Il 15 dicembre, per la prima volta nella storia della Francia, un ex presidente della repubblica – Jacques Chirac – è stato condannato a due anni di prigione con la condizionale per "abuso di fiducia, malversazione e appropriazione indebita", scrive Libération. Il caso riguarda dei finti posti di lavoro al comune di Parigi che permettevano di finanziarie l'Rpr, il partito di Chirac al tempo in cui era sindaco di Parigi.
A 79 anni e sofferente di disturbi neurologici, Chirac ha deciso di non fare appello. Per Libération questa sentenza, arrivata dopo 16 anni di indagini, solleva il problema dello status penale del presidente e della sua immunità durante lo svolgimento delle sue funzioni:
Difficile ipotizzare che il capo dello stato possa essere condannabile come un semplice cittadino. Ma fra questo principio e la quasi immunità di cui ha beneficiato Chirac per quasi 20 anni vi è un margine di manovra. Nessuno dubita che i migliori esperti della giustizia e della Costituzione sapranno immaginare – come del resto hanno già fatto – un altra soluzione legale per il presidente. Uno status giuridico che permetta di evitare di interrogarsi sull'influenza di questa stranezza istituzionale sul corso della democrazia.
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Sulla stessa lunghezza d'onda Le Monde, per il quale
questa condanna simbolica, anche se rafforza la giustizia e la democrazia, dovrebbe portare i politici, a quattro mesi dalle elezioni presidenziali, a rimettere in discussione la totale immunità del presidente della repubblica. [...] Garante dell'indipendenza della giustizia, il presidente è inattaccabile ma al tempo stesso ha la facoltà di denunciare chi vuole. Un potere del resto già utilizzato da Sarkozy. Un'evidente anomalia che deve essere corretta.