G20

Il mondo fa la predica all’Europa

Pubblicato il 19 Giugno 2012 alle 12:54

In Europa l’euforia per i risultati delle elezioni greche - che il 17 giugno hanno sancito la vittoria dei partiti favorevoli al memorandum d’intesa con Fmi, Ue e Bce - è finita presto: appena arrivati a Los Cabos (Messico) per partecipare al G20, i leader europei sono stati invitati energicamente dai loro partner, in particolare gli Stati Uniti e i paesi emergenti, ad agire rapidamente per supere la crisi che attanaglia l’eurozona e rilanciare l’economia.

“Molte di queste critiche sono inviti velati a liberalizzare il modello europeo”, scrive da Parigi Libération. Secondo il quotidiano francese

il modello europeo si basa su un compromesso sociale, ma questo approccio sta per essere messo in minoranza a livello mondiale. Non è dunque un caso se il presidente della Commissione europea José Manuel Barroso e il presidente del Consiglio europeo Herman Van Rompuy hanno deciso di convocare una conferenza stampa prima ancora dell’avvio ufficiale dei lavori del G20.

“L’Europa non deve prendere lezioni da nessuno”, hanno ribadito i due leader, dimostrando di non aver alcuna voglia di subire in silenzio, scrive De Standaard. Il quotidiano di Bruxelles aggiunge che Barroso è stato molto severo a proposito dei paesi che criticano i provvedimento adottati in Europa per superare la crisi: “non siamo venuti qui per ricevere una lezione di democrazia”.

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“Gli europei non accettano di farsi catechizzare”, gli fa eco il settimanale tedesco Die Zeit riassumendo la posizione di Angela Merkel e di Barroso al G20. I leader europei rifiutano le critiche sulla gestione della crisi e ribadiscono la necessità di rendere l’Ue più democratica attraverso una maggiore integrazione, riporta il settimanale di Amburgo:

In una discussione tra Merkel e il presidente degli Stati Uniti Barack Obama, i due leader si sono trovati d’accordo sull’urgenza di aumentare l’integrazione europea. […] Barroso vuole adattare le strutture finanziarie dell’Unione, il che significa creare quegli eurobond a cui Merkel fino a questo momento si è opposta, ma ‘soltanto fino a quando non ci sarà una maggiore integrazione finanziaria e politica’.

A proposito della crisi finanziaria europea e dell’atteggiamento dei leader del vecchio continente, i paesi emergenti parlano di “crisi di leadership”, come sottolinea Indian Express. Secondo il quotidiano di Nuova Delhi

nonostante la sua incapacità di agire tempestivamente con competenza e autorità, l’Ue continuerà a cercare una soluzione interna ai suoi problemi economici attuali. Ma il problema è che dovrebbe ordinare le mosse nella giusta successione. L’iniziativa della scorsa settimana in direzione di un’unione bancaria è come mettere il carro davanti ai buoi. Senza un’unione fiscale e una strategia di bailout condivisa da tutti gli stati dell’Ue, l’unione bancaria non avrà sostenitori. La sfida per l’Ue è trovare il suo Ambdedkar [il padre della costituzione indiana]. L’Europa ha bisogno di una costituzione che permetta ai suoi leader di proporre soluzioni continentali a un problema che colpisce tutti gli stati. Ha bisogno di unità emotiva e di una nuova strategia per favorire l’occupazione competitiva a livello globale. Se questa sembra una sfida insormontabile, allora non resta che fare ciò che vorrebbero molti britannici: creare un mercato unico tradizionale, come l’Area di libero scambio dell’Asia sudoccidentale, con diverse valute e stati membri pienamente sovrani.

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