Dopo che il numero di disoccupati in Europa ha toccato la cifra record del 10 per cento, “l’Ue lancia un programma per stimolare l'impiego”, titola la Süddeutsche Zeitung. In seguito alle critiche nei confronti delle politiche d’austerity in Europa, la Commissione europea affronta un settore di competenza dei governi nazionali: la politica sociale e il mercato del lavoro. Il commissario László Andor presenterà in settimana un “pacchetto per l'impiego”, che dovrebbe creare 17 milioni di nuovi posti di lavoro in Europa entro il 2020.
Tra le principali misure previste dal piano: l’apertura completa del mercato del lavoro pubblico e privato a tutti i cittadini europei, romeni e bulgari inclusi; “salari minimi adattati” per permettere agli impiegati di vivere del loro lavoro; riconoscimento dei diplomi e diminuzione delle imposte sul lavoro.
Secondo la Commissione i settori più promettenti sono la sanità, l’assistenza agli anziani, lo sviluppo di un’economia ecologicamente sostenibile e le tecnologie dell'informazione. Resta da capire se gli stati permetteranno questa ingerenza nei loro affari sociali: il piano sarà discusso in occasione del vertice europeo di giugno.