Il contributo italiano

Pubblicato il 25 Novembre 2010 alle 17:46

Oggi l'Italia è stata deferita due volte alla Corte europea di giustizia dalla Commissione europea, per non aver "finora affrontato in modo efficace il problema delle emissioni eccessive di Pm10 (polveri sottili)" e "per il mancato rispetto delle normative comunitarie sul trattamento delle acque reflue provenienti da vari comuni della provincia di Varese e sversate nel bacino del fiume Olona", scrive Repubblica.

La Commissione ha inoltre espresso un "parere motivato" sul mancato rispetto delle normative in materia di efficienza energetica degli edifici. Nei giorni scorsi ha negato all'Italia l'ennesima deroga sullo sforamento dei livelli di arsenico nell'acqua potabile di oltre un milione di cittadini.

La Corte ci ha invece condannato per le deroghe del Veneto ai cacciatori e le discariche fuorilegge in Lombardia. Per non parlare di quelle di Napoli.

L'Italia conduce da anni, e con ampio margine, la classifica dei paesi più condannati dalla Corte europea di giustizia, ma negli ultimi tempi il ritmo delle sentenze sembra in aumento, così come l'ammontare delle multe. La condanna per il trattamento inadeguato degli scarichi fognari lombardi ci costerà da sola 4 miliardi di euro.

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Sarà la nostra naturale inclinazione, sarà che il governo da tempo ha altro a cui pensare che non far rispettare le normative europee. Ma forse c'è una spiegazione più nobile. Con la battaglia sul bilancio 2011 che infuria, e gli stati sempre meno disposti a giustificare di fronte all'opinione pubblica martoriata dall'austerity gli oboli pagati a Bruxelles, vuoi vedere che l'Italia ha trovato il modo di far quadrare i conti dell'Unione senza dare troppo nell'occhio?

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