La piccola Grecia - il cui prodotto interno lordo rappresenta una parte minima del Pil europeo - può davvero metter in allarme l'intera Europa e minacciare la stabilità mondiale? A quanto pare sì, se dobbiamo credere alle dichiarazioni dei dirigenti europei e al gran numero di articoli e di analisi dei giornalisti stranieri che si interessano ai due voti parlamentari previsti per oggi e domani ad Atene (il primo riguarda l'approvazione del piano che dovrebbero permettere al paese di risparmiare 28,4 miliardi di euro tra il 2012 e il 2015 e di incassare 50 miliardi attraverso un pacchetto di privatizzazioni. Il secondo voto sarà dedicato alla legge di attuazione).
Stiamo vivendo ore di incertezza, sia per la Grecia sia per la zona euro. E anche se sembra sempre più improbabile che il pacchetto di austerità non passi l'esame del parlamento, una simile ipotesi non può comunque essere esclusa del tutto.
Dal ritorno della democrazia, nel luglio del 1974, è la prima volta che il paese attraversa un momento così difficile. La situazione è estremamente grave. E la pressione sui deputati che sono chiamati a pronunciarsi sul piano di austerità è molto forte.
In futuro, il governo si dovrà confrontare con una crisi difficile da prevedere, perché se anche il piano di austerità sarà approvato (grazie ai voti dei deputati dell'opposizione, vista il dissenso di alcuni parlamentari della maggioranza socialista), l'equilibrio del governo sarà comunque rimesso in discussione.
I deputati del Pasok (che alla camera dispone della maggioranza assoluta) lo sanno bene: sono stretti tra l'approvazione delle drastiche misure previste dal piano di austerità e la necessità di sostenere il governo. E lo sa anche il primo ministro Papandreou, che ha nominato un nuovo ministro delle finanze allo scopo di convincere la maggioranza attraverso il dialogo.
Ma il problema greco ha conseguenze su tutti i centri di interesse europei. Tutti gli occhi sono puntati su piazza Syntagma, dove ha sede il parlamento greco. Le dichiarazioni di Van Rompuy, di Barroso, di Olli Rehn o di Wolfgang Schaüble fanno capire una cosa: il nostro paese "non ha alternative" e "non esiste un piano B".
Nel frattempo in Francia e in Germania vengono alla luce soluzioni alternative, ma non se ne conoscono i dettagli e non si sa quali saranno le reazioni dei mercati, temute da tutti. In questo clima di incertezza e di tensione i deputati sono invitati a dire semplicemente "sì" o "no".
UPDATE: nel pomeriggio del 29 giugno il parlamento greco ha adottato il piano di austerità con 155 voti favorevoli e 138 contrari.
Commento
Bruxelles non cederà alla piazza
"L'Unione europea non scherza e mette in evidenza le conseguenze della scelta che abbino di fronte: o si adotta il nuovo piano di rigore o sarà il fallimento", scrive To Ethnos. "Il momento è decisivo e il voto assume un'importanza cruciale", continua il quotidiano. "Ma le tensioni di piazza continuano e nelle ultime ore si sono addirittura intensificate. I greci", avverte To Ethnos, "sembrano decisi a ribellarsi contro l'ingiustizia delle misure imposte dal nuovo piano di austerità".