Per il sessantacinquesimo anniversario della liberazione del campo di sterminio di Auschwitz, il 27 gennaio 2010, i visitatori dovranno accontentarsi di una copia dell'insegna "Arbeit macht frei". L'originale, rubato a dicembre, deve ancora essere restaurato, come del resto tutto il campo. "Il complesso da 190 ettari, trasformato in museo nel 1947, rischia di crollare", riferisce la Frankfurter Rundschau. Nei prossimi venti anni servirebbe un investimento di oltre 100 milioni di euro. Il comitato internazionale che lo gestisce ha chiesto ai paesi Ue di aiutare la Polonia a sostenere le spese. "Berlino ha fornito 60 milioni di euro", osserva il quotidiano.
La Süddeutsche Zeitung titola invece sul "triste bilancio della commemorazione". Quasi metà dei 517mila ebrei sopravvissuti, "la maggior parte dei quali risiede in Israele e nell'ex Unione sovietica", vive sotto la soglia di povertà. Privati della formazione scolastica e traumatizzati dai campi, pochi di loro hanno potuto trovare un lavoro con cui mantenersi. "Un problema largamente ignorato dagli indennizzi stabiliti all'epoca dalla giovane Repubblica federale", scrive la Sz. La Germania ha versato 65 miliardi di euro agli stati coinvolti e negozia annualmente dei sussidi con la Jewish Claims Conference.