A Varallo Sesia il sindaco ha deciso di multare con 500 euro chi indossa il burkini, il costume da bagno intero per islamiche ultra-rigide, sia nelle piscine, sia lungo fiumi e torrenti. Ad Hamza Piccardo dell'Ucoii, l'Unione delle comunità islamiche, viene spontanea una risata: “Basta un ricorso e la multa anti-burkini si disintegra”. Ricorso è infatti la parola che sta entrando nel lessico degli immigrati più acculturati e l'idea di ricorrere al Tar, contro le ordinanze giudicate "razziste", comincia a circolare. In questo scenario qualcuno va al contrattacco, come l'Ucooi. E a settembre comincia un'altra sua causa che farà discutere. Riguarda uno spray antiaggressione: la mano di una donna bianca spruzza il "cattivo", che è di pelle nera. L'Italia come l'Alabama degli anni Sessanta? scrive su La Repubblica Piero Colaprico.
Francia
Fare affari col ramadan
Secondo il quotidiano Le Monde, i commercianti fanno ormai attenzione alla loro clientela musulmana, e non si lasciano più sfuggire l'appuntamento annuale con il ramadan. Oggi propongono prodotti dai nomi suggestivi, come “Sapori d'Oriente” o “Sulla via delle spezie”. “L'offerta di cibi halal (conformi alla legge islamica) è decisamente aumentata in questi ultimi cinque anni. I negozi Auchan, ma anche Leclerc, Super U o Casino hanno creato dei reparti specifici per questo periodo, ma propongono dei prodotti halal anche durante il resto l'anno”, continua Le Monde. “Il ramadan costituisce una grande opportunità commerciale”, spiegano da Carrefour. La catena dispone già da una dozzina d'anni di prodotti specifici per la sua clientela musulmana. Ma il gruppo ha sviluppato recentemente una marca dedicata, Reghalal, che offre nei suoi supermercati – e a prezzi economici – prosciutto di tacchino e salsicce di pollo.