Il difficile diritto all’oblio

Pubblicato il 25 Gennaio 2012 alle 15:08

Il commissario alla giustizia e ai diritti fondamentali Viviane Reding ha presentato a Bruxelles "un provvedimento monumentale", scrive Riccardo Luna su La Repubblica.

Un provvedimento che punta a cambiare per sempre quello che intendiamo per protezione dei dati personali e che prova a fare i conti una volta per tutte con il diritto all'oblio al tempo del web. Ovvero: abbiamo diritto a far sparire dalla rete le cose che ci riguardano, quelle che abbiamo postato noi, magari tanto tempo fa; ma anche quelle postate da altri, ma che ci creano imbarazzo?

La risposta a questo interrogativo è in due complessi di norme e principi che oggi verranno presentati al Parlamento europeo: il primo, una direttiva, concerne l'utilizzo dei dati personali da parte delle autorità giudiziarie e della polizia; il secondo, un regolamento, stabilisce le modalità secondo cui i privati potranno gestire i dati personali sul loro rapporto con le amministrazioni, le imprese e i social network. In caso di violazione sono previste sanzioni pari all'1 per cento del giro d'affari della società coinvolta.

Sarà sufficiente ad assicurare agli individui il "diritto a sparire?" Probabilmente no, spiega Luna sul suo blog.

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Non esiste 'il diritto a sparire dal web', così come non esiste il diritto a sparire dal mondo. Nella vita reale […] uno ci può provare a volatilizzarsi (lo ha fatto per gioco un cronista di Wired Us un paio di anni fa prima di essere riacciuffato da un lettore in una pizzeria di provincia), ma resteranno sempre dei documenti a parlare di noi, e poi la memoria degli altri che ci ricorderanno. Quelle cose non si possono cancellare con un clic. E nemmeno con una legge europea o intergalattica. Similmente su internet esiste il diritto a cancellarsi da Facebook […], di navigare in rete senza lasciare tracce […] ad essere avvisato che i nostri dati saranno conservati e usati per fini anche commerciali […], e una norma europea molto dettagliata non serve a fare la rivoluzione ma semplicemente a rafforzare un principio, che è riconducibile a un diritto fondamentale della persona. […] Non esiste invece il diritto a far sparire tutti gli articoli o i post che parlano di noi, come qualcuno pretende. Quella si chiama storia.

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