La corsa contro il tempo di Samaras

Pubblicato il 2 Novembre 2012 alle 15:04

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“La guerra dei sei giorni è cominciata”, titola Ta Nea. L'8 novembre l'Eurogruppo dovrebbe decidere se versare o meno 31,5 miliardi di euro nelle casse dello stato greco. Per ottenere la nuova tranche del piano di aiuti preparato dalla troika Ue-Bce-Fmi e salvare il paese dal fallimento, Antonis Samaras dovrà far approvare un nuovo piano di rigore del parlamento. Il 12 novembre un'altra riunione dell'Eurogruppo dovrebbe discutere la proroga di due anni chiesta da Atene per risanare i conti. I deputati si sono lanciati in una battaglia “corpo a corpo” sugli 11,5 miliardi di tagli previsti dal governo, [scrive To Ethnos](http://www.ethnos.gr/article.asp?catid=28243&subid=2&pubid=63732355 [02/11/12 15:16:18] eric maurice: http://www.tovima.gr/opinions/article/?aid=482042), secondo cui

le divergenze all'interno della coalizione tra i conservatori di Nuova democrazia, i socialisti del Pasok e il Partito della sinistra democratica sono sempre più marcate. Le defezione di deputati [del Pasok e della sinistra democratica] sono sempre più numerose, e questo mette in pericolo l'adozione della nuova cura d'austerity.

Questa situazione attuale non sorprende l'editorialista Pantelis Kapsis :

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Sono passati quattro mesi dalla formazione del governo, e come sempre accade in politica, l'esecutivo rischia già di affondare non per grandi divergenze ma per piccole cose.

Secondo To Vima le principali vittime di questa turbolenza potrebbero essere il Pasok e il suo leader Evangelos Venizelos. Il quotidiano esprime un'esasperazione molto diffusa nella stampa greca:

Nell'autunno 2009, quando George Papandreou è arrivato al potere con 10 punti di vantaggio [sul suo avversario di destra Kostas Karamanlis], si diceva “ci sono i soldi”. Pochi mesi dopo il paese è stato messo sotto tutela. Forse questo non piace a nessuno, ma Papandreou ha posto le basi per riformare il pese. Oggi è stato sostituito alla testa del Pasok da Venizelos e il partito è in piena tempesta. Il cerchio si chiude su questo partito che si sta spegnendo. E il paese non potrà salvarlo perché è già sepolto, mentre anche gli altri partiti affrontano le loro divergenze. Alla fine è meglio che se ne tornino a casa.

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