L’Europa dopo la Nato

Il vertice del 19 e 20 novembre a Lisbona sancisce l'apertura alla Russia dell'alleanza atlantica, terminando di fatto la sua missione storica. Una prospettiva vista con sospetto nei paesi dell'ex blocco sovietico.

Pubblicato il 19 Novembre 2010 alle 14:24

Benvenuti nel Ventunesimo secolo! Da oggi, primo giorno dello "storico" vertice della Nato a Lisbona, ci troviamo in un'altra realtà, in un'altra epoca geopolitica. Il vertice è "storico", ma per altri motivi rispetto a quelli evocati dagli ufficiali della Nato e dai dirigenti politici.

Non si tratta dell'inaugurazione di una nuova Alleanza più efficiente e flessibile – come è stato scritto nei comunicati stampa – ma del riconoscimento ufficiale della morte dell'Occidente in quanto concetto strategico e militare, e della trasformazione della Nato in un club politico Ue-Russia, con la partecipazione straordinaria degli Stati Uniti.

Da un certo punto di vista era inevitabile. La scomparsa dell'Unione Sovietica, il nemico della guerra fredda, ha fatto della Nato la vittima del suo stesso successo. Le guerre dei Balcani hanno rivelato la debolezza militare dell'Europa, e la guerra in Afghanistan ha approfondito il divario fra gli Stati Uniti e i loro alleati europei.

L'impotenza di questi ultimi a contribuire in modo significativo alla vittoria contro i talebani e alla successiva stabilizzazione del paese, o il fatto che alcuni alleati si siano mostrati incapaci di assumere ruoli operativi, mentre altri subivano la maggior parte delle perdite, hanno contribuito al dissolvimento dell'Alleanza.

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Per uno strano scherzo del destino, la Nato muore proprio lì dove era morta l'Unione Sovietica, in Afghanistan. Ma in realtà è stato l'Iraq il primo vero momento di crisi nello schieramento occidentale.

C'è anche il "problema" della Russia, l'arrivo al Cremlino di Vladimir Putin e della sua squadra di ex ufficiali del Kgb ha cancellato gli scarsi progressi in termini di democrazia e di stato di diritto fatti ai tempi di Eltsin. I paesi occidentali hanno comunque chiuso gli occhi davanti agli abusi e all'isolamento della società russa in cambio dell'accesso al gas e alle materie prime a buon mercato.

Ricomincia il Concerto

Il risultato è stato una divisione ancora più forte tra gli alleati che si sono incontrati al vertice di Bucarest (2008), in cui Angela Merkel e Nicolas Sarkozy hanno difeso con le unghie lo status quo, rifiutando il Piano di azione per l'adesione (Map) dell'Ucraina e della Georgia, e riconoscendo implicitamente il diritto di veto di Mosca negli affari della Nato. Questo ha permesso l'invasione della Georgia qualche mese dopo e il ritorno di fatto alla politica delle sfere di influenza del diciannovesimo secolo, quella del "concerto europeo" finita con il massacro della prima guerra mondiale.

Questo nuovo ordine sarà ufficializzato domani, con l'invito alla Russia a unirsi allo scudo antimissile. Uno studio pubblicato di recente dall'European Council of Foreign Relations parla già di una nuova architettura di sicurezza europea realizzata nel quadro di un dialogo trilaterale Ue-Russia-Turchia. La Nato non rientra in questo rapporto, ma l'Ue non significa veramente l'Europa dei Ventisette.

Angela Merkel ha fatto delle promesse a Medvedev riguardo la politica europea senza consultare i suoi partner, e non è privo di importanza simbolica il fatto che il presidente russo abbia in un primo tempo rifiutato l'invito ad andare a Lisbona del segretario generale della Nato, per poi accettare quello della coppia Sarkozy-Merkel.

Gli statunitensi non scompariranno di certo dalla regione, perché devono difendere i loro interessi in Medio Oriente e occuparsi dello scudo antimissile. Ma anche se l'amministrazione Obama ha fatto tabula rasa del passato e la Casa bianca è disposta a concedere alla Russia la presunzione di innocenza, il rafforzamento dell'alleanza con gli Stati Uniti rimane la migliore opzione di sicurezza di fronte all'asse Parigi-Berlino-Mosca.

Dopo esserci sbarazzati delle truppe sovietiche, sarebbe difficile accettare il ritorno dei militari russi in territorio romeno come "consiglieri" per l'installazione dello scudo. (traduzione di Andrea De Ritis)

Cooperazione

Parigi e Berlino si allontanano

Al vertice Nato che si tiene a Lisbona il 19 e 20 novembre "Barack Obama viene a fare da mediatore nel conflitto tra Angela Merkel e Nicolas Sarkozy", annuncia i. Il quotidiano portoghese sottolinea che la dissuasione nucleare è argomento di scontro tra i due leader europei, dato che "la Germania pensa che la Nato debba dare l'esempio in materia di disarmo mentre la Francia ritiene che il nucleare sia essenziale per il futuro dell'Europa".

Un disaccordo che potrebbe indebolire l'idea della difesa europea. La verità è che "dall'incontro franco-britannico di Londra al vertice di Lisbona, in quindici giorni la politica della difesa francese sembra aver cancellato con disprezzo tutte le ambizioni europee", scrive su Le Monde il docente di scienze politiche Louis Gautier. Con l’accordo di cooperazione militare firmato con la Gran Bretagna il 2 novembre, Parigi "volta le spalle all'Europa sulla difesa". "Alle prese con le difficoltà di reclutamento e finanziamento dell'esercito, la Francia e la Gran Bretagna si sono unite nella speranza, a dire il vero un po' vana, di prolungare la loro leadership militare in Europa". L'accordo tra i due paesi è tuttavia "pensato in opposizione allo spirito europeo", perché "allontana la Francia dalla Germania, nostro partner (anche in materia di armamenti) nel momento in cui Berlino mette a punto una riforma profonda del suo sistema di difesa" con l'abolizione della leva e l'istituzione di un esercito professionale.

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