"Non appena se n'è andato, è andato dappertutto, riconquistando quella scintillante e vistosa agilità che aveva perso fin dai primi anni Ottanta, quando era veramente un Re", ha scritto Paul Morley sull'Observer. "Potete scegliere voi quale Jackson ricordare: il mostro, il genio, o l'uomo dietro la maschera".
"Michael Jackson non era né un mostro né un extraterrestre. Semmai era un mutante", sostiene il quotidiano francese Libération. Secondo l'olandese NRC Handelsblad, Jackson era più "schiavo del pop", invece che il re: ammanettato dall'industria dello spettacolo, dai tabloid e dal suo pubblico.
Il giornalista rumeno Cristian Tudor Popescu pensa ai fan di Michael Jackson, su Gandul. Una generazione che ha maggiore affinità con la rete rispetto a quella dei propri genitori, e che pensa di aver perso uno di loro. "Quando qualcuno muore, come Michael Jackson", sostiene l'editorialista, "scopriamo anche noi d essere mortali, e temiamo di essere portati via domani, nello stesso clima funereo".