Il presidente ceco Václav Klaus (a sinistra) e il suo omologo austriaco Heinz Fischer.

M'ama, non m'ama

Il presidente austriaco Heinz Fischer ha appena ricevuto un'onoreficenza dal suo omologo ceco Václav Klaus. Ma i rapporti tra Austria e Repubblica Ceca restano problematici, spiega Lidové Noviny.

Pubblicato il 25 Maggio 2009 alle 08:29
Il presidente ceco Václav Klaus (a sinistra) e il suo omologo austriaco Heinz Fischer.

Tra tutti i nostri amici europei, l'Austria è quello che ci dà più problemi. Questo perché i cechi e gli austriaci si guardano a vicenda come in uno specchio. Karel Schwarzenberg, politico di origine ceca che ha passato gran parte della sua vita in Austria, non perde occasione per ricorrere a questo esempio. Negli ultimi anni i rapporti tra l'Austria e la Repubblica ceca sono migliorati? Non molto, e assumono importanza nel caso di questioni emotivamente significative, come la concessione di un'onorificenza austriaca a Václav Klaus o il trattato di Lisbona.

Dopo che il presidente austriaco Heinz Fischer è andato a Praga per ricevere l'ordine del Leone bianco, ecco il turno del presidente Klaus di ottenere la più alta distinzione austriaca. E se non riuscite a capire perché i capi di stato austriaco e ceco si scambiano onorificenze, allora un piccolo passo indietro di dieci anni vi permetterà di comprendere meglio la situazione.

La Repubblica ceca aveva appena terminato i lavori della centrale atomica di Temelín e non sembrava affatto preoccupata per le proteste austriache. Intanto a Vienna, in seguito ai risultati delle elezioni politiche, il partito del populista Haider era entrato nel governo. Quando gli stati dell'Unione europea avevano annunciato l'imposizione di sanzioni diplomatiche nei confronti di Vienna, Praga, anche non era obbligata, si era subito adeguata. A sua volta Haider aveva chiesto l'immediata organizzazione di un referendum per vincolare l'entrata della Repubblica ceca nell'Unione europea alla chiusura della centrale di Temelín. Nel frattempo l'allora primo ministro ceco Miloš Zeman definiva gli austriaci degli imbecilli.

Oggi anche chi disprezza la parola progresso deve comunque riconoscere che tutto ciò appartiene al passato. Perché allora il riconoscimento concesso a Klaus disturba tanto i media austriaci? Perché, scrive Der Standard, Klaus fa di tutto per bloccare la ratifica del trattato di Lisbona. Per la prima volta la mancata ratifica di un trattato europeo da parte di uno Stato membro avrebbe delle conseguenze per l'intera Unione europea, afferma il giornale, che omette di ricordare che devono ancora arrivare le firme polacca e tedesca. Le decisioni democratiche, che sono espressione dell'opinione della maggioranza, devono essere rispettate, scrive il Salzburger Nachrichten. Ma allora si dovrebbe rispettare anche il no della maggioranza degli irlandesi, cosa che il quotidiano si guarda bene dal sostenere.

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Il trattato di Lisbona può essere usato come un'arma per esasperare le divisioni. Di certo Klaus ha più nemici che sostenitori, ma accusarlo di alto tradimento dovrebbe spettare solo a noi. Il progetto europeo dovrebbe essere portato avanti meglio, e non è certo aiutato da quei media che affermano che l'onorificenza concessa a Klaus potrebbe essere interpretata a Bruxelles come una complicità austriaca nella sospensione del trattato.

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