La corruzione, un problema europeo

Pubblicato il 26 Luglio 2010 alle 10:33

Sostenere che la corruzione sia un problema dei paesi balcanici è un luogo comune. Il 20 luglio la Commissione europea ha pubblicato un rapporto molto duro sullo stato della giustizia in Romaniae, in misura minore, in Bulgaria. Durante e dopo i negoziati per l'adesione di questi paesi all'Ue nel 2007 l'arginamento della corruzione è stato una delle condizioni di accesso, al punto tale che una delle leggi più importanti promulgate nella Romania postcomunista è stata quella adottata nel 2000 sulla prevenzione e la condanna degli atti di corruzione. In seguito sono state condotte diverse campagne contro la corruzione, che però non hanno ancora ottenuto risultati soddisfacenti.

A Sofia è stato accolto con soddisfazione il fatto che la Commissione abbia preso atto della "volontà politica" delle autorità di combattere la corruzione. Ma a Bucarest il presidente Traian Băsescu considera ingiuste le accuse di non rispettare le condizioni di adesione all'Ue. La base del pensiero di Băsescu è semplice: perché ci sia della corruzione c'è bisogno di agenti corruttori. È risaputo che negli stati balcanici dell'Unione le mazzette fanno parte della realtà quotidiana. Di conseguenza chiunque si trovi a relazionarsi con essi si sente autorizzato a sostenere che senza bustarelle non è possibile venire a capo della burocrazia. Poco a poco la piaga della corruzione è diventata la regola. Di conseguenza il problema viene affrontato in modo diverso.

Lo scorso 6 maggio il Parlamento europeo, su iniziativa della deputata romena Monica Macovei, ha adottato una dichiarazione che richiede una presa presa di posizione politica chiara da parte dell'Ue contro il fenomeno della corruzione e la creazione di un meccanismo di sorveglianza degli stati membri. Come dimostra uno studio del sito Diploweb.com, basato sulla classificazione stabilita dall'ong Transparency International, la corruzione è infatti un fenomeno che colpisce l'Europa intera, in particolare la Grecia, l'Italia e la Spagna. Di conseguenza viene da chiedersi se sia giusto monitorare soltanto i paesi che sono appena entrati a far parte dell'Unione europea. Non sarebbe invece più corretto, se non addirittura necessario, sottoporre tutti gli stati membri a un controllo? Sarebbe imbarazzante, ma anche utile. Per arginare la corruzione bisogna prima ammettere che si tratta di un problema europeo.

Iulia Badea Guéritée

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