Ancora una volta l’opinione pubblica britannica è rimasta scossa dalla notizia che "i suoi ragazzi” sarebbero colpevoli di disdicevoli episodi all’estero. L’Independent pubblica la testimonianza di un soldato dell’esercito britannico che ha accusato un superiore e i suoi ex commilitoni di aver picchiato e torturato alcuni prigionieri iracheni. Durante un’inchiesta sulla morte del civile iracheno Baha Mousa, avvenuta nel settembre 2003, l’ex caporale Donald Payne aveva cambiato la sua deposizione e affermato che insieme ad alcuni commilitoni aveva agito “per vendetta”, in seguito alla morte di quattro soldati nel sud dell’Iraq. Oggetto della loro vendetta erano stati nove iracheni catturati e ripetutamente “presi a calci e picchiati”, riferisce il quotidiano londinese, che informa che Baha Mousa è morto per “asfissia e 93 ferite e fratture distinte”. Payne sostiene di aver cercato di nascondere l’entità dei maltrattamenti per un “senso di lealtà mal consigliato”. In precedenza, invece, aveva affermato di aver dato soltanto qualche “schiaffo” ai prigionieri.
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