I nuovi Bismarck: Angela Merkel, Nicolas Sarkozy e Dmitri Medvedev al vertice di Deauville, il 18 ottobre.

Il gioco è cambiato

Al vertice sulla sicurezza di Deauville si è abbozzato un nuovo ordine geopolitico per l'Europa. All'espansione verso est Unione europea, affiancata dalla Nato, subentra un'Europa "trilaterale", che sostiene le ambizioni europee della Turchia e mantiene la Russia a bordo.

Pubblicato il 22 Ottobre 2010 alle 16:07
I nuovi Bismarck: Angela Merkel, Nicolas Sarkozy e Dmitri Medvedev al vertice di Deauville, il 18 ottobre.

Il vertice sulla sicurezza tra Nicolas Sarkozy, Angela Merkel e Dmitry Medvedev era destinato a rimanere un non-evento. La Francia voleva qualcosa di spettacolare, la Germania qualcosa di ragionevole, la Russia qualcosa su cui negoziare. Di conseguenza le possibilità che si trattasse di un’occasione d’incontro tra mentalità diverse erano davvero esigue.

Nondimeno l’incontro a Deauville, sulla costa francese settentrionale, potrebbe rivelarsi un non-evento ricco di conseguenze. Quando gli storici si guarderanno indietro, questo vertice potrebbe essere considerato il momento decisivo in cui i leader europei hanno finalmente affrontato qualcosa di evidente: il fatto di vivere in un’Europa multipolare.

Il fatto stesso che questo summit sia avvenuto testimonia la fine del solipsismo dell’Unione europea. Negli anni novanta molti esperti credevano che l’Europa stesse diventando un continente “postmoderno”, che non avrebbe più fatto affidamento sull’equilibrio dei poteri. La sovranità nazionale e la netta separazione tra affari interni ed esteri erano ritenute molto meno importanti rispetto a prima. L’Ue e la Nato si sarebbero progressivamente espanse, fino a inglobare tutti gli stati europei in uno stesso modus operandi. E fino a poco tempo fa sembrava proprio che tutto ciò si stesse realizzando. L’Europa centrale e orientale si sono trasformate, Georgia e Ucraina hanno assistito alla comparsa di un potere popolare filo-occidentale, e la Turchia si è mossa con tenacia verso l’annessione.

Adesso, però, le prospettive di un ordine europeo unipolare si stanno dissolvendo. La Russia, che non si è mai sentita particolarmente a suo nei confronti della Nato o dell’allargamento dell’Ue, è abbastanza potente da caldeggiare apertamente la nascita di una nuova organizzazione per la sicurezza. La Turchia, frustrata e delusa dall'ostruzionismo ai negoziati per la sua adesione all'Ue da parte di alcuni paesi membri, si sta sempre orientando verso una politica estera indipendente e ambisce a un ruolo di maggior spessore. A ciò si deve aggiungere il fatto che gli Usa – troppo impegnati con Afghanistan, Iran e una Cina in piena ascesa – hanno smesso di essere una potenza europea a tempo pieno. Ecco così delinearsi in lontananza un’Europa multipolare.

Il meglio del giornalismo europeo, ogni giovedì, nella tua casella di posta

Ne consegue che invece di un unico ordine multilaterale che abbia i suoi pilastri nell’Ue e nella Nato assistiamo alla comparsa di tre poli – Russia, Turchia e Ue – che stanno tutte quante mettendo a punto “politiche di vicinato” studiate per dominare le rispettive sfere di influenza – che talora si sovrappongono – nei Balcani, in Europa orientale, nel Caucaso e nell’Asia centrale.

Una guerra tra le maggiori potenze è improbabile, ma le ostilità si moltiplicano e le istituzioni esistenti si sono rivelate incapaci di scongiurare la crisi del Kosovo nel 1998-99, rallentare la corsa agli armamenti nel Caucaso, evitare i tagli alle forniture di gas all’Ue nel 2008, impedire il conflitto russo-georgiano o porre fine all’instabilità in Kirghizistan nel 2010 – per non parlare degli altri conflitti "congelati" del continente.

È paradossale, ma l’Ue ha trascorso buona parte dell’ultimo decennio a difendere un sistema che i suoi stessi governi reputano disfunzionale. Gli stati membri dell’Ue si sono opposti alle richieste giunte da Mosca di avviare colloqui sulla sicurezza per difendere lo status quo. Ma poiché le istituzioni ufficiali hanno finito col ritrovarsi completamente paralizzate dal loro antagonismo, Ue, Russia e Turchia sempre più spesso agiscono aggirandole.

Per esempio, alcuni stati membri dell’Ue hanno riconosciuto l’indipendenza del Kosovo malgrado l’opposizione russa; la Russia ha riconosciuto l’indipendenza dell’ Abkhazia e dell’Ossezia meridionale a dispetto delle proteste dell’Ue; e la Turchia ha collaborato con il Brasile per formulare una risposta alla minaccia nucleare iraniana senza consultare la Nato. Difendendo un’illusione di ordine, i leader europei di fatto rischiano di fare del caos una realtà.

Ed ecco che a questo quadro si aggiunge il vertice di Deauville, che avrebbe anche un’agenda ragionevole, ma con i partecipanti sbagliati. Invece di negoziare un nuovo trattato od organizzare un altro meeting tra Parigi, Berlino e Mosca, l’Ue dovrebbe programmare un “colloquio a tre sulla sicurezza”, con le potenze che saranno determinanti nel XXI secolo, Russia e Turchia.

Se l’Ue proponesse un simile forum rimedierebbe alle risposte evasive fornite all'offerta di Medvedev del 2008 per un nuovo trattato sulla sicurezza. Offrendo alla Turchia un posto di primo piano – in parallelo con i negoziati per l’annessione – i leader europei potrebbero contribuire a tenere viva l’identità europea della Turchia e al contempo imbrigliarne il soft e l’hard power nella regione circostante.

Se invece di Sarkozy o Merkel ai colloqui si presentasse Catherine Ashton – responsabile ufficiale della politica estera dell’Ue – gli stati membri potrebbero porre fine a quell’anomalia che caratterizza l’Ue, ovvero al fatto che uno dei massimi garanti della sicurezza in Europa non è rappresentato in nessuna delle istituzioni per la sicurezza del continente.

All’Ue occorre un nuovo approccio strategico, il che non significa scongiurare un conflitto tra potenze europee, bensì aiutarle a convivere in un mondo in cui si trovano sempre più alla periferia, e dove un paese confinante prossimo al tracollo potrebbe rivelarsi più temibile di uno potente.

L’obiettivo di fondo, in conclusione, dovrebbe essere quello di creare un’Europa trilaterale, più che tripolare. Oltretutto, dare il via a colloqui informali a tre potrebbe dare nuova vita al vecchio ordine istituzionale e – volendo parafrasare le parole di Lord Ismay – lavorare per mantenere l’Ue unita, la Russia post-imperiale e la Turchia europea. (traduzione di Anna Bissanti)

Visto dalla Slovacchia

Un nuovo imperialismo franco-tedesco

Gli incontri ristretti, come quello tra Angela Merkel, Nicolas Sarkozy e Dimitri Medvedev a Deauville destano più di un sospetto, scrive la politologa Jana Kobzová del Consiglio europeo per le relazioni estere, sulle pagine del quoditiano liberale Sme. Un'Europa multipolare non può essere comandata in modo imperiale dalle sue maggiori potenze, sottolinea Kobzová: "Deauville si era fatta un nome nel diciannovesimo secolo come località turistica costiera, in un periodo in cui gli stati più potenti avevano diviso l'Europa in sfere d'influenza. L'ultimo meeting ricorda quegli accordi tra Bismarck e Talleyrand. Oggi l'Europa deve fare i conti con problemi per i quali non possiede una soluzione. Gli argomenti di discussione non mancano, ma la domanda principale riguarda il futuro della sicurezza dell'Europa dopo l'incontro a Deauville, al quale i leader di Francia, Germania e Russia non hanno invitato il 90 per cento degli stati europei e nemmeno un attore di importanza crescente come la Turchia. Il problema non è soltanto il vertice, ma la tendenza che si sta affermando. L'Unione europea rischia di tornare all'epoca in cui era divisa in sfere d'influenza tra le grandi potenze. Uno sviluppo che non promette niente di buono per un continente multiporale." (con eurotopics)

Tags
Ti è piaciuto questo articolo? Noi siamo molto felici. È a disposizione di tutti i nostri lettori, poiché riteniamo che il diritto a un’informazione libera e indipendente sia essenziale per la democrazia. Tuttavia, questo diritto non è garantito per sempre e l’indipendenza ha il suo prezzo. Abbiamo bisogno del tuo supporto per continuare a pubblicare le nostre notizie indipendenti e multilingue per tutti gli europei. Scopri le nostre offerte di abbonamento e i loro vantaggi esclusivi e diventa subito membro della nostra community!

Sei un media, un'azienda o un'organizzazione? Dai un'occhiata ai nostri servizi di traduzione ed editoriale multilingue.

Sostieni il giornalismo europeo indipendente

La democrazia europea ha bisogno di una stampa indipendente. Voxeurop ha bisogno di te. Abbònati!

Sullo stesso argomento