La notizia ha avuto l'effetto di una bomba. Mentre i ventisette paesi dell'Unione europea si mettevano d'accordo per effettuare degli stress test sui 153 reattori presenti sul loro territorio, la Germania ha annunciato il 15 marzo che chiuderà per tre mesi sette centrali.
"Le centrali tedesche non sono meno sicure oggi di quanto lo erano una settimana fa", ammette la Frankfurter Rundschau, "ma è il risultato che conta. E il risultato è buono. Sette vecchie centrali sono state scollegate dalla rete e si aprirà un dibattito sulle norme di sicurezza, e anche questo è un bene".
"Sia l'opinione pubblica che l'industria dell'energia sono rimasti sorpresi da tanto zelo", osserva il quotidiano. "All'improvviso il governo ha privato il settore di profitti per miliardi di euro. Avremmo voluto che coraggio e dinamismo arrivassero prima". Ma ricordando che tutti i governi tedeschi hanno dovuto fare i conti con la potente lobby nucleare, la Fr precisa che "i complimenti valgono solo per la scelta attuale, poiché il vero confronto con le grandi compagnie non è ancora cominciato. Il governo sarà credibile solo se le centrali rimarranno chiuse e se le imprese saranno obbligate a modernizzarle una volta passata la moratoria di tre mesi e le elezioni regionali".
"La Germania nel panico perde la testa", osserva invece Trouw. Senza dubbio l'energia nucleare comporta dei rischi, ed è "umano avere paura quando la situazione si fa difficile", osserva il quotidiano olandese. Ma Angela Merkel avrebbe dovuto "mantenere il sangue freddo", perché fermare le centrali è "un'assurdità". Per ora non si conosce la dinamica precisa del dramma di Fukushima, ma "è chiaro che uno scenario simile non potrà mai prodursi in Germania. La decisione del governo tedesco finirà per alimentare la paura e la diffidenza".
La Germania però non è la sola, osserva Le Figaro. L'Italia potrebbe annullare il ritorno al nucleare, "la Polonia si pone gli stessi interrogativi, l'Austria è stata la prima a chiedere stress test su scala europea, e la Svizzera ha annunciato la sospensione dei suoi progetti in attesa di norme di sicurezza più rigide". Solo la Francia conserva la fiducia in una delle sue industrie di punta.
L' Europa è diventata "leader mondiale dell'isteria", denuncia Hospodářské Noviny criticando i politici europei che "sfruttano l'onda emotiva". Il quotidiano economico ceco si basa sul più recente studio dell'Ocse, che confronta i rischi dell'energia nucleare con altre due fonti di energia e constata che "quella nucleare è la fonte d'energia più sicura". Fra il 1969 e il 2000 l'energia più mortale è stata quella idroelettrica con 29.924 morti in un solo incidente in Cina. "Lo studio conclude che la possibilità di un incidente nucleare che può direttamente o indirettamente provocare la morte di centinaia di persone è dieci volte minore del rischio di un incidente nel settore delle energie fossili (carbone, gas, petrolio)". Nella situazione attuale, afferma Hospodářské Noviny, le emozioni sono comprensibili, ma in politica deve essere la ragione a prevalere.
"È possibile che qualche paese decida di chiudere le sue centrali", scrive Dziennik Gazeta Prawna. Ma il problema è "con cosa sostituirle? La Germania per esempio dice che accelererà il passaggio alle energie rinnovabili. Di conseguenza produrrà l'energia elettrica più cara del mondo e, come effetto collaterale, contribuirà a destabilizzare i mercati agricoli perché le coltivazioni tradizionali dovranno essere sostituite, almeno in una certa misura, con le colture destinate ai biocombustibili". "Per quanto drammatiche possano essere le immagini provenienti da Fukushima, l'energia nucleare ha dimostrato di essere una soluzione che funziona", afferma il quotidiano polacco.