“Un giorno triste per Malta”. Così che il Times of Malta reagisce reagisce alle dimissioni del commissario europeo alla sanità e alla politica dei consumatori, il maltese John Dalli.
Dalli è indagato per traffico di influenza dall’Ufficio europeo per la lotta alle frodi (Olaf). L’intervento dell’organismo è stato richiesto nel maggio 2012 dal produttore di tabacco svedese Match, che ha denunciato di essere stato avvicinato da Silvio Zammit, un uomo d’affari maltese. Zammit avrebbe fatto valere la sua vicinanza con Dalli garantendo di poterlo influenzare nella stesura della legge sul tabacco, chiedendo in cambio agevolazioni finanziarie. Anche se non dimostrano una “partecipazione diretta” di Dalli, le indagini hanno comunque provato che il commissario era “informato” delle manovre del produttore maltese.
Dalli ha respinto in blocco le accuse, ma il quotidiano maltese sottolinea nel suo editoriale che le insinuazioni “sono abbastanza serie da giustificare le dimissioni”, ricordando che
non è la prima volta nel corso della sua lunga carriera che Dalli naviga in acque agitate. Poco dopo essere stato nominato ministro degli esteri, nel 2004, è stato costretto a dimettersi a causa di insinuazioni sulla sua condotta.
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Il quotidiano francese Les Echos si concentra invece sulla reazione di Bruxelles:
La Commissione europea sembra volersi lasciare alle spalle al più presto la vicenda. […] A Bruxelles il commissario Dalli non è molto popolare. Incaricato di occuparsi di questioni molto importanti come l’autorizzazione dei farmaci e la protezione dei consumatori, è accusato da molti di essere troppo timido nei confronti dei conflitti di interesse nelle agenzie […] La sua gestione della crisi dell’Escherichia coli dell’anno scorso non è stata particolarmente apprezzata. […] Per Bruxelles la vicenda arriva nel momento peggiore, perché rafforza la posizione degli euroscettici.
Les Echos ricorda anche che dopo la Commissione presieduta da Jacques Santer, costretta alle dimissioni collettivenel 1999, “nessun commissario è mai stato costretto a dimettersi”.