“Crescita: Bruxelles ci prova”, scrive Les Echos. Secondo il quotidiano il vertice dei capi di stato e di governo europei convocato per il 23 maggio sarà l’occasione per il nuovo presidente francese François Hollande di “chiarire la sua posizione sulla “rinegoziazione” del patto di bilancio”. Les Echos sottolinea che
in precedenza preoccupati da questa proposta, oggi i leader politici europei sono pronti ad aiutare il presidente francese a completare il trattato sulla disciplina di bilancio con una iniziativa per la crescita. In effetti le “rivendicazioni” di Hollande hanno rassicurato Bruxelles, perché riprendono progetti già avviati.
D’altro canto, scrive il quotidiano, il presidente della Commissione europea José Manuel Barroso “si è dichiarato felice di approfittare dell’apertura creata dall’arrivo di Hollande per incoraggiare una ripresa degli investimenti, a condizione di non compromettere il necessario risanamento del debito”. Tuttavia secondo Les Echos
questa voglia improvvisa di rivalutare i progetti di crescita rischia di scontrarsi con la realtà delle finanze pubbliche. Per ricapitalizzare la Bei bisogna trovare 10 miliardi di euro, e per riassegnare i fondi strutturali non spesi sarà necessario che gli stati consegnino a Bruxelles gli 82 miliardi che hanno promesso ma finora hanno risparmiato grazie ai ritardi. Senza contare la fattura da 80 miliardi di euro da pagare per riempire le casse del futuro Meccanismo europeo di stabilità (Mes). […] In assenza di liquidità, il dibattito sulla crescita si orienta dunque verso la ricerca di un passaggio stretto tra il rigore e l’abisso della recessione.
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