Un casinò di Kyrenia, Cipro Nord

Blackjack oltre la linea verde

La parte turca di Cipro, sottoposta a embargo internazionale, cerca di
sviluppare le proprie risorse economiche. La sua ultima iniziativa in
materia? Casinò per attirare i turisti stranieri.

Pubblicato il 2 Agosto 2010 alle 15:50
Un casinò di Kyrenia, Cipro Nord

È possibile costruire un paese inaugurando casinò? Sì, risponderebbero le autorità di Cipro Nord, lo stato nato dalla separazione delle comunità turche e greche dell’isola nel 1974 (in seguito all’invasione di metà dell’isola da parte dei turchi), autoproclamatosi indipendente nel 1983 e riconosciuto solo dalla Turchia. La Repubblica turca di Cipro del Nord è soggetta a un rigido embargo internazionale: politico, economico, turistico e culturale.

La Turchia – “la madrepatria” come la chiamano i ciprioti turchi – è l’unico legame con il mondo. È da lì che partono ed è lì che atterrano gli unici voli. Da lì provengono le banche e la moneta in uso nella regione, la lira turca. Sempre da lì vengono le derrate alimentari esposte sugli scaffali dei negozi. Cipro Nord “esporta” verso la Turchia agrumi, più che altro, e un raki di buona qualità. Ma il vero flusso di soldi dalla Turchia arriva sui tavoli verdi: qui la crisi non si fa sentire. Il paese approfitta del fatto che l’economia turca è in crescita malgrado la crisi mondiale. La banca centrale di Cipro Nord vanta eccedenze di 4,5 miliardi di dollari, niente male per uno “stato” che ha poco più di duecentomila abitanti.

Buona parte di questi soldi entra nelle casse dello stato tramite le tasse imposte ai casinò. Proibiti in Turchia, i casinò sono un’autentica risorsa per Cipro Nord. Soddisfano infatti il desiderio degli anatolici di tentare la sorte, e non solo il loro. I turisti affluiscono da Israele o dall’Europa occidentale (soprattutto dalla Gran Bretagna), e sfidano l’embargo per venire a scommettere e a giocare sul tavolo verde. Il 20 luglio – festa della repubblica autoproclamatasi tale – ha aperto i battenti un nuovo casinò - albergo a cinque stelle a Kyrenia (Girne in turco), pittoresca cittadina portuale sulla costa settentrionale dell’isola.

Quando si parla di isolamento bisogna relativizzare. Certo, vi abitano stabilmente 30-40mila soldati turchi e un po’ ovunque si vedono aree militari circondate dal filo spinato, ma sono numerosi i ciprioti turchi che hanno diritto al passaporto della Repubblica di Cipro, e che come qualsiasi altro cittadino europeo possono viaggiare liberamente, varcando perfino la linea verde che separa le due aree dell’isola. Molti turchi lavorano nella zona greca, dove i salari sono doppi rispetto alla regione a Nord (dove la media si aggira sui 600 euro).

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I rapporti dei ciprioti turchi con la loro “madrepatria” non sono sempre ed esclusivamente cordiali. Il governo di Ankara ha ridotto le sovvenzioni accordate finora all’isola e il grande timore che serpeggia nell’isola è che la Turchia possa fare di Cipro Nord una moneta di scambio per la tanto ambita annessione all’Unione Europea. (traduzione di Anna Bissanti)

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