La crisi alle porte

Pubblicato il 5 Giugno 2012 alle 12:09

Cattive notizie dalla borsa tedesca: per la prima volta da gennaio il DAX, principale indice del paese, è sceso al di sotto del limite simbolico dei 6.000 punti. Berlino si ritrova a dover affrontare una realtà a lungo repressa: la Germania, finora immune agli effetti della crisi, è minacciata dalla recessione.

“Il maggio nero è un avvertimento ai leader politici affinché riducano tutte le incertezze dei dipendenti e delle imprese europee”, reagisce la Süddeutsche Zeitung. In quanto paese esportatore e dipendente sia dai vicini europei (con Grecia e Spagna come fattori di instabilità) che dai paesi emergenti (dove il boom sta rallentando), la Germania deve reagire alla svelta e soprattutto “accettare il fatto che oggi la politica economica non può essere portata avanti esclusivamente entro i limiti delle frontiere nazionali”.

Lo Spiegel sceglie lo stesso tono, sottolineando che “il più grande errore dei tedeschi è stato quello di considerare la crisi un problema di altri, di greci, portoghesi, spagnoli e italiani. Adesso restarne fuori non è più un’opzione”. Invitando Berlino a farsi garante del debito dei suoi vicini, lo Spiegel rivela che Angela Merkel si sta preparando a cambiare strategia e ad abbandonare l’austerity. La Germania starebbe elaborando un “pacchetto per la crescita in Europa” che comprenderebbe

un aumento di capitale da 10 miliardi di euro per la Banca europea d’investimento, una riforma dei metodi di assegnazione dei fondi europei con la creazione di project-bond, sostegno al piano della Commissione europea da 7,3 miliardi di euro per lottare contro la disoccupazione giovanile e maggiore concertazione all’interno dell’eurozona per quando riguarda la finanza e l’economia.

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