Puerto Banús, Costa del Sol

Si riciclano rubli sulla Costa del Sol

Negli ultimi anni la presenza dei russi nel sud della Spagna ha registrato una spettacolare impennata. Il motivo potrebbe non essere soltanto il clima soleggiato.

Pubblicato il 2 Settembre 2013 alle 15:43
Puerto Banús, Costa del Sol

Sul cartello si vedono le foto panoramiche del Cremlino, la bandiera bianco-rosso-blu della Federazione russa e infine una grande iscrizione a caratteri cirillici: "Una grande varietà di prodotti provenienti dalla Russia". In effetti negli scaffali del negozio si trova tutto quello che è necessario per soddisfare un cliente russo - dalla kaša alla marmellata di susine (powidla) e ai crauti. Anche se questi prodotti sono rari in Spagna, l'ipermercato Marbella, nel centro della celebre città turistica spagnola della Costa del Sol, li propone in abbondanza e a un prezzo molto ragionevole. Qui per poco più di un euro si può comprare della crema di formaggio introvabile nelle altre regioni del paese. A quanto pare i russi sono diventati all'improvviso i clienti più ricercati della Costa del Sol.
Secondo i dati del ministero degli interni spagnolo nel 2007 gli acquisti effettuati dai russi rappresentavano solo l'1,1 per cento dell'insieme delle somme sborsate in Spagna da cittadini stranieri. In pochi anni le loro spese sono rapidamente aumentate, fino a raggiungere l'8 per cento del totale. Inoltre nei bar e nei ristoranti locali i clienti russi spendono in media il doppio rispetto agli altri stranieri.
I russi sono anche i più numerosi a venire in Spagna, che ne ha accolti l'anno scorso più di 1,2 milioni, il quadruplo rispetto al 2007. Un nuovo record di presenze è già previsto per la fine dell'anno. In questo contesto non deve sorprendere che le autorità locali abbiano deciso di aprire una rappresentanza permanente a Mosca, dove è già possibile prendere voli diretti per Almeria e Malaga.
Oggi molti russi vanno a Malaga, la capitale della Costa del Sol, non più come semplici turisti ma come residenti permanenti. L'anno scorso quasi il dieci per cento delle case vendute nella provincia di Malaga è finita nelle mani di russi. Ufficialmente sarebbero circa quattromila a vivere qui in modo permanente, ma i media locali parlano di un numero sette volte più alto.
[[Non si tratta certo di inquilini qualunque]]. I russi infatti si trasferiscono in quello che viene definito il "triangolo d'oro" che ha per centro Marbella. La città vive gli stessi problemi del resto del paese, con i suoi scandali di corruzione e un importante tasso di disoccupazione, ma dall'esterno è difficile rendersene conto e ancora meno nel quartiere residenziale di Puerto Banús.
"Un milione di euro", ammette Andrej Vlasenko, indicando la somma media sborsata dai suoi clienti per l'acquisto di una casa. Vlasenko ha lasciato Mosca 15 anni fa per la Spagna, dove dal 2007 dirige con un socio russo l'agenzia immobiliare Costa Garant.
Solo a Mosca esistono 250 agenzie immobiliari specializzate esclusivamente nelle transazioni in Spagna e attraverso di esse i russi sono riusciti a dominare il mercato immobiliare di lusso nel "triangolo d'oro". Le principali agenzie di Puerto Banús hanno insegne in cirillico più grandi di quelle in inglese o in spagnolo. "Gli spagnoli non compreranno mai una casa in un'agenzia russa, e anche se volessero non ne avrebbero i mezzi", sorride Vlasenko, che tratta solo con clienti seri o con quelli che si possono permettere una villa a La Zagaleta.
Questa è una frontiera simbolica che separa i semplici benestanti dai pesi massimi della ricchezza. Situata su delle colline verdeggianti che si affacciano su un paesaggio da cartolina, La Zagaleta conta solo 220 ville. Il lotto più piccolo è di tremila metri quadrati, il più grande di diecimila. I prezzi vanno da 4 a 25 milioni dollari (fra 3 e 19 milioni di euro). Per comprare una proprietà qui non basta essere ricchi, perché i residenti hanno il diritto di bocciare la candidatura di un potenziale vicino che potrebbe nuocere alla tranquillità del posto. Così fra i candidati rifiutati figurano la cantante pop Shakira e il calciatore David Beckham. Al contrario è stata accettata la candidatura dell'ex sindaco di Mosca, Jurij Lužkov, la cui proprietà ospita tre alveari, un piccolo frutteto e un terreno di caccia privato.

L’erede di nonno Hassan

Alcuni media spagnoli speculano sui motivi di questo improvviso arrivo dei russi, che secondo loro non deriverebbe solo dai 320 giorni di sole all'anno e dagli alberi di mango. Infatti con la Spagna in una crisi di cui non si vede ancora la fine, il governo di Madrid cerca freneticamente denaro fresco. E l'anno scorso ha annunciato di voler concedere il diritto di soggiorno a tutti gli stranieri che investiranno almeno mezzo milione di euro nel paese. Secondo la stampa questo faciliterà le cose ai molti uomini d'affari russi attivi sul mercato dell'Unione europea. La legge entrerà in vigore in autunno.
Lo scorso gennaio Zachar Kalašov è diventato uno dei nuovi capi della mafia russa. Incarcerato dal 2006 in una prigione spagnola, la sua "promozione" è la conseguenza dell'uccisione a Mosca all'inizio del 2013 di suo suocero Aslan Usoyan, più noto con il nome di "Ded Hassan" (nonno Hassan), uno dei mafiosi più potenti dell'ex Unione Sovietica e presidente dell'ufficioso Club degli 11, un consiglio che riunisce i capi dei gruppi criminali russi.
Prima del suo arresto Kalašov viveva in una splendida villa di Marbella soprannominata dagli investigatori la "piccola San Pietroburgo". È stato condannato a nove anni di prigione e a una multa di 20 milioni di euro per riciclaggio di denaro sporco. Di fatto [[questo è il modus operandi della mafia russa in Spagna, che preferisce non sporcarsi le mani con il crimine comune]] e preferisce le operazioni finanziarie illegali e la corruzione.
L'arresto del successore di "Ded Hassan" è finora l'unico successo della giustizia spagnola nella lotta contro il crimine organizzato proveniente dall'Europa dell'est. La procura locale sembra praticamente impotente: i tre processi principali contro il crimine organizzati degli ultimi anni sono tutti terminati con l'assenza di condanne sia per i criminali stranieri che per i loro partner locali. Fra questi ultimi uno dei pochi a passare per la prigione poco prima della sua morte nel 2004 è stato l'ex sindaco di Marbella, Jesús Gil, una figura simbolica per le relazioni dei russi con il "triangolo d'oro".
Gil era stato spinto alle dimissioni nel 2002, in seguito alla sua condanna per appropriazione indebita in parte in favore delle sue numerose conoscenze dell'Europa orientale per lo più legate alla mafia.

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