“Livello di conoscenza dell’inglese: a proprio agio nei negoziati”. Secondo la Süddeutsche Zeitung sarà questo il profilo del candidato ideale a dirigere una banca se il progetto di unione bancaria vedrà la luce del giorno. A quel punto tutti i funzionari di una banca nazionale avranno il diritto di esaminare i conti di tutte le altre.
Per permettere al presidente della Commissione europea José Manuel Barroso di presentare il 12 settembre una bozza di progetto per l’autorità bancaria centralizzata, decine di alti funzionari europei e i commissari Michel Barnier (mercato interno e servizi), Joaquin Almunia (concorrenza) e Olli Rehn (affari economici e monetari) “dovranno sudare sette camicie”, precisa il quotidiano di Monaco.
Non soltanto la missione è tecnicamente complicata, ma assistiamo oggi a una vera e propria lotta di potere per decidere chi sarà a capo di questa autorità di controllo.
Da un lato la Commissione sottolinea il proprio ruolo di guardiano dei trattati per chiedere di plasmare questa nuova autorità. Dall’altro la Bce di Mario Draghi rivendica ufficiosamente il merito di essere l’unica istituzione europea che non ha perso credibilità nel corso della crisi. Comunque, al di là delle lotte intestine, restano molte questioni da chiarire:
Entro fine luglio bisognerà decidere se l’autorità sarà incaricata di sorvegliare sui 27 stati dell’Ue o soltanto sui 17 dell’Eurogruppo; se tutte le banche saranno sottoposte ai controlli - sono circa 8.000 in Europa - o soltanto le più grandi; se ci sarà un’autorità centrale o una rete decentralizzata.
Infine, nota la Sz, nell’attesa del verdetto della Corte costituzionale di Karlsruhe sul Meccanismo europeo di stabilità previsto il 12 settembre, Bruxelles si domanda se “i tedeschi vogliono veramente un’autorità forte che farà perdere loro sovranità o se riformuleranno i termini dell’unione bancaria per ostacolare la realizzazione del progetto”.