Gli attivisti che si battono per la trasparenza nelle istituzioni dell'Ue temono che una società di public relations che fa lavoro di lobbying a Bruxelles abbia "comprato in blocco l'intero settore europeo degli affari marittimi". Così titola oggi EUObserver. La notizia giunge a poco tempo di distanza dalla nomina di Joe Borg alla giuda della società di consulenze Fipra. Fino al 2009, riferisce il sito di Bruxelles, il maltese Borg era commissario per gli Affari marittimi e la pesca. È andato adesso a raggiungere il suo ex collega della Commissione John Richardson, già sotto contratto con la Fipra come “consulente speciale per la diplomazia e le politiche marittime”.
Il Corporate european observatory (Ceo, l'ente che svolge funzioni di controllo sulla trasparenza nell’Ue) ha criticato senza riserve questi ultimi avvenimenti. Facendo notare che la Fipra non ha accettato di essere inserita nel registro delle lobby attive alla Commissione, Erik Wesselius del ceo ha dichiarato: "Questi due inaccettabili casi di interferenze tra politica e industria dimostrano che l'interpretazione della commissione rende di fatto inapplicabili agli ex commissari e ai membri del loro staff le regole in vigore".
Malgrado Borg e Richardson affermino che non vi sono sovrapposizioni tra le loro attività passate e quelle attuali, EUObserver ha reso noto un comunicato piuttosto critico verso gli ex commissari che vengono assunti da industrie con le quali hanno avuto a che fare in precedenza. "Su tredici ex commissari andati in pensione quest’anno, ben sei oggi lavorano per banche, gruppi di pressione, compagnie di assicurazione o linee aeree", si legge nella nota. Uno dei casi di cui si è maggiormente discusso è quello di Charlie Mc Creevy, ex commissario europeo dei trasporti, e oggi membro del consiglio di amministrazione di Ryanair.
In effetti, per quanto riguarda l’industria marittima, “i vecchi rapporti del maltese Borg potrebbero dimostrarsi alquanto utili”, scrive ancora il sito belga. Uno dei clienti della Fipra è la Royal Caribbean Cruises, le cui navi negli ultimi anni hanno cominciato a essere registrate in Europa e non più ai Caraibi. Fino a qualche tempo fa, la Royal Caribbean aveva l'abitudine di registrare le sue imbarcazioni con bandiere di comodo in Liberia, per aggirare le normative europee e statunitensi. Oggi, invece, la società ha cambiato politica e le sue barche battono quasi tutte bandiera maltese. Come ha dichiarato Borg durante un pranzo di lavoro organizzato dalla Fipra il 7 maggio a Malta, “la nostra compagnia e la Commissione europea hanno più cose in comune di quante si possa immaginare”. Traduzione di Anna Bissanti