Le acciaierie di Katowice

Un futuro per Katowice

Per scrollarsi di dosso l'immagine di decadenza, l'ex città mineraria della Silesia tenta di rilanciarsi attraverso l'arte e l'architettura, seguendo l'esempio di Bilbao.

Pubblicato il 7 Dicembre 2012 alle 16:54
Le acciaierie di Katowice

Nell’ottobre del 1997 a Bilbao fu inaugurato il museo Guggenheim, che trasformò una città postindustriale in una calamita per i turisti da tutto il mondo. Progettato da Frank Gehry e costato circa cento milioni di dollari, il museo ha avuto un successo immediato, con quasi 4 milioni di visitatori nei primi 3 anni.

Il Muzeum Śląskie di Katowice non riceverà la stessa attenzione mediatica e non sarà mai popolare come il Guggenheim, ma ci sono buoni motivi per pensare che possa avere un effetto simile sulla crescita della città. L’elemento più attraente del Muzeum Śląskie non è la sua architettura, anche se il raffinato design dell’edificio (sul sito di un’ex miniera di carbone) è davvero impressionante. Come Bilbao, Katowice non è una semplice città industriale e provinciale: la sua storia e la sua identità sono qualcosa di unico.

I silesiani sono la minoranza più nutrita del paese: nel censimento del 2011 le persone che hanno dichiarato di essere di nazionalità silesiana erano 817mila. La seconda minoranza del paese, i casciubi, sono appena 229mila. Molti polacchi considerano la recente avanzata del “nazionalismo” silesiano una pericolosa minaccia per la forte narrativa nazionalista che negli ultimi 200 anni ha permesso alla Polonia di superare le divisioni imposte dall'alto, l’occupazione tedesca e la dominazione sovietica.

Katowice non può permettersi di alienarsi potenziali investitori nella regione, indipendente dalla loro provenienza. Al contrario, più riuscirà a legarsi agli imprenditori tedeschi e meglio sarà per l’economia locale. Un tempo la città, chiamata Kattowitz, segnava infatti il confine sud-occidentale dell’impero tedesco.

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È stato in questa regione di frontiera tra l’est e l’ovest che si sono sviluppate la lingua e la cultura silesiana, insieme alla rivoluzione industriale e la costruzione delle ferrovie. Il silesiano è un dialetto del polacco, ma la base del suo vocabolario è germanica.

Questo ibrido culturale è il punto di forza della regione, specialmente per quanto riguarda il museo. Come la Catalogna e il Paese Basco sono sopravvissuti alla soppressione durante l’era di Franco in Spagna, così l’Alta Silesia è emersa culturalmente intatta dal periodo comunista, quando Katowice è stata brevemente rinominata Stalinogród.

Dopo la prima guerra mondiale, in Alta Silesia è stato organizzato un plebiscito per decidere se la regione dovesse rimanere parte della Germania o entrare nella nuova Repubblica Polacca. Dopo le rivolse siluriane del 1919, 1920 e 1921 la Lega delle Nazioni ha deciso di dividere la regione in una parte orientale e una occidentale.

Negli anni tra le due guerre Katowice è stata il centro dell’unico voivodato autonomo della Polonia (quello dell’Alta Silesia orientale), uno status che si riflette nel grandioso edificio del Parlamento silesiano (1925-29) e nell’architettura modernista degli anni trenta, che ha fatto guadagnare alla città il soprannome di “Chicago polacca”.

Dopo l’occupazione nazista l’intera Silesia è stata annessa alla Repubblica popolare di Polonia. Negli anni ottanta le miniere di carbone hanno fornito una base di sostegno a Solidarność, e il 16 dicembre 1981 nove minatori in sciopero sono stati uccisi dalla polizia antisommossa presso la miniera di Wujek, poco dopo l’introduzione della legge marziale.

Dal collasso del comunismo è in corso una rinascita dell’identità silesiana, culminato nei risultati del censimento del 2011. Oggi i curatori del museo devono affrontare un compito difficile e negoziare le politiche di questa complessa e unica narrativa storica. Di sicuro hanno a disposizione un sito e un edificio in grado di rendere giustizia alla tradizione silesiana, e sembra vogliano creare una moderna e esposizione interattiva simile a quella del Warsaw Rising Museum.

Il Muzeum Śląskie è solo una parte dell’ambizioso progetto di riqualificazione della città. La stazione ferroviaria di Katowice e la piazza principale sono al centro di una ristrutturazione su larga scala. Il museo è inserito in una “zona culturale” che include una nuova sede per la Polish National Radio Symphony Orchestra. La vicina Mariacka Street è diventata un punto focale per la vita notturna cittadina dopo essere stata trasformata in una via pedonale nel 2008. Uno dei maggiori problemi di Katowice è la sua popolazione ridotta (trecentomila mila abitanti, la decima città del paese), che le impedisce di ricevere l’attenzione che merita come centro di una delle più grandi aree urbane d’Europa. La formazione nel 2007 del Gzm (Unione dell’Alta Silesia metropolitana) potrebbe contribuire ad accrescere il senso di identità collettiva alla zona. Il successo della riqualificazione di Katowice sarà misurato anche con l'impatto rinnovatore che avrà sulle vicine Chorzow and Bytom.

Quando sarà completato, il nuovo Muzeum Śląskie offrirà un'altra una buona ragione per visitare il centro di Katowice. Bilbao ha dimostrato che si può reinventare una città post-industriale, e ha ispirato progetti simili nei Salford Quays di Manchester e nel Quayside di Newcastle. In molti pensano che il Muzeum Śląskie riuscirà a esprimere questo potenziale e rimettere la città sulle mappe d’Europa, come ha fatto il Guggenheim con Bilbao.

Francia

La scommessa del Louvre

Il 4 dicembre è stato inaugurato il Louvre-Lens, una sede distaccata del celebre museo parigino situata in un’ex bacino minerario nel nord della Francia. Questo “spazio museale restituisce un bell’aspetto [alla zona]”, commenta Libération. La scommessa “non era scontata per nessuno”, ricorda il quotidiano, perché l'area “ha conservato l’immagine di territorio buio e sinistro” legata a un passato industriale e minerario. Tuttavia “nel bacino minerario si è voluto credere che l’arrivo del Louvre a Lens avrà lo stesso effetto del Guggenheim sulla città operaia basca di Bilbao”.

Per vincere la scommessa il Louvre non ha risparmiato sforzi, mettendo a disposizione più di duecento opere dall’antichità al 1850 e diverse esposizioni temporanee. Tra le opere si segnalano soprattutto La libertà che guida il popolo di Delacroix, Baldassare Castiglione di Raffaello e La Vergine, il bambino Gesù e Sant’Anna di Leonardo da Vinci, che rimarranno per un anno a Lens. Tuttavia Le Monde, pur accogliendo con favore l’inaugurazione del museo in questo “luogo bizzarro”, avverte che

un museo non è sufficiente se non è accompagnato da infrastrutture (soprattutto alberghiere) che possano alimentare un reddito reale per la regione. Per fare un confronto, oltre al progetto del Guggenheim le autorità basche hanno investito 735 milioni di euro nell’avventura di Bilbao.

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