"Donne e motori..."

In Europa le donne pagano un’assicurazione più bassa degli uomini, dato che corrono meno rischi. Perché, allora, tutti questi stereotipi sessisti su come guidan? Un panorama dalla Russia alla Spagna.

Pubblicato il 29 Giugno 2009 alle 08:26

Le tedesche mettono al mondo migliori automobilisti (Frauen fahren besser); conoscete nessun'altra nazione che abbia speciali Frauenparkplätze (parcheggi riservati alle donne)? Per ragioni di sicurezza si trovano vicino alle uscite dei parcheggi sotterranei – ad esempio per evitare gli stupri – e sono diventati una battuta nazionale. Si usa dire che le donne sono più lente degli uomini alla guida, come un “automobilista della domenica” (Söndagsbilist, Søndagsbilist, Sonntagsfahrer e niedzielny ierowca) rispettivamente in svedese, danese, tedesco e polacco.

In Polonia la domenica si può guidare come una vecchietta (jeździć jak baba). Sebbene i tedeschi esagerino descrivendo come “mostruose” le donne al volante (Frau am =teuer ungeheuer), nei paesi latini europei il pericolo è spiegato chiaramente: “Mujer al volante, peligro costant” dicono gli spagnoli, come del resto in Italia: “Donna al volante pericolo costante”, mentre in Francia “femmes aux volants: morts au tournant” (donne al volante, morti alla curva).

“Donne e motori, gioie e dolori”, diciamo noi italiani. Così dolorose che il giocatore dell’Arsenal Andrey Arshavin ha scritto che alle donne dovrebbe essere vietata la guida. A marzo, Anna Klevets, una ragazza russa, ha presentato ricorso in tribunale contro la legge di Putin del 2000, che non permette alle donne russe di svolgere ben 456 lavori, incluso quello di conducente di treni. I russi ed i lituani dicono: “женщиназа рулем” (zenchina za ruliom) e “sievietes pie stures”: donne al volante, a cui fa eco lo stereotipo inglese “woman driver”.

Nel 2004, le leggi anti antisessiste dell’Ue avrebbero cambiato l’opzione che consente alle donne di pagare il 30 % in meno di assicurazione sulla base di una discriminazione di genere. Così Svezia, Polonia e Paesi Bassi hanno già vietato agli assicuratori di fare differenzazioni di prezzo tra i due sessi.

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Milagros Gonzáles Mejías, traduzione di Marina Furbini

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