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La Grande Scandinavia può attendere

Pubblicato il 5 Novembre 2010 alle 16:49

La seduta del Consiglio nordico in programma questo fine settimana a Copenaghen si preannuncia ben più eccitante del solito: invece che di coordinamento delle reti elettriche e gestione cooperativa delle riserve di merluzzi si parlerà dell'istituzione di una Federazione nordica unita, un super-stato federale che dovrebbe comprendere Danimarca, Finlandia, Svezia, Norvegia e Islanda più i rispettivi territori autonomi.

L'idea era stata lanciata l'anno scorso dallo storico svedese Gunnar Wetterberg su Dagens Nyheter, provocando reazioni contrastanti. Ora Wetterberg torna a difenderla: la Federazione avrebbe ottime basi, potendo contare su un background culturale e linguistico comune, e sulla cooperazione già avviata nel quadro del Consiglio nordico.

Inoltre diverrebbe la dodicesima economia mondiale, guadagnandosi un seggio al G20 e un maggiore potere negoziale nei confronti dei partner europei. Proprio la possibilità di trattare quasi da pari a pari con Francia e Germania dovrebbe convincere Islanda e Norvegia ad abbandonare le loro perplessità sull'ingresso nell'Unione europea.

Se è un'idea così buona, si chiede l'Economist, perché non è mai stata tradotta in realtà? Wetterberg sostiene che i precedenti tentativi di unificazione sono stati sabotati dalle altre potenze, soprattutto Unione Sovietica e Stati Uniti. Ora che l'una non esiste più e l'altra ha drasticamente ridotto il suo interventismo in Europa, i tempi potrebbero essere maturi.

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Ma c'è un'opposizione che non accenna a diminuire: quella dei cittadini dell'ipotetica unione. Un recente sondaggio ha indicato che i sostenitori del progetto sono il 42 per cento degli interessati, non pochi, ma neanche abbastanza. E, come ricorda l'Economist, "l'avanzata dei partiti di estrema destra in Scandinavia dimostra che l'attrazione della sovranità nazionale è in aumento. L'Unione potrebbe dover attendere un altro secolo o due".

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