paulson, finanziere che ha fatto fortuna grazie alla crisi dei "subprime", ha perso circa il 7 per cento del suo valore.

Ancora pessimisti

Una disfatta del genere può far pensare che gli stati europei abbiano vinto la "battaglia tra il potere politico e i mercati" invocata dalla cancelliera Angela Merkel lo scorso 6 maggio di fronte ai parlamentari tedeschi. La realtà è però più complessa. Secondo Laurent Chevallier, specialista della Eurofin Capital di Ginevra, molti fondi definiti speculativi hanno certamente "guadagnato parecchio in marzo e aprile, al punto da mantenere un saldo positivo anche in maggio: dalle scommesse al ribasso sulla Grecia sono passati a quelle sull'euro e sulle borse europee, accumulando oro nel frattempo". Le speculazioni di questo tipo sono state ostacolate dal piano di salvataggio da 750 miliardi di euro annunciato il 9 maggio dall'Unione europea e dalla svolta della Banca centrale europea, diventata l'acquirente di ultima istanza dei titoli di stato massacrati dagli speculatori attraverso le vendite allo scoperto e soprattutto grazie a operazioni complesse chiamate "credit default swap" (Cds)

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Secondo gli esperti la mobilitazione dei governi europei e della Bce contro quelli che sono stati percepiti come attacchi speculativi non basta da sola a spiegare la perdita dei fondi "global macro". I finanzieri che hanno speculato sul mancato rientro dal debito della Grecia o sulla crisi dell'eurozona, così come quelli che se ne sono astenuti, hanno in realtà dovuto affrontare un problema più semplice: un bollettino spaventoso sui mercati d'Europa ma anche a Wall Street, che ha passato il suo maggio più tragico dal 1940.

Queste settimane di confusione stanno relativizzando l'impatto degli hedge fund sulla crisi europea. Un'altra minaccia brandita dalle autorità dell'Europa ha portato anche i più aggressivi degli hedge fund a sollevare il piede dall'acceleratore: l'inasprimento delle regolamentazioni da parte delle autorità dell'Unione. La marcia indietro dei fondi speculativi potrebbe essere di breve durata. Da settimane ormai hanno cambiato obiettivo, probabilmente per vivacizzare un mercato impoverito dalla mancanza di capitali. "I fondi alternativi restano molto pessimisti, e scommettere sul crollo dell'euro è la cosa più naturale", sottolinea Alexandre Poisson, direttore di Hdf International. Per sradicare queste certezze ai politici europei servirà qualcosa di più che un maggio nero. (as)

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