Da sinistra Mark Rutte, Geert Wilders, Job Cohen e il premier uscente Jan Peter Balkenende.

Effetto crisi sulle elezioni

Dopo l'affermazione alle amministrative dello scorso marzo, il Pvv di Geert Wilders sembrava lanciato verso il governo. Ma la tempesta economica ha stravolto le previsioni.

Pubblicato il 8 Giugno 2010 alle 14:25
Da sinistra Mark Rutte, Geert Wilders, Job Cohen e il premier uscente Jan Peter Balkenende.

"La campagna elettorale nei Paesi Bassi si concentra soprattutto sulla crisi economica, sui tagli al bilancio e sull'occupazione”, sintetizza Trouw. Anche se il paese registra il più basso tasso di disoccupazione d'Europa (il 4,1 per cento), la crisi preoccupa gli olandesi. Prima conseguenza: i liberali del Vvd, guidati da Mark Rutte, usciranno probabilmente vincitori dalle elezioni del 9 giugno con 36 seggi all'Assembla nazionale (su 150). “In periodi di incertezza, l'elettorato si mostra tradizionalmente meno progressista”, ricorda De Volkskrant, anche se “la responsabilità della crisi viene addebitata proprio agli eccessi del liberismo”.

Seconda conseguenza: la crisi ha fatto passare in secondo piano il dibattito sull'integrazione degli immigrati, cavallo di battaglia dell'islamofobo Geert Wilders e del suo Pvv. "Nelle ultime settimane Wilders ha continuato a insistere sulle conseguenze dell'immigrazione, ma questa tattica non sembra molto produttiva: pensava che il suo rapporto sui costi dell'immigrazione (7,2 miliardi di euro all'anno) gli avrebbe dato grande visibilità, ma la presentazione del rapporto è stata oscurata dalle polemiche sulla mancanza di democrazia all'interno del suo stesso partito. Inoltre le altre forze politiche hanno saputo reagire alle conclusioni semplicistiche del suo rapporto, affermando che una stima dei costi degli invalidi o degli anziani era poco opportuna".

Trouw osserva comunque che anche se non è il tema principale della campagna elettorale, l'immigrazione svolge comunque un ruolo importante. Nei loro programmi "il Vvd, il Cda [cristiano-democratici] e soprattutto il Pvda [laburisti] si sono avvicinati al Pvv", anche se "esistono ovviamente grandi differenze fra i partiti". Solo il Pvv vuole sopprimere tutti gli aiuti sociali agli immigrati, instaurare una quota massima di mille richieste di asilo politico all'anno e una tassa sul velo islamico. Ma nonostante "il tono intransigente di Wilders, che di fatto finisce per danneggiarlo", il suo partito potrà contare su 17-18 seggi, il doppio rispetto a quelli attuali. E dato che al momento il Vvd non ha escluso una coalizione con il Pvv, ci sono delle possibilità che Wilders entri nel governo.

Il Pvda, che sperava di ottenere dei buoni risultati con la candidatura del popolare Job Cohen dopo le dimissioni di Wouter Bos, è in calo nei sondaggi ma dovrebbe comunque arrivare secondo con 29 seggi. All'ex sindaco di Amsterdam, considerato come un portabandiera del multiculturalismo, si rimprovera la mancanza di combattività e di fermezza. E in un dibattito televisivo "non è stato molto convincente" nei confronti di Wilders, in particolare sulla questione della sicurezza, osserva De Volkskrant.

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Quale sarà il ruolo del Cda del primo ministro uscente Jan Peter Balkenende? Il partito porta ancora i segni della caduta del governo nel febbraio scorso, di cui Balkenende è ritenuto il principale responsabile: i sondaggi gli attribuiscono solo 21 seggi. Ma il suo declino sembra soprattutto legato all'abbandono della sua ideologia cristiano-democratica in favore di un approccio liberale alla crisi: "Il Cda ha un programma simile a quello del Vvd", osserva Nrc Handelsblad. "Volendo polemizzare, possiamo dire che Balkenende dà più importanza alla semplificazione delle leggi sul licenziamento e alla riduzione della durata dei sussidi di disoccupazione che all'affinità con il ChristianUnie [piccolo partito cristiano-democratico, tradizionalmente vicino al Cda]". Di conseguenza "Balkenende alimenta l'immagine di un Cda la cui ideologia cristiano-sociale nasconde in realtà degli obiettivi liberisti". Se i sondaggi saranno confermati, "Balkenende lascerà" la guida del Cda, conclude De Volkskrant: "uno che è stato primo ministro per otto anni non si accontenterà di un posto di vice-premier alle dipendenze di Mark Rutte. Balkenende è abituato a vincere, non a perdere". (adr)

Opinione

Un paese, due cliché

"Due immagini profondamente contraddittorie dei Paesi Bassi circolano sulla stampa internazionale. La prima è quella di un luogo selvaggio e senza legge, dove i poliziotti fumano le canne, gli omosessuali ballano per strada e l'eutanasia è permessa. Una società multiculturale così tollerante che anche gli islamisti sono sovvenzionati dallo stato, come afferma Ian Buruma sulla versione inglese di Der Spiegel. L'altra immagine, prosegue l'orientalista e saggista olandese, "nata dopo l'improvviso emergere di demagoghi populisti come Pim Fortuyn e Gert Wilders che hanno appofittato dell'islamizzazione dell'Europa", è molto diversa: i Paesi Bassi sembrano "un paese di reazionari e di razzisti, che vuole resuscitare il fascismo in Europa". Se le due immagini sono entrambe esagerate, è comunque vero che "c'è una forma di isteria collettiva riguardo il nuovo populismo incarnato da Wilders, così come c'era un entusiasmo eccessivo per i cambiamenti sociali degli anni sessanta, ovvero sesso droga e rock'n'roll per per spazzare via secoli di austerità calvinista". In realtà, nota Buruma, "la situazione nei Paesi Bassi non è così nera come suggerisce la retorica dei populisti. Wilders è popolare, ma non quanto l'ex sindaco di Amsterdam Job Cohen". Partigiano del dialogo con i musulmani, il leader laburista incarna agli occhi dei suoi avversari l'elitarismo liberale e la molle tolleranza causa di tutti i mali. Ma il partito di Cohen "potrà difficilmente riuscire a formare un governo". E se anche fosse, "problemi come il terrorismo, la criminalità o l'incertezza economica non spariranno di certo. Tuttavia i Paesi Bassi potrebbero restaurare un certo livello di buon senso. Smettere di essere un paese selvaggio o bigotto e diventare il luogo borghese e tranquillo che dovrebbe essere".

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