Sur la place Bana Jelacica, à Zagreb, en juillet 2013.

L’Europa è ancora lontana

Un anno dopo il loro ingresso nell’Ue i croati non hanno ancora integrato i valori e il livello di vita dei loro concittadini dell’Unione. La colpa, secondo un giornalista croato, è della mancanza di pedagogia dei politici e della resistenza della gente al cambiamento.

Pubblicato il 9 Luglio 2014 alle 17:07
Eloisa d'Orsi  | Sur la place Bana Jelacica, à Zagreb, en juillet 2013.

Un anno dopo aver aderito all’Unione europea non si può dire che non abbiamo fallito. Non siamo riusciti ad avvicinarci al livello di vita e ai valori social dei paesi sviluppati dell’Ue.

Di chi è la colpa ? [Una politica condotta male, che non ha saputo convincere un popolo dalla mentalità tradizionalmente poco incline al cambiamento che la vita in stile europeo non viene da sola]], se non interviene un cambiamento radicale della propria visione del mondo.

La Croazia è rimasta un paese introverso, claustrofobico, incredibilmente tollerante nei confronti di qualsiasi tipo di corruzione, che non si fida dei suoi imprenditori e troppo legata al suo passato, che non è mai stato glorioso quanto vogliono crederlo i romantici patriotti.

La buona notizia è che questa situazione non deve per forza essere eterna e che può cambiare. La cattiva, è che per il momento non è cambiata.

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Un po’ c’entra la vita relativamente confortevole della maggior parte della popolazione dell’ex Jugoslavia. Ha anestetizzato la voglia di intraprendere che nasce dalla rivolta e dalla lotta per la sopravvivenza che hanno invece dovuto fare coloro che vivevano dall’altra parte della cortina di ferro.

Ci siamo così lasciati cullare da un sentimento di superiorità rispetto a coloro che hanno avuto la vita più difficile. La Croazia non rischia così di diventare una nuova Grecia ? No, certo. Anzitutto perché in Croazia nessuno ha mai avuto i privilegi di cui godeva l’amminstrazione greca. Malgrado l’avversione dei nostri pubblici impiegati al cambiamento non possono certo essere paragonati a quelli greci.

Poi, e più importante, perché le dimensioni dell’economia croata, così come la sua importanza in seno all’Ue, sono talmente modeste che non possono mettere l’Unione in pericolo, anche se lo stato dovesse fallire.

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