"Il compagno cinese, miglior alleato di Zapatero", scrive El Mundo mentre è in corso la visita del vicepremier cinese Li Keqiang, cruciale per l'avvenire dell'economia spagnola. Il governo di José Luis Zapatero "incrocia le dita sperando che nel 2011 la Cina continui a pompare ossigeno" nell'economa spagnola, precisa il quotidiano conservatore. Secondo El Mundo Pechino avrebbe firmato con Madrid accordi economici per un valore complessivo di 5,5 miliardi di euro.
La Cina ha già rilevato più di 43 miliardi di euro in obbligazioni di stato spagnole e "sembra disposta a comprarne altre", con conseguenze immediate sul premio di rischio del debito che è diminuito di 9 punti il 4 gennaio. El Mundo è comunque critico nei confronti della "compiacenza" di Zapatero, che nel regime comunista ha trovato i suoi "migliori alleati in questo momento difficile". Un atteggiamento simile a quello di Angela Merkel e Nicolas Sarkozy, che però "non hanno esitato a esigere da parte della Cina il rispetto dei diritti umani".
La Spagna non è un caso isolato nella strategia europea di Pechino, osserva Dziennik Gazeta Prawna: "ogni mese la Cina compra obbligazioni di stato dei paesi dell'Ue per un valore di 7-8 miliardi di euro, per assicurarsi la sopravvivenza delle esportazioni cinesi", scrive il quotidiano polacco. Aiutando i Pigs (Portogallo, Irlanda, Grecia e Spagna) la Cina "familiarizza con il mercato europeo e, cosa ancora più importante, influenza direttamente il tasso di cambio dell'euro e indebolisce il suo rivale principale, la Germania".
Per tranquillizzare Berlino lo stesso Li Keqiang ha pubblicato un intervento sulla Süddeutsche Zeitung, in cui celebra la "lotta comune contro la crisi" condotta "negli ultimi due anni da Cina e Germania", e sottolinea il volume degli scambi tra i due paesi – "140 miliardi di dollari nel 2010, ovvero il 30 per cento degli scambi commerciali tra Cina e Ue" – che rende la Cina il primo partner commerciale della Germania fuori dall'Ue.
Su Dziennik Gazeta Prawna l'analista Yiyi Lu spiega che tendendo la mano ai paesi più indebitati Pechino spera di sfuggire alle sanzioni di Bruxelles per il dumping esercitato altrove (la Commissione ha avviato 50 procedure per concorrenza sleale contro la Cina). Secondo Lu Pechino esige anche che l'Ue le riconosca lo status di economia di mercato e che alleggerisca le condizioni per il trasferimento delle tecnologie più recenti. La prossima tappa, conclude Yiyi Lu, sarà l'eliminazione dell'embargo sulla vendita di armi, imposto alla Cina dopo la sanguinaria repressione del 1989 a piazza Tien an men.