La macchina dei bailout

Se la troika è il volto del salvataggio dei paesi in crisi, il cuore del meccanismo sono l’Efsf e il suo successore Esm, le due istituzioni che devono reperire il denaro necessario a finanziare i prestiti d’emergenza.

Pubblicato il 5 Dicembre 2013 alle 12:58

In una strada secondaria alla fine del quartiere europeo di Lussemburgo c'è un palazzo bianco a tre piani. I lavori sulla facciata sono ancora in corso e l'edificio mostra una sigla discreta, visibile solo dai passanti attenti: Esm. Si tratta di un palazzo come tanti altri, affiancato da uffici che ospitano i principali istituti finanziari mondiali e società commerciali. Ma al suo interno si svolge un'attività molto particolare: più di cento persone lavorano per una delle operazioni più straordinarie dei governi europei durante la crisi.

Efsf e Esm sono le iniziali in inglese del Fondo europeo di stabilità finanziaria e del Meccanismo europeo di stabilità, i fondi di aiuto della zona euro. Il primo ha finanziato un terzo dei 78 miliardi di euro prestati dalla troika al Portogallo dal 2011. Il secondo, che lo ha sostituito, è il meccanismo permanente anticrisi della zona euro e la sua capacità è di 500 miliardi di euro. Se alla fine del suo programma di aggiustamento in maggio, il Portogallo avrà bisogno di un sostegno finanziario supplementare – un nuovo piano di salvataggio o un programma di salvaguardia – dovrà fare ricorso all'Esm.

A Lussemburgo una squadra di esperti è orgogliosa di avere dimostrato, dopo tre anni di disordini, di essere capace di rispondere alle esigenze dei mercati e dei governi, anche quando queste esigenze si concretizzano solo all'ultimo momento.

Tutto è cominciato nel maggio 20120 con il primo piano di salvataggio della Grecia da 110 miliardi di euro, finanziato con prestiti bilaterali degli stati membri della zona euro insieme ai fondi dell'Ue e dell'Fmi. Convinti che la crisi sarebbe stata superata, i governi della zona euro avevano deciso di creare uno strumento finanziario con sede in Lussemburgo, con un personale ridotto e capace di prestare ai paesi in difficoltà, anche se erano convinti che questa situazione non si sarebbe prodotta. L'idea era quella di rafforzare la soluzione greca per fermare il contagio e il suo nome di battesimo non era estraneo a questo messaggio: Fondo europeo di stabilità finanziaria.

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"All'inizio l'idea dell'Efsf come istituzione di 15 persone era quella di avere una difesa che non sarebbe mai stata utilizzata", spiega Rolf Strauch, membro del Consiglio di amministrazione dell'Esm e prima persona assunta da Klaus Regling, presidente dell'Efsf e dell'Esm. Responsabile della strategia e delle analisi economiche e finanziarie dei piani di salvataggio europei, Strauch è entrato a far parte dell'istituzione fin dall'inizio, arrivando dalla Bce nei primi giorni del luglio 2010, dopo l'avvio del primo fondo di salvataggio della zona euro.

Fondare un'istituzione è un'esperienza complessa. Le decisioni riguardano gli elementi fondamentali e egli errori possono costare caro, ricorda Christophe Frankel, 51 anni, vicedirettore esecutivo, il quinto arrivato a Lussemburgo per creare l'Efsf dopo aver lasciato Parigi, dove lavorava nel settore privato.

"Non avevamo né computer né fotocopiatrici, e neppure la carta. Siamo partiti da zero anche per quanto riguarda il personale, e quando si assume una piccola équipe tutte le scelte sono molto importanti", dichiara il responsabile del dipartimento incaricato delle emissioni del debito, degli investimenti e dei prestiti ai governi. Adesso i servizi funzionano in un ufficio al piano terra con un computer a schermo triplo.

João Gião fa parte di questo primo gruppo di assunzioni. È stata la dodicesima persona arrivata in Lussemburgo per completare l'équipe iniziale dell'Efsf. Ha lasciato il suo lavoro al Cmvm, il regolatore del mercato dei capitali portoghesi. A 36 anni Gião è attualmente un elemento chiave del dipartimento legale dell'Efsf e dell'Esm.

"[[La principale differenza fra noi e un'istituzione tradizionale è il fattore politico]]: mentre una società privata segue il suo business plan e le sue risorse sono gestite secondo le norme, un'istituzione come l'Esm non può seguire questa procedura. Dobbiamo essere preparati per reagire alle decisioni prese a livello politico", dice Frankel.

"Il momento più teso si è verificato alla fine del 2011, quando abbiamo dovuto emettere perché gli Stati membri avevano bisogno di denaro. Tuttavia le condizioni del mercato erano diventate più dure e di conseguenza l'emissione è stata più difficile", ricorda Frankel, responsabile del finanziamento dell'Efsf e dei prestiti destinati ai paesi in difficoltà.

Salvataggio permanente

Dopo questo episodio l'Efsf ha deciso di cambiare strategia di finanziamento. Fino ad allora il fondo andava sul mercato a cercare le quantità di denaro da prestare ai paesi bisognosi. Nel novembre 2011 "abbiamo adottato una strategia diversificata, separando il nostro finanziamento dalle esigenze dei paesi beneficiari", spiega Frankel. Questa è ancora oggi la regola del gioco: i fondi di aiuto emettono obbligazioni con diversa scadenza e secondo le migliori opportunità.

L'esperienza diretta dell'Efsf ha portato risultati concreti, e al tempo stesso i leader europei hanno sentito l'esigenza di creare un'istituzione permanente di soccorso per la zona euro. Alla fine del 2012 i negoziati hanno dato i loro frutti ed è nato il Meccanismo europeo di stabilità (Esm), figlio del'Efsf, al quale sopravvivrà gestito dalla stessa équipe.

Il Meccanismo europeo di stabilità presenta una logica diversa allo scopo di superare i problemi del passato. "Da un punto di vista legale l'Efsf e l'Esm sono molto diversi", spiega Gião. "L'Efsf è una società privata retta dal diritto lussemburghese e il suo programma di debito si basa su un sistema di garanzie degli stati membri della zona euro che assicurano il suo rating".

Al contrario "l'Esm è un'istituzione finanziaria internazionale", e in quanto tale è retta dal "diritto pubblico internazionale". Inoltre "il sistema di garanzie è stato sostituito da un capitale sottoscritto presso l'Esm [80 miliardi di euro] che rappresenta oggi uno dei pilastri della qualità del credito dell'Esm".

Così l'esperienza cominciata nell'estate del 2010 come strumento di investimento con un'équipe di 15 persone che non avrebbe dovuto mai essere utilizzato è diventato uno dei principali istituti di emissione di debito pubblico europeo, in grado di finanziare dei programmi di aggiustamento valutati in 240 miliardi di euro in cinque paesi e dotato di una struttura di più di cento persone.

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