"Non mi rompere le..."

"Non mi rompere le palle", "Tu me les brises"... Per dimostrare il loro fastidio, francesi, spagnoli e italiani attingono volentieri a un repertorio lessicale situato appena al di sotto della cintura. Piccola recensione delle espressioni più colorite d'Europa.

Pubblicato il 3 Luglio 2009 alle 12:57

"Che palle!", esclama la mia collega italiana: Internet ci ha lasciato per l’ennesima volta. Questa cosa inizia a“rompere i coglioni”.

In Italia sono abituati al turpiloquio, soprattutto genitale, per manifestare i sentimenti. E la cosa non sciocca. Il significato volgare del termine è praticamente perduto. In Germania, se una ventenne utilizzasse tanto frequentemente parole come “Nüsse”, “Eier” e “Sack” (“noce”, “uovo” e “sporta”, teutoniche metafore dei testicoli) verrebbe, almeno, guardata con sospetto.

L’espressione piuttosto secca “Das geht mir auf den Sack (“non mi rompere la sporta”, una sorta di “non rompere i coglioni”) è utilizzata piuttosto di rado. Lascia basiti, invece, con quale banalità le lingue romane ci si lanciano senza complessi. “Non mi rompere i coglioni” o “le palle” passa molto naturalmente tra colleghi, al lavoro.

La variante sul tema, “maroni”, ha permesso in italiano, alcune battute sull’omonimo Ministro dell’Interno, il leghista Roberto. Il Manifesto non si è risparmiato, in copertina, La rottura di Maroni, al momento delle sue proposte sull’immigrazione. L’uso che gli spagnoli fanno delle “espressioni genitali” è altrettanto divertente. E un collega me lo spiega in modo piuttosto chiaro: "In Spagna tutto quello che è positivo è paragonato ai coglioni, quello che è negativo con il sesso femminile". Quindi abbiamo “cojonudo”, cioè qualcuno o qualcosa “con i maroni”, per dire che qualcosa “è figo”. Quando si muore dal ridere ci si “descojonarse”, ci si “scogliona” insomma. Il contrario che in Italia.

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In spagnolo si può praticamente esprimere tutto usando parole che girano intorno alla genitalità. Si possono avere le “palle quadrate” (“tener los huevos cuadrados”) o portarle come una cravatta (“tener los cojones de corbata”). Ma i francesi, anche se non se non te lo aspetteresti, fanno la loro parte: “être couillu” significa avere fortuna.

Ma non esagerate: la situazione potrebbe degenerare e tutto “partir en couilles". Che palle cari colleghi!

Katharina Klos, traduzione di Francesca Barca

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