SchmidtLeaks ne ha per tutti

Pubblicato il 7 Dicembre 2010 alle 18:39

Probabilmente ispirato dalla ripetuta violazione dell’etichetta diplomatica da parte di WikiLeaks, in un’[intervista a Handelsblatt](http://www.handelsblatt.com/politik/deutschland/helmut-schmidt-interview-wanted-political-leadership-in-europe;2706583) il vecchio (92 anni) Helmut Schmidt, cancelliere socialdemocratico tedesco dal 1974 al 1982 e padre del Sistema monetario europeo, si è tolto i guanti e ha picchiato senza pietà, cominciando da casa propria. “L’attuale governo tedesco è composto di persone senza esperienza di politica ed economia internazionale”, ha dichiarato Schmidt. La cancelliera Angela Merkel e il ministro delle finanze Wolfgang Schauble non hanno familiarità con i “mercati monetari e finanziari internazionali e la supervisione del sistema bancario”, e questo spiega la goffaggine con cui entrambi si sono mossi nell’ambito della crisi dell’euro. Ma la scarsa preparazione dei dirigenti non è solo un problema tedesco. “In generale, l’Europa è a corto di leader. Nelle alte sfere dei paesi membri e delle istituzioni europee nessuno ha abbastanza consapevolezza delle questioni internazionali e capacità di giudizio”. Dopo una generazione di giganti come il presidente della Commissione europea Jacques Delors (che [su Le Monde](http://www.lemonde.fr/europe/article/2010/12/07/jacques-delors-l-europe-se-laisse-aller-traversee-par-des-effluves-populistes-et-nationalistes_1449975_3214.html) ha appena espresso la sua preoccupazione per un’Europa che “si lascia andare”), è arrivato il momento degli euro-nani: “il posto di Delors è stato preso da semisconosciuti, quel… come si chiama, Van Rompuy e quella signora britannica [Catherine Ashton] il cui nome non vale neanche la pena ricordare”. Tra gli eurocrati si salva soltanto il presidente della Bce Jean-Claude Trichet, che “non ha ancora fatto alcun errore madornale”, ma che si appresta purtroppo a rimettere il proprio mandato il prossimo ottobre. I suoi colleghi tedeschi della Bundesbank, che tanta parte hanno avuto nella resistenza a una soluzione europea alla crisi del debito, sono invece “reazionari nel profondo del cuore. Pensano solo agli interessi del loro paese, non hanno compreso la necessità strategica dell’integrazione europea”. Di questo passo, assicura Schmidt, nel giro di vent’anni all’interno dell’Unione europea emergerà un nocciolo duro di stati forti, Francia, Germania, Paesi Bassi, da cui molto probabilmente l’Italia sarà esclusa. Sarà un gruppo de facto e non de jure, che non comporterà necessariamente la fine dell’euro ma un riallineamento strategico sulle questioni globali. Per finire, il vecchio statista si concede una stoccata alla vanagloria dei francesi (“Quando ero in carica li lasciavo sempre camminare davanti a me sul tappeto rosso. Non mi mostravo mai come il leader, a parte in un caso – quello degli euromissili – che alla fine mi è costato la poltrona”) e una all’ambiguità dei britannici, che sono troppo dipendenti dagli Stati Uniti per poter svolgere un ruolo responsabile in Europa. “Ma sono sempre stati bravi a tirare avanti in un modo o nell’altro, ed è quello che ora stiamo facendo tutti in Europa, tirare avanti”. Molti dubitano che la trasparenza diplomatica imposta da WikiLeaks avrà conseguenze positive. Ma almeno nel caso dell’ingessatissima Unione europea, la franchezza dei vecchi volponi come Schmidt non può che fare bene.

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